Il 16 giugno, in un caldo pomeriggio dell’estate romana, si terrà in Piazza San Cosimato, nel cuore di Trastevere la presentazione del numero speciale de Il sogno della farfalla dedicato a Massimo Fagioli. Il luogo è noto: a via di Roma Libera, al numero 23, si sono svolti per quarantuno anni, quattro volte la settimana, per quattro ore ogni volta, i seminari dell’Analisi collettiva. Fenomeno strano, definito da Massimo Fagioli movimento spontaneo di una massa di persone che sono andate a farsi interpretare i sogni da colui che, per primo, nella storia dell’uomo, ha eliminato il dogma dell’inconoscibilità di queste strane immagini che rimangono nella mente al risveglio. L’occasione: presentare il secondo fascicolo del 2017 della rivista di psichiatria e psicoterapia Il sogno della farfalla. Periodico trimestrale, edito da L’Asino d’oro, fondato da Fagioli insieme ad un gruppo di colleghi psichiatri e psicoterapeuti nel 1992. Il nome della rivista deriva da quello della sceneggiatura di un film, scritta da Massimo Fagioli, che si intitolava nello stesso modo. Nel corso di questi venticinque anni, la rivista ha pubblicato numerosi contributi di psichiatria, psicoterapia, medicina, biologia, fisica, filosofia, arte, letteratura, linguistica, tutti ispirati direttamente o indirettamente alla ricerca di Fagioli e alla prassi svolta nell’Analisi collettiva. Come scritto nell’editoriale di apertura del numero, l’essenza de Il sogno della farfalla è il suo comitato editoriale, composto dalle decine e decine di psichiatri e psicologi che si sono formati con Massimo Fagioli e che devono ora portare avanti questa magnifica e geniale ricerca che lui ha iniziato da solo, senza l’aiuto di nessuno, a volte in mezzo a migliaia di persone, altre volte in solitudine, spesso contro tutto e contro tutti, contro la ragione e la religione, contro il pensiero dominante e la psichiatria organicista, senza paura di scontrarsi, senza mai un’angoscia, anzi, spesso con gioia e sempre e comunque con un grandissimo amore per gli esseri umani. Il numero: il volume è interamente dedicato a Fagioli, dopo la sua scomparsa avvenuta il 13 febbraio scorso. Sconvolgendo il piano editoriale già programmato, il comitato di redazione ha deciso di pubblicare alcuni interventi inediti fatti da lui, sia durante presentazioni di alcuni suoi volumi, sia durante alcune interviste televisive. Come tante api operaie organizzatissime e precisissime nel loro lavoro, un gruppo di colleghi del comitato editoriale ha messo per iscritto questi interventi. L’opera è stata portata a termine in un tempo brevissimo e il risultato sembra riuscito. L’immagine di Massimo Fagioli che emerge è quella di un vulcano inesauribile di vitalità e fantasia che, soprattutto, nell’ultimo anno, a partire dalle Aule Magne tenutesi presso la “Sapienza” università di Roma in occasione dei 40 anni di Analisi collettiva, ha portato ancora più a fondo la ricerca sulla realtà mentale umana. Nel corso di questi mesi sono nate, infatti, Ventuno parole che prima non esistevano, come titolava l’articolo di Fagioli comparso su questo settimanale il 30 luglio 2016. Parole che arricchiscono e ampliano il pensiero verbale sulla nascita umana e sul primo anno di vita di ognuno di noi, periodo durante il quale Fagioli ha sempre sostenuto si crea la malattia mentale, nel rapporto con chi scalda e nutre. Malattia della mente che Fagioli ha per primo teorizzato come conoscibile e curabile, affrontando questa dimensione di mente non cosciente che viviamo tutti per un terzo di vita: il sonno e le immagini dei sogni. L’idea di trascrivere nero su bianco le parole dette da Fagioli soprattutto nell’ultimo anno, è stata quella di avere del materiale di studio su una ricerca nuovissima e, forse, ancora in parte da comprendere appieno. Il fine secondario (che in realtà è quello principale): ritrovarsi, in un caldo pomeriggio d’estate, tutti insieme, in quel luogo, quella piazza, che ci ha visto crescere, piangere, ridere, stupirci, arrabbiarci, andarcene e ritornare, innamorarci e separarci. Comitato di redazione e comitato editoriale de Il Sogno della farfalla [su_divider text="In edicola " style="dotted" divider_color="#d3cfcf"] L'articolo è tratto dal numero di Left in edicola [su_button url="https://left.it/left-n-23-10-giugno-2017/" background="#a39f9f" size="7"]SOMMARIO[/su_button] [su_button url="https://left.it/prodotto/left-232017-10-giugno/" target="blank" background="#ec0e0e" size="7"]ACQUISTA[/su_button] [su_divider text=" " style="dotted" divider_color="#d3cfcf"]

Il 16 giugno, in un caldo pomeriggio dell’estate romana, si terrà in Piazza San Cosimato, nel cuore di Trastevere la presentazione del numero speciale de Il sogno della farfalla dedicato a Massimo Fagioli.

Il luogo è noto: a via di Roma Libera, al numero 23, si sono svolti per quarantuno anni, quattro volte la settimana, per quattro ore ogni volta, i seminari dell’Analisi collettiva. Fenomeno strano, definito da Massimo Fagioli movimento spontaneo di una massa di persone che sono andate a farsi interpretare i sogni da colui che, per primo, nella storia dell’uomo, ha eliminato il dogma dell’inconoscibilità di queste strane immagini che rimangono nella mente al risveglio.

L’occasione: presentare il secondo fascicolo del 2017 della rivista di psichiatria e psicoterapia Il sogno della farfalla. Periodico trimestrale, edito da L’Asino d’oro, fondato da Fagioli insieme ad un gruppo di colleghi psichiatri e psicoterapeuti nel 1992. Il nome della rivista deriva da quello della sceneggiatura di un film, scritta da Massimo Fagioli, che si intitolava nello stesso modo. Nel corso di questi venticinque anni, la rivista ha pubblicato numerosi contributi di psichiatria, psicoterapia, medicina, biologia, fisica, filosofia, arte, letteratura, linguistica, tutti ispirati direttamente o indirettamente alla ricerca di Fagioli e alla prassi svolta nell’Analisi collettiva. Come scritto nell’editoriale di apertura del numero, l’essenza de Il sogno della farfalla è il suo comitato editoriale, composto dalle decine e decine di psichiatri e psicologi che si sono formati con Massimo Fagioli e che devono ora portare avanti questa magnifica e geniale ricerca che lui ha iniziato da solo, senza l’aiuto di nessuno, a volte in mezzo a migliaia di persone, altre volte in solitudine, spesso contro tutto e contro tutti, contro la ragione e la religione, contro il pensiero dominante e la psichiatria organicista, senza paura di scontrarsi, senza mai un’angoscia, anzi, spesso con gioia e sempre e comunque con un grandissimo amore per gli esseri umani.

Il numero: il volume è interamente dedicato a Fagioli, dopo la sua scomparsa avvenuta il 13 febbraio scorso. Sconvolgendo il piano editoriale già programmato, il comitato di redazione ha deciso di pubblicare alcuni interventi inediti fatti da lui, sia durante presentazioni di alcuni suoi volumi, sia durante alcune interviste televisive. Come tante api operaie organizzatissime e precisissime nel loro lavoro, un gruppo di colleghi del comitato editoriale ha messo per iscritto questi interventi. L’opera è stata portata a termine in un tempo brevissimo e il risultato sembra riuscito. L’immagine di Massimo Fagioli che emerge è quella di un vulcano inesauribile di vitalità e fantasia che, soprattutto, nell’ultimo anno, a partire dalle Aule Magne tenutesi presso la “Sapienza” università di Roma in occasione dei 40 anni di Analisi collettiva, ha portato ancora più a fondo la ricerca sulla realtà mentale umana. Nel corso di questi mesi sono nate, infatti, Ventuno parole che prima non esistevano, come titolava l’articolo di Fagioli comparso su questo settimanale il 30 luglio 2016. Parole che arricchiscono e ampliano il pensiero verbale sulla nascita umana e sul primo anno di vita di ognuno di noi, periodo durante il quale Fagioli ha sempre sostenuto si crea la malattia mentale, nel rapporto con chi scalda e nutre. Malattia della mente che Fagioli ha per primo teorizzato come conoscibile e curabile, affrontando questa dimensione di mente non cosciente che viviamo tutti per un terzo di vita: il sonno e le immagini dei sogni.
L’idea di trascrivere nero su bianco le parole dette da Fagioli soprattutto nell’ultimo anno, è stata quella di avere del materiale di studio su una ricerca nuovissima e, forse, ancora in parte da comprendere appieno.

Il fine secondario (che in realtà è quello principale): ritrovarsi, in un caldo pomeriggio d’estate, tutti insieme, in quel luogo, quella piazza, che ci ha visto crescere, piangere, ridere, stupirci, arrabbiarci, andarcene e ritornare, innamorarci e separarci.

Comitato di redazione e comitato editoriale de Il Sogno della farfalla



L’articolo è tratto dal numero di Left in edicola
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