Ma davvero qualcuno pensava che il Partito Democratico, questo Partito Democratico di bulletti che ballano sulle loro stesse macerie, avrebbe perdonato all'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia il fatto di avere preso posizione nelle ultime vicende politiche italiane (referendum costituzionale in testa) piuttosto che dedicarsi agli unguenti e all'imbalsamatura? Ma davvero serviva lo sbiadito Orfini per ricordarci che i punti fondativi dell'ANPI (Restituire al Paese una piena libertà e favorire un regime di democrazia per impedire in futuro il ritorno di qualsiasi forma di tirannia e assolutismo; valorizzare in campo nazionale e internazionale il contributo effettivo portato alla causa della libertà dall'azione dei partigiani; far valere e tutelare il diritto dei partigiani, acquisito, di partecipare in prima linea alla ricostruzione morale e materiale del Paese; promuovere la creazione di centri e organismi di produzione e di lavoro per contribuire a lenire la disoccupazione) non hanno nulla a che vedere con un partito che ha svenduto i diritti del lavoro (e dei lavoratori) in cambio di qualche lisciata di pelo (e qualche sacco di voti) dai capitalisti senza capitale? Ma davvero si può pensare che questa truppa democratica abituata a credere che "parteggiare" sia sinonimo di "servire" possa sfilare al fianco di chi ha parteggiato perché sa da che parte stare piuttosto del "con chi"? Ma davvero si sarebbe potuto immaginare vedere sfilare a fianco dell'ANPI quegli stessi deputati che hanno sparato contro i partigiani durante la campagna referendaria dividendo i "partigiani veri" dai "partigiani falsi" per farsi notare dal capo mentre scodinzolavano? Scriveva Italo Calvino: «D’accordo, farò come se aveste ragione voi, non rappresenterò i migliori partigiani, ma i peggiori possibili, metterò al centro del mio romanzo un reparto tutto composto di tipi un po’ storti. Ebbene: cosa cambia? Anche in chi si è gettato nella lotta senza un chiaro perché, ha agito un’elementare spinta di riscatto umano, una spinta che li ha resi centomila volte migliori di voi, che li ha fatti diventare forze storiche attive quali voi non potrete mai sognarvi di essere!» Buon giovedì.

Ma davvero qualcuno pensava che il Partito Democratico, questo Partito Democratico di bulletti che ballano sulle loro stesse macerie, avrebbe perdonato all’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia il fatto di avere preso posizione nelle ultime vicende politiche italiane (referendum costituzionale in testa) piuttosto che dedicarsi agli unguenti e all’imbalsamatura?

Ma davvero serviva lo sbiadito Orfini per ricordarci che i punti fondativi dell’ANPI (Restituire al Paese una piena libertà e favorire un regime di democrazia per impedire in futuro il ritorno di qualsiasi forma di tirannia e assolutismo; valorizzare in campo nazionale e internazionale il contributo effettivo portato alla causa della libertà dall’azione dei partigiani; far valere e tutelare il diritto dei partigiani, acquisito, di partecipare in prima linea alla ricostruzione morale e materiale del Paese; promuovere la creazione di centri e organismi di produzione e di lavoro per contribuire a lenire la disoccupazione) non hanno nulla a che vedere con un partito che ha svenduto i diritti del lavoro (e dei lavoratori) in cambio di qualche lisciata di pelo (e qualche sacco di voti) dai capitalisti senza capitale?

Ma davvero si può pensare che questa truppa democratica abituata a credere che “parteggiare” sia sinonimo di “servire” possa sfilare al fianco di chi ha parteggiato perché sa da che parte stare piuttosto del “con chi”? Ma davvero si sarebbe potuto immaginare vedere sfilare a fianco dell’ANPI quegli stessi deputati che hanno sparato contro i partigiani durante la campagna referendaria dividendo i “partigiani veri” dai “partigiani falsi” per farsi notare dal capo mentre scodinzolavano?

Scriveva Italo Calvino: «D’accordo, farò come se aveste ragione voi, non rappresenterò i migliori partigiani, ma i peggiori possibili, metterò al centro del mio romanzo un reparto tutto composto di tipi un po’ storti. Ebbene: cosa cambia? Anche in chi si è gettato nella lotta senza un chiaro perché, ha agito un’elementare spinta di riscatto umano, una spinta che li ha resi centomila volte migliori di voi, che li ha fatti diventare forze storiche attive quali voi non potrete mai sognarvi di essere!»

Buon giovedì.

Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.