Un corto che ha vinto il Luxor film festival in Egitto. La regista Sarah Rozik ha vent'anni e i protagonisti sono due bambini. Alle prese con un paio di scarpe

Una manciata di minuti di pura poesia con due bambini come protagonisti. Ha vent’anni Sarah Rozik e con il suo cortometraggio The other Pair (L’altro paio) ha vinto il Luxor film festival. Il video è del 2014 ma sta girando in rete in questi giorni e in ogni caso, anche se la notizia non è “fresca”, comunque vale la pena di vederlo.

Il soggetto è semplice: un incontro tra due bambini in una città povera e polverosa di un qualsiasi Paese del Medio Oriente, alle prese con un paio di scarpe. Sì, un paio di scarpe che ormai in certi angoli del mondo sono diventate un bene prezioso. Lo short film, girato nel 2014, scritto da Mohammed Maher e prodotto da Eman Samir è ispirato alla vita di Gandhi, ma ha un significato universale.

Per certi versi fa tornare alla memoria certe immagini di film del neorealismo come Ladri di biciclette di De Sica o Paisà di Rossellini, in cui dei bambini con i loro volti esprimevano tutto il dramma della povertà e della guerra. Ma nel film di Sarah Rozik, il filo di pensiero è un altro: i due bambini rappresentano il futuro e, parola oggi inusuale, la speranza. Il fatto che a girarlo sia una ventenne è un altro elemento positivo.

Forse a qualcuno, intrappolato nella realtà attuale, decisamente cruda, farà storcere il naso. Ma per un attimo, si potrebbe lasciare un po’ di spazio alla fantasia… Tanto il film dura pochi minuti.

Una laurea in Filosofia (indirizzo psico-pedagogico) a Siena e tanta gavetta nei quotidiani locali tra Toscana ed Emilia Romagna. A Rimini nel 1994 ho fondato insieme ad altri giovani colleghi un quotidiano in coooperativa, il Corriere Romagna che esiste ancora. E poi anni di corsi di scrittura giornalistica nelle scuole per la Provincia di Firenze (fino all'arrivo di Renzi…). A Left, che ho amato fin dall'inizio, ci sono dal 2009. Mi occupo di: scuola, welfare, diritti, ma anche di cultura.