Perché mai la sinistra non riesce ad essere unita? Gramsci lo aveva affermato con il titolo di un giornale, l’Unità. La grande aspirazione della sinistra, essere unita. «Il giornale non dovrà avere alcuna indicazione di partito. Dovrà essere un giornale di sinistra. Io propongo come titolo l’Unità puro e semplice che sarà un significato per gli operai e avrà un significato più generale». Voleva un giornale di massa Gramsci. Un giornale che non fosse di partito. Questa frase così cristallina, così chiara nel suo senso, è stata sempre disattesa. Fino al 4 giugno, quando l’Unità ha cessato volontariamente le pubblicazioni. Si è compiuto il delitto. Il mandante è riuscito nel suo compito di far scomparire anche solo l’idea di Gramsci che possa esistere l’unità della sinistra. L’Unità è stata uccisa da Matteo Renzi. Ma forse il primo mandante è in verità Togliatti, che prima non salvò Gramsci dal carcere e poi, dopo la guerra, riportò in edicola l’Unità come giornale del Pci. Tradendo l’idea originaria del suo fondatore. Doveva essere un giornale per tutta la sinistra. Non solo per i comunisti, di cui peraltro ci sarebbe anche da dubitare che siano mai stati di sinistra, con la loro fissazione per la realtà materiale, il loro dio assoluto. Sinistra e unità. Sarebbero due parole semplici che potrebbero essere fondanti per una sinistra che finalmente riesca ad esistere e ad avere un ruolo politico vero. L’appello di Montanari e della Falcone va in questa direzione ed è animato da buone intenzioni. Ma mi chiedo e vi chiedo, cari intellettuali o futuri e presenti leader di sinistra: perché vi è sempre necessario riferirvi al papa? Forse c’è un problema di mancanza di idee comuni all’area di sinistra ? È per questo che vi riferite al papa? Io direi di lasciare il papa alle scelte personali e private di ognuno. Cerchiamo di capire cosa ci può essere di comune e quindi di fondante per la sinistra. È sufficiente pensare che basti una redistribuzione del reddito per fare stare bene le persone che oggi si sentono oppresse? Cosa vuol dire non vivere bene? È solo una questione di reddito e di distribuzione della ricchezza? Discorsi difficili. Ma prima forse bisogna iniziare da una cosa che è uno dei sicuri fondamenti della sinistra: l’uguaglianza. Intanto capire cosa significa questa parola: perché ci può essere un’uguaglianza che si acquisisce con il reddito. Oppure una uguaglianza di diritti, quindi garantita dalla legge e dalla costituzione. Oppure una uguaglianza nelle possibilità di carriera tra uomini e donne. Al limite si può pensare che la possibilità di avere un’arma, come negli Stati Uniti, stabilisca una uguaglianza di forza tra chi ha una pistola. (Questo è proprio l’argomento dei sostenitori della vendita libera delle armi.) A pensarci bene, ci sono mille forme di uguaglianza (e di disuguaglianza). Qual è quella giusta? È anche vero che l’uguaglianza sappiamo tutti istintivamente cosa è senza che ce lo si spieghi. È un idea vaga per cui “sappiamo” che tutti siamo uguali. Ma cosa significa esattamente questa uguaglianza in effetti non si sa definirlo. Io vi propongo un’idea molto semplice, non mia ma di Massimo Fagioli. L’uguaglianza assoluta tra gli esseri umani è per la nascita che è uguale per tutti. Perché è alla nascita che si forma il pensiero umano. La dinamica di formazione del pensiero è uguale per tutti ed è proprio questa dinamica che ci fa essere esseri umani uguali gli uni agli altri. Se invece l’uguaglianza si acquisisce, allora vuol dire che la realtà umana “naturale” è quella di non essere tutti uguali. È evidente allora che avrebbe ragione il pensiero di destra: chi ha la pelle di un colore scuro non è uguale a chi ha la pelle bianca! Facile quindi pensare che sia un essere inferiore. Stesso ragionamento si applicherebbe alle donne che sarebbero esseri inferiori perché sono fisicamente diverse dagli uomini. L’umanità non sarebbe una sola ma sarebbero tante. È ovvio che se non comprende dove nasce e che cosa è l’uguaglianza, la sinistra si ritrova senza armi dialettiche, perché difettosa nel pensiero. La verità è che l’uguaglianza degli esseri umani è per la nascita che fa il pensiero umano. È così difficile accettare che questa idea di Fagioli possa essere un’idea fondante per la sinistra? Magari è difficile da accettare perché questa idea spazza via ogni religiosità? In alternativa ci dovremo rassegnare ad un partito che dice di essere di sinistra ed è basato sulle idee del papa. Che poi non è altro che il partito di Matteo Renzi: oggi si chiama Pd, una volta si chiamava Democrazia cristiana. [su_divider text="In edicola " style="dotted" divider_color="#d3cfcf"] L'editoriale è tratto dal numero di Left in edicola [su_button url="https://left.it/left-n-23-10-giugno-2017/" background="#a39f9f" size="7"]SOMMARIO[/su_button] [su_button url="https://left.it/prodotto/left-232017-10-giugno/" target="blank" background="#ec0e0e" size="7"]ACQUISTA[/su_button] [su_divider text=" " style="dotted" divider_color="#d3cfcf"]

Perché mai la sinistra non riesce ad essere unita?
Gramsci lo aveva affermato con il titolo di un giornale, l’Unità. La grande aspirazione della sinistra, essere unita. «Il giornale non dovrà avere alcuna indicazione di partito. Dovrà essere un giornale di sinistra. Io propongo come titolo l’Unità puro e semplice che sarà un significato per gli operai e avrà un significato più generale».
Voleva un giornale di massa Gramsci. Un giornale che non fosse di partito. Questa frase così cristallina, così chiara nel suo senso, è stata sempre disattesa. Fino al 4 giugno, quando l’Unità ha cessato volontariamente le pubblicazioni. Si è compiuto il delitto. Il mandante è riuscito nel suo compito di far scomparire anche solo l’idea di Gramsci che possa esistere l’unità della sinistra.
L’Unità è stata uccisa da Matteo Renzi. Ma forse il primo mandante è in verità Togliatti, che prima non salvò Gramsci dal carcere e poi, dopo la guerra, riportò in edicola l’Unità come giornale del Pci. Tradendo l’idea originaria del suo fondatore. Doveva essere un giornale per tutta la sinistra. Non solo per i comunisti, di cui peraltro ci sarebbe anche da dubitare che siano mai stati di sinistra, con la loro fissazione per la realtà materiale, il loro dio assoluto.
Sinistra e unità. Sarebbero due parole semplici che potrebbero essere fondanti per una sinistra che finalmente riesca ad esistere e ad avere un ruolo politico vero. L’appello di Montanari e della Falcone va in questa direzione ed è animato da buone intenzioni. Ma mi chiedo e vi chiedo, cari intellettuali o futuri e presenti leader di sinistra: perché vi è sempre necessario riferirvi al papa? Forse c’è un problema di mancanza di idee comuni all’area di sinistra ? È per questo che vi riferite al papa?
Io direi di lasciare il papa alle scelte personali e private di ognuno. Cerchiamo di capire cosa ci può essere di comune e quindi di fondante per la sinistra. È sufficiente pensare che basti una redistribuzione del reddito per fare stare bene le persone che oggi si sentono oppresse? Cosa vuol dire non vivere bene? È solo una questione di reddito e di distribuzione della ricchezza? Discorsi difficili. Ma prima forse bisogna iniziare da una cosa che è uno dei sicuri fondamenti della sinistra: l’uguaglianza.
Intanto capire cosa significa questa parola: perché ci può essere un’uguaglianza che si acquisisce con il reddito. Oppure una uguaglianza di diritti, quindi garantita dalla legge e dalla costituzione. Oppure una uguaglianza nelle possibilità di carriera tra uomini e donne. Al limite si può pensare che la possibilità di avere un’arma, come negli Stati Uniti, stabilisca una uguaglianza di forza tra chi ha una pistola. (Questo è proprio l’argomento dei sostenitori della vendita libera delle armi.) A pensarci bene, ci sono mille forme di uguaglianza (e di disuguaglianza).
Qual è quella giusta? È anche vero che l’uguaglianza sappiamo tutti istintivamente cosa è senza che ce lo si spieghi. È un idea vaga per cui “sappiamo” che tutti siamo uguali. Ma cosa significa esattamente questa uguaglianza in effetti non si sa definirlo. Io vi propongo un’idea molto semplice, non mia ma di Massimo Fagioli. L’uguaglianza assoluta tra gli esseri umani è per la nascita che è uguale per tutti. Perché è alla nascita che si forma il pensiero umano. La dinamica di formazione del pensiero è uguale per tutti ed è proprio questa dinamica che ci fa essere esseri umani uguali gli uni agli altri. Se invece l’uguaglianza si acquisisce, allora vuol dire che la realtà umana “naturale” è quella di non essere tutti uguali. È evidente allora che avrebbe ragione il pensiero di destra: chi ha la pelle di un colore scuro non è uguale a chi ha la pelle bianca! Facile quindi pensare che sia un essere inferiore. Stesso ragionamento si applicherebbe alle donne che sarebbero esseri inferiori perché sono fisicamente diverse dagli uomini.
L’umanità non sarebbe una sola ma sarebbero tante.
È ovvio che se non comprende dove nasce e che cosa è l’uguaglianza, la sinistra si ritrova senza armi dialettiche, perché difettosa nel pensiero.
La verità è che l’uguaglianza degli esseri umani è per la nascita che fa il pensiero umano.
È così difficile accettare che questa idea di Fagioli possa essere un’idea fondante per la sinistra? Magari è difficile da accettare perché questa idea spazza via ogni religiosità?
In alternativa ci dovremo rassegnare ad un partito che dice di essere di sinistra ed è basato sulle idee del papa.
Che poi non è altro che il partito di Matteo Renzi: oggi si chiama Pd, una volta si chiamava Democrazia cristiana.



L’editoriale è tratto dal numero di Left in edicola
SOMMARIO ACQUISTA