Jan Smets, Presidente della Banca centrale del Belgio, nonché Membro del Consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce), ha difeso la politica monetaria di Mario Draghi ai microfoni di Reuters.
Smets ha ribadito che «non ci sarà – per il momento – alcun cambio di rotta». Tradotto: si continua ad acquistare titoli di debito pubblico (e privato) e il tasso di interesse rimane invariato allo 0%.
Nelle ultime settimane, a fronte di un aumento dell’inflazione in alcuni Paesi del nord Europa, si erano fatte larghe richieste di un cambio di direzione rispetto alla strategia della Bce. Ma Smets non ha usato mezze parole per descrivere gli attuali “rapporti di forza” interni agli organi direttivi della massima istituzione finanziaria europea: «Le visioni che vanno contro la politica attuale, sono in minoranza».
Settimana scorsa, anche il capo economista della Bce, Peter Praet, ha ribadito che «un’uscita dal programma sarebbe prematura». In effetti, in questo momento, il rialzo dei prezzi è dovuto soprattutto all’aumento del costo dell’energia. Praet ha ricordato che è necessario riscontrare lo stesso trend per altri beni nel paniere prima di trarre conseguenze significative.
Chi sostiene che la Bce conduca una politica monetaria “dannosa”? Jens Weidmann, il Presidente della Bundesbank tedesca. Ma anche Ewald Nowotny, governatore della Banca centrale austriaca aveva recentemente aperto la porta a un possibile rialzo dei tassi di interesse.
La quantità totale di titoli acquistati dalla Bce nel quadro del suo programma di “quantitative easing”, iniziato nel marzo del 2015, ha raggiunto un valore di quasi 1,500 miliardi di euro e dovrebbe raggiungere poco più di 2 mila miliardi di euro totali a dicembre di questo anno.
All’interno degli uffici dell’istituto finanziario di Francoforte, si è anche tornato anche a parlare di Monte dei Paschi di Siena. Daniele Nouy, Presidente del Meccanismo unico di vigilanza della Bce, ha affermato che la banca italiana «è solvente», altrimenti non si «sarebbe potuto nemmeno discutere di ricapitalizzazione». La Bce aveva valutato in quasi 9 miliardi l’esigenza di capitale dello storico istituto finanziario italiano.
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