La percentuale di bimbi non vaccinati, aumenta. E di conseguenza, aumentano i contagi. A tal punto da destare allarme internazionale. Non solo gli americani infatti obbligano alla vaccinazione contro il morbillo i cittadini statunitensi che intendano recarsi in Italia, ma stamattina sulle colonne del New York Times è comparso un editoriale dal titolo "Populismo, politica e morbillo" che attacca direttamente il nostrano Movimento 5 stelle. La prestigiosa testata americana accusa «il movimento populista» di diffondere teorie false e allarmiste in merito ai vaccini e di aver «fatto attivamente campagna anti vaccini, ripetendo i falsi legami tra vaccinazioni ed autismo».  Per «scettici» di questo tipo, scrive preoccupato il giornale, «la diffusione del morbillo in Italia dovrebbe suonare come un allarme forte». Niente di tutto ciò, anzi: la reazione del comico - che ha sempre elogiato la stampa estera, unica alla quale concedeva interviste - è la solita. Dal suo blog attacca e sbraita contro il quotidiano statunitense: «Una balla. A sostegno della quale non c'è nulla, neppure un link, un riferimento, una dichiarazione. Nulla. Non c'è perché è una balla». Una «fake news», una «bufala internazionale» per la quale «il direttore deve chiedere subito scusa». E chiude: «Subito obbligatorio un vaccino contro le cazzate dei giornalisti». In realtà, di link e dichiarazioni in merito alla pericolosità dei vaccini, e contro la loro obbligatorietà, ce ne sono parecchie. Di attivisti come di parlamentari pentastellati, che giusto a gennaio chiedevano «giustizia per le centinaia di persone che hanno subito i danni da vaccino - 673 casi accertati dal ministero della Salute» e che «non si negano». O che dal Parlamento europeo nel 2015 ci spiegavano, per bocca dell'eurodeputato Piernicola Pedicini, perché «vaccinare meno è vaccinare meglio». Ma soprattutto ne esistono del capo comico Beppe Grillo. Nel 2007, tre mesi dopo il primo V day a Bologna, ovvero nel pieno della sua campagna per fondare il Movimento, il leader nascente parla ampiamente della "truffa dei vaccini". Nel suo spettacolo, paragonava l'obbligo di vaccinarsi con l'obbligo di giocare a poker - alludendo evidentemente a un qualche interesse economico che lo Stato dovrebbe trarre dall'immunizzazione delle case farmaceutiche - e narra di come la difterite si sarebbe estinta da sola. Soprattutto, mette in guardia dai vaccini, che iniettando "il virusino", vanno a danneggiare quel «sistema immunitario perfetto» che avrebbero «i bambini di un anno».  

La percentuale di bimbi non vaccinati, aumenta. E di conseguenza, aumentano i contagi. A tal punto da destare allarme internazionale. Non solo gli americani infatti obbligano alla vaccinazione contro il morbillo i cittadini statunitensi che intendano recarsi in Italia, ma stamattina sulle colonne del New York Times è comparso un editoriale dal titolo “Populismo, politica e morbillo” che attacca direttamente il nostrano Movimento 5 stelle.

La prestigiosa testata americana accusa «il movimento populista» di diffondere teorie false e allarmiste in merito ai vaccini e di aver «fatto attivamente campagna anti vaccini, ripetendo i falsi legami tra vaccinazioni ed autismo».  Per «scettici» di questo tipo, scrive preoccupato il giornale, «la diffusione del morbillo in Italia dovrebbe suonare come un allarme forte».

Niente di tutto ciò, anzi: la reazione del comico – che ha sempre elogiato la stampa estera, unica alla quale concedeva interviste – è la solita. Dal suo blog attacca e sbraita contro il quotidiano statunitense: «Una balla. A sostegno della quale non c’è nulla, neppure un link, un riferimento, una dichiarazione. Nulla. Non c’è perché è una balla». Una «fake news», una «bufala internazionale» per la quale «il direttore deve chiedere subito scusa». E chiude: «Subito obbligatorio un vaccino contro le cazzate dei giornalisti».

In realtà, di link e dichiarazioni in merito alla pericolosità dei vaccini, e contro la loro obbligatorietà, ce ne sono parecchie. Di attivisti come di parlamentari pentastellati, che giusto a gennaio chiedevano «giustizia per le centinaia di persone che hanno subito i danni da vaccino – 673 casi accertati dal ministero della Salute» e che «non si negano». O che dal Parlamento europeo nel 2015 ci spiegavano, per bocca dell’eurodeputato Piernicola Pedicini, perché «vaccinare meno è vaccinare meglio».

Ma soprattutto ne esistono del capo comico Beppe Grillo. Nel 2007, tre mesi dopo il primo V day a Bologna, ovvero nel pieno della sua campagna per fondare il Movimento, il leader nascente parla ampiamente della “truffa dei vaccini”. Nel suo spettacolo, paragonava l’obbligo di vaccinarsi con l’obbligo di giocare a poker – alludendo evidentemente a un qualche interesse economico che lo Stato dovrebbe trarre dall’immunizzazione delle case farmaceutiche – e narra di come la difterite si sarebbe estinta da sola. Soprattutto, mette in guardia dai vaccini, che iniettando “il virusino”, vanno a danneggiare quel «sistema immunitario perfetto» che avrebbero «i bambini di un anno».

 

Impicciarsi di come funzionano le cose, è più forte di lei. Sarà per questo - o forse per l'insanabile e irrispettosa irriverenza - che da piccola la chiamavano “bertuccia”. Dal Fatto Quotidiano, passando per Narcomafie, Linkiesta, Lettera43 e l'Espresso, approda a Left. Dove si occupa di quelle cose pallosissime che, con suo estremo entusiasmo invece, le sbolognano sempre: inchieste e mafia. E grillini, grillini, grillini. Dalla sua amata Emilia-Romagna, torna mestamente a Roma, dove attualmente vive.