Morire a vent’anni per mano del branco. È accaduto ancora: la notte tra venerdì e sabato ad Alatri (Frosinone) Emanuele Morganti è stato aggredito con calci pugni e una spranga di ferro subendo lesioni gravissime alla testa. Erano le due di notte e davanti al Mirò, locale in piazza Regina Mergherita, si è conclusa tragicamente una lite iniziata all’interno, dopo che – stando alle prime ricostruzioni - Emanuele aveva difeso la sua ragazza che veniva importunata da un giovane probabilmente alterato. Gli aggressori sarebbero stati una decina, italiani e stranieri, in queste ore interrogati dal pubblico ministero Vittorio Misiti. Uno di loro avrebbe inferto i colpi che hanno causata le fratture multiple e il trauma al cranio e alla cervicale con una chiave inglese o qualcosa di simile. Non è bastato il trasporto in ospedale, prima al pronto soccorso locale e poi in elicottero al Policlinico Umberto I di Roma, e il successivo intervento chirurgico. Gli organi di Emanuele Morganti sono stati espiantati per la donazione. Ad Alatri era prevista una fiaccolata rinviata in seguito alla notizia della sua morte. Nelle stesse ore a Torino un uomo ha visto la sua fidanzata in discoteca in compagnia di un altro uomo e ha accoltellato alla coscia e all’addome quest’ultimo, per fortuna senza raggiungere organi vitali. La notte precedente a Roma – davati allo stesso locale dell’Euro dove un mese prima c’era stata una sparatoria – la lite tra due ragazzi romani è finita con l’accoltellamento al fianco di uno dei due. Non sempre c’è di mezzo la morte di una persone, come è accaduto questa volta ad Alatri, ma le cronache dei fine settimana sono spesso infarcite di liti e aggressioni a seguito di “apprezzamenti pesanti”, “gelosie accecanti”, “rivalità in amore”. “C’era di mezzo una ragazza” è la frase che sentiamo spesso pronunciare. Certo, spesso ci sono di mezzo l'abuso alcol e l'uso di droghe, ma episodi del genere cominceranno a diminuire quando cominceremo a sentir dire che c’erano di mezzo uomini incapaci di relazionarsi in maniera sana, tra loro e con le donne.

Morire a vent’anni per mano del branco. È accaduto ancora: la notte tra venerdì e sabato ad Alatri (Frosinone) Emanuele Morganti è stato aggredito con calci pugni e una spranga di ferro subendo lesioni gravissime alla testa. Erano le due di notte e davanti al Mirò, locale in piazza Regina Mergherita, si è conclusa tragicamente una lite iniziata all’interno, dopo che – stando alle prime ricostruzioni – Emanuele aveva difeso la sua ragazza che veniva importunata da un giovane probabilmente alterato.

Gli aggressori sarebbero stati una decina, italiani e stranieri, in queste ore interrogati dal pubblico ministero Vittorio Misiti. Uno di loro avrebbe inferto i colpi che hanno causata le fratture multiple e il trauma al cranio e alla cervicale con una chiave inglese o qualcosa di simile. Non è bastato il trasporto in ospedale, prima al pronto soccorso locale e poi in elicottero al Policlinico Umberto I di Roma, e il successivo intervento chirurgico. Gli organi di Emanuele Morganti sono stati espiantati per la donazione. Ad Alatri era prevista una fiaccolata rinviata in seguito alla notizia della sua morte.

Nelle stesse ore a Torino un uomo ha visto la sua fidanzata in discoteca in compagnia di un altro uomo e ha accoltellato alla coscia e all’addome quest’ultimo, per fortuna senza raggiungere organi vitali. La notte precedente a Roma – davati allo stesso locale dell’Euro dove un mese prima c’era stata una sparatoria – la lite tra due ragazzi romani è finita con l’accoltellamento al fianco di uno dei due.

Non sempre c’è di mezzo la morte di una persone, come è accaduto questa volta ad Alatri, ma le cronache dei fine settimana sono spesso infarcite di liti e aggressioni a seguito di “apprezzamenti pesanti”, “gelosie accecanti”, “rivalità in amore”. “C’era di mezzo una ragazza” è la frase che sentiamo spesso pronunciare. Certo, spesso ci sono di mezzo l’abuso alcol e l’uso di droghe, ma episodi del genere cominceranno a diminuire quando cominceremo a sentir dire che c’erano di mezzo uomini incapaci di relazionarsi in maniera sana, tra loro e con le donne.