• Poi succede che la paura riduca la percezione degli spazi. Deve essere la mancanza di qualche vitamina oppure un brutto mal di gola o peggio la cattiva abitudine di tenere le finestre sempre chiuse per non farci entrare l'inquinamento morale e risolverlo lasciandolo marcire là fuori.
Arriva qualcuno che promette di sigillarci il cortile, di piantonare la portineria, di abbaiare per noi e ci convinciamo che non facciamo del male a nessuno, che si tratta di una difesa legittima, che non facciamo del male nessuno. Poi ci promette la deratizzazione. E noi tutti contenti. È questione di igiene. Di pulizia. Sono ratti, del resto. E noi non siamo mica ratti. Poi ci dice che ci libererà dai rumorosi. Che soddisfazione: la tranquillità è un bene e noi non abbiamo più figli piccoli. Lavorano già, i nostri. Poi il mastino ci dice che terrà fuori i messicani e noi non siamo nemmeno messicani. E dopo gli islamici perché in parrocchia ci hanno raccontato di un islamico che bestemmia e se bestemmia  lui, che conosciamo solo quello, figurati gli altri. Ci convinciamo di non fare mica male a nessuno, che è solo per l'ordine in difesa delle bestemmie. Poi ci raccontano che c'è stato, dall'altra parte del quartiere, un problema con qualcuno che ha il nome che inizia per "m" e forse conviene tenerli fuori quello che iniziano per "m"; mica per razzismo, solo per prevenzione. E noi per "m" non abbiamo nemmeno uno straccio di cugino di secondo grado. E ci va bene così. Poi quelli con i mocassini, poi i lentigginosi, poi quelli che mangiano troppo gelato e subito dopo quelli che ne mangiano troppo poco. E noi sempre più sicuri. Che bello, che meraviglia. Finchè un giorno il mastino decide che è vietato girare in Vespa, perché un suo cugino monta motorini meno belli ma che meriterebbero comunque di essere venduti a quintali. L'ha deciso lui, il mastino. E noi nel box abbiamo quella vecchia Vespa con cui papà ci veniva a prendere a scuola che ormai non si accende nemmeno. Ma che male fa la Vespa? Ma che fastidio può dare al mondo la moto di papà, pensiamo. E già ci hanno sigillato fuori. Noi, fuori. E la vicina mentre ci saluta con nemmeno troppo dispiacere ci racconta che un suo collega, una volta, aveva picchiato la moglie. «E aveva la Vespa, sa? Non è mica contro di lei, si figuri. Ma ci vuole un po' di prevenzione, no? Non possiamo prenderci le Vespe di tutti». Buon venerdì.  
  • Poi succede che la paura riduca la percezione degli spazi. Deve essere la mancanza di qualche vitamina oppure un brutto mal di gola o peggio la cattiva abitudine di tenere le finestre sempre chiuse per non farci entrare l’inquinamento morale e risolverlo lasciandolo marcire là fuori.

Arriva qualcuno che promette di sigillarci il cortile, di piantonare la portineria, di abbaiare per noi e ci convinciamo che non facciamo del male a nessuno, che si tratta di una difesa legittima, che non facciamo del male nessuno.

Poi ci promette la deratizzazione. E noi tutti contenti. È questione di igiene. Di pulizia. Sono ratti, del resto. E noi non siamo mica ratti.

Poi ci dice che ci libererà dai rumorosi. Che soddisfazione: la tranquillità è un bene e noi non abbiamo più figli piccoli. Lavorano già, i nostri.

Poi il mastino ci dice che terrà fuori i messicani e noi non siamo nemmeno messicani. E dopo gli islamici perché in parrocchia ci hanno raccontato di un islamico che bestemmia e se bestemmia  lui, che conosciamo solo quello, figurati gli altri. Ci convinciamo di non fare mica male a nessuno, che è solo per l’ordine in difesa delle bestemmie.

Poi ci raccontano che c’è stato, dall’altra parte del quartiere, un problema con qualcuno che ha il nome che inizia per “m” e forse conviene tenerli fuori quello che iniziano per “m”; mica per razzismo, solo per prevenzione. E noi per “m” non abbiamo nemmeno uno straccio di cugino di secondo grado. E ci va bene così.

Poi quelli con i mocassini, poi i lentigginosi, poi quelli che mangiano troppo gelato e subito dopo quelli che ne mangiano troppo poco. E noi sempre più sicuri. Che bello, che meraviglia.

Finchè un giorno il mastino decide che è vietato girare in Vespa, perché un suo cugino monta motorini meno belli ma che meriterebbero comunque di essere venduti a quintali. L’ha deciso lui, il mastino. E noi nel box abbiamo quella vecchia Vespa con cui papà ci veniva a prendere a scuola che ormai non si accende nemmeno. Ma che male fa la Vespa? Ma che fastidio può dare al mondo la moto di papà, pensiamo. E già ci hanno sigillato fuori. Noi, fuori. E la vicina mentre ci saluta con nemmeno troppo dispiacere ci racconta che un suo collega, una volta, aveva picchiato la moglie. «E aveva la Vespa, sa? Non è mica contro di lei, si figuri. Ma ci vuole un po’ di prevenzione, no? Non possiamo prenderci le Vespe di tutti».

Buon venerdì.

 

Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.