Il regime di Damasco è al lavoro per fornire al mondo la sua versione dei fatti: i ribelli sono solo terroristi e stranieri. Ma è anche grazie al modo in cui Assad ha affrontato le prime rivolte se oggi i ribelli sono soprattutto estremisti salafiti

Tra il 1975 e il 1990 il Libano è stato attraversato da guerre civili che erano assieme guerre per procura tra Urss e Stati Uniti, guerre confessionali e anche regionali nelle quali hanno giocato la parte del leone Israele e la Siria – e dove le centinaia di migliaia di profughi palestinesi sono stati assieme vittime e attori. Vi sembra familiare come descrizione di un Paese nel caos e alla rovina? In Siria siamo al sesto anniversario di una guerra che ha già fatto mezzo milione di morti e messo in fuga milioni di persone e la fine non sembra vicina. Su Left in edicola cerchiamo di dare un quadro analitico di una situazione ingarbugliata: alleanze, disegni strategici, errori e ragioni per cui l’opposizione qaedista è più forte delle altre – c’entra molto il modo in cui Assad e i Paesi del Golfo, che pure si combattono, l’hanno aiutata direttamente o indirettamente.

La mappa della Siria qui sotto mostra le divisioni religiose e comunitarie del Paese, che sono – solo in parte – una chiave di lettura possibile. Prima della guerra molte città, a Damasco in particolare, infatti, i vari gruppi siriani convivevano. La mappa è utile per capire il futuro: gli spostamenti forzati di popolazione stanno infatti accentuando il carattere etnico delle varie aree del Paese. Nell’area cristiana, al confine con l’Iraq, vivono anche gli yazidi.

Nell’infografica sono invece rappresentate le varie forme prese dal conflitto siriano: chi sostiene chi, e chi combatte chi.

Il servizio integrale lo trovate su Left in edicola

 

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