Andrea Palombi di Odei: « La nostra chiamata di responsabilità a tutto il mondo editoriale. Oggi un larghissimo fronte di librai ed editori sostiene la necessità di una revisione della legge Levi».

Un appello per  salvare la bibliodiversità e le librerie indipendenti in Italia parte dalla terza edizione del Book Pride, la fiera degli editori indipendenti che si tiene a Milano dal 24 a domenica 26 marzo, negli spazi dell’ex Ansaldo di Milano e al Mudec.

La fiera è organizzata da Odei, l’Osservatorio degli editori indipendenti, in collaborazione con il Comune di Milano. parte oggi con un importante incontro per rilanciare la legge Zampa di promozione alla lettura, un provvedimento articolato, che in uno dei suoi punti fissa il tetto degli sconti al 5 per cento. Di fatto la guerra al ribasso  premia solo i grandi gruppi editorali e svilisce il lavoro creativo e di scouting che tanti piccoli editori svolgono in Italia, guardando alla qualità, al contenuto, facendo ricerca.  Su questo tema  a Book Pride 2017 si tiene un importante incontro a cui partecipa, tra gli altri Andrea Palombi, direttore editoriale di Nutrimenti e nella dirigenza di Odei.  Gli abbiamo chiesto di aiutarci a tracciare un quadro della situazione  in Italia dove la legge Levi stabilisce già un tetto massimo del 15 per cento allo sconto che i librai possono applicare; un tetto che la maggiar parte degli editori piccoli e medici giudica troppo alto, chiedendo un ulteriore contenimento degli sconti. Ma il Parlamento tace.

«Purtroppo la legge è ferma in attesa di esser portata in commissione», spiega Paolombi. «E il problema è ovviamente che la legislatura volge al termine con il rischio che tutto finisca in un nulla di fatto per l’ennesima volta. Certo, se ci fosse la volontà, una possibilità ci sarebbe: recepire i punti qualificanti della nostra proposta, penso innanzitutto all’abbassamento della soglia dello sconto massimo sul prezzo dei libri al 5 per cento nella legge Giordano Zampa, sulla promozione della lettura, che è in stato molto più avanzato di discussione e che potrebbe arrivare in aula in pochissimo tempo.

In Europa molti Paesi hanno già una legge. Per esempio la Svizzera e perfino la Spagna. Il risultato è una maggiore tutela della biblio diversità?

Certo, e basta guardare i numeri. In Francia la legge Lang è del 1981, fissava per l’appunto uno sconto massimo sul prezzo dei libri al 5%. E leggi simili hanno adottato Spagna, Olanda, Svizzera, Portogallo, ecc. In Germania, poi, è vietato qualsiasi sconto sui libri. Sembra una piccola cosa, ma in realtà è uno strumento potente per garantire certezza a tutta la filiera e soprattutto garantire l’esistenza delle librerie indipendenti e, di conseguenza, anche una possibilità di visibilità per gli editori indipendenti. In sostanza, per difendere la bibliodiversità. Partendo da due concetti di base: che un libro deve essere comparto perché è bello, non perché è in promozione e che tutti dovrebbero concorrere a pari condizioni, cosa che oggi purtroppo in Italia non avviene.
Dicevo che i numeri danno ragione a legislazioni di questo titpo: in Italia, prima con lo sconto selvaggio, oggi con lo sconto più alto del resto d’Europa, ad eccezione della Gran Bretagna, i lettori sono continuati a diminuire progressivamente. E oggi siamo arrivati, come si sa, alla cifra drammatica del 40% di italiani che legge almeno un libro l’anno, cioè al 60% che non legge affatto. Solo nell’ultimo anno abbiamo perso altri 800 mila lettori. E’ utile ricordare ogni volta che i lettori in Germania sono più dell’80%, in Francia il 70, persino in Spagna, paese molto simile al nostro sono oltre il 62%, 22 punti sopra a noi. E questo è uno “spread” che ci dovrebbe preoccupare almeno tanto quanto quello sul debito. La nostra politica dei prezzi dei libri, tutta tesa a tutelare grande distribuzione e grandi gruppi, ha portato a una drammatica morìa di librerie indipendenti, solo negli ultimi anni hanno chiuso in più di 300 ed intere porzioni di territorio sono ormai culturalmente desertificate, senza una libreria che spesso rappresenta un vero e proprio presidio culturale. Credo che sia una questione che dovrebbe porsi con urgenza il governo, perché è impossibile immaginare crescita e sviluppo economico in un clima di declino culturale.

Quali  sono le proposte di Odei  che saranno presentate al Bookpride 2017?

Intanto una chiamata di responsabilità a tutto il mondo editoriale. Oggi un larghissimo fronte di librai ed editori sostiene la necessità di una revisione della legge Levi nella direzione che abbiamo indicato con la proposta di legge Zampa a cui abbiamo collaborato. Anche le principali catene di librerie sono ormai d’accordo sulla limitazione dello sconto al 5%. Resta solo la resistenza di un grande gruppo editoriale, ma il potere di veto non dovrebbe essere concesso a nessuno e sarebbe ora che anche la politica si assumesse le sue responsabilità.
Ci sono poi almeno altri due punti che ci stanno molto a cuore e che dovrebbero marciare di pari passo con la revisione della Levi. E cioè l’introduzione di detrazioni fiscali per l’acquisto di libri, un altro punto contenuto nella proposta di legge che abbiamo presentato. E un piano serio, e operativo, sulla promozione della lettura. Un piano, triennale o quinquennale, capace di fissare obiettivi concreti da raggiungere in termini di allargamento della base dei lettori. Ci piacerebbe, anche qui, per similitudine con i piani di rientro dal debito, che ci si ponessie ad esempio l’obiettivo di portare a leggere almeno il 50% degli italiani in 3 anni. Obiettivi importanti non per editori e librai, ma per la qualità stessa della nostra convivenza e della nostra democrazia.