Può un avvocato condannato in primo grado per concorso esterno in associazione camorristica tornare a fare l’avvocato in attesa di sentenza definitiva? No, dai, sembra uno scherzo. Vero?
Può un avvocato che si fa portavoce delle minacce di un clan mafioso contro uno scrittore e che ne risulta condannato (con una sentenza che, tra l’altro, assolve i camorristi come se l’avvocato avesse minacciato per un’innata simpatia) tornare a fare l’avvocato con il beneplacito dell’Ordine e del ministro e della politica? Sembra una puntata di qualche fiction sui narcos, vero? Non ci crederebbe nessuno, a scriverlo.
L’ha scritto ieri Roberto Saviano:
Michele Santonastaso, l’avvocato dei boss casalesi condannato a 11 anni per aver portato ordini di morte del clan Bidognetti e per aver minacciato in aula, durante il processo Spartacus, me, la giornalista Rosaria Capacchione, i magistrati Raffaele Cantone e Federico Cafiero De Raho, oggi torna a fare l’avvocato.
Il ministro Orlando ha scritto che “Dalle informazioni acquisiste (…) consta che l’avvocato Santonastaso era stato sospeso dall’esercizio della professione in via cautelare”, dopo l’arresto con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa dell’ottobre 2010. Decisione poi confermata nel settembre del 2014. Poi, continua il ministro Orlando, “in seguito all’entrata in vigore del nuovo regolamento del consiglio nazionale forense, (…) il fascicolo è stato tramesso al competente Consiglio distrettuale di disciplina di Napoli che con delibera del 16 marzo 2016, secondo quanto riferito, ha revocato il provvedimento di sospensione cautelare”.
Una volta si diceva che la mafia grattava vittorie nella simbologia. Ieri ha vinto davvero.
Buon giovedì.