Anna Falcone racconta a Left il contenuto dell'appello per “Un'alleanza popolare per la democrazia e l'uguaglianza” scritto insieme a Tomaso Montanari. Appuntamento a Roma il 18 giugno «per una sinistra unita, in un progetto condiviso e in una sola lista»

«Finalmente, ecco la parola che oggi ho sentito dire da tutti». Anna Falcone insieme con Tomaso Montanari ha scritto l’appello “Un’alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza”, in cui si lancia un programma di massima per «una Sinistra unita, in un progetto condiviso e in una sola lista». Una grande lista di cittadinanza e di sinistra «aperta a tutti: partiti, movimenti, associazioni, comitati, società civile». La giovane avvocata, vicepresidente del Comitato per il No al referendum contro la riforma costituzionale e lo studioso d’arte, presidente di Libertà e giustizia hanno scelto una espressione «a titolo personale e senza coinvolgere nessuna delle associazioni o dei comitati», di cui fanno parte. Ma le idee sono molto chiare. «Noi non abbiamo messo paletti per escludere nessuno», dice Anna Falcone a Left. «L’unico punto che riteniamo fondamentale è quello di riconoscersi in questo progetto che abbiamo delineato a grandi linee, cioè partire dal voto del 4 dicembre e dall’attuazione della Costituzione». Il programma è di massima, perché Falcone e Montanari vogliono che siano i cittadini a scriverlo. L’appuntamento è per il 18 giugno al Teatro Brancaccio di Roma (dalle ore 9.30).

Il progetto, si legge, mette «al centro il diritto al lavoro, il diritto a una una remunerazione equa o a un reddito di dignità, il diritto alla salute, alla casa, all’istruzione». E poi il futuro costruito sull’economia della conoscenza e su un modello di economia sostenibile piuttosto che sul profitto, con priorità all’ambiente, al patrimonio culturale, a scuola, università e ricerca. E ancora: equità e progressività fiscale, non austerità e politiche recessive, lotta all’elusione e all’evasione per affrontare i problemi di bilancio.
Il processo di partecipazione al progetto, si legge ancora nell’appello, deve essere attuato «con un processo di partecipazione aperto, che parta dalle liste civiche già presenti su tutto il territorio nazionale e che si apra ai cittadini, per decidere insieme, con metodo democratico, programmi e candidati»
Anna Falcone lo spiega ancora meglio: «Oltre al programma di massima bisogna intendersi anche sul metodo, perché, io che sono una elettrice come tanti, sono stanca di sentire che tutto il dibattito politico ruota attorno alla leadership. Quindi bisogna intendersi sul percorso e sul metodo – avverte Falcone -. Il percorso è: progetto, programma e poi indicazione democratica dei candidati e delle leadership». Controcorrente rispetto al berlusconismo e al renzismo, «a me piacerebbe una leadership diffusa, non un singolo capo», aggiungendo: «È evidente che se il percorso è questo, i candidati e le leadership devono essere i migliori candidati coerenti con il percorso che si è democraticamente scelto».



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Una laurea in Filosofia (indirizzo psico-pedagogico) a Siena e tanta gavetta nei quotidiani locali tra Toscana ed Emilia Romagna. A Rimini nel 1994 ho fondato insieme ad altri giovani colleghi un quotidiano in coooperativa, il Corriere Romagna che esiste ancora. E poi anni di corsi di scrittura giornalistica nelle scuole per la Provincia di Firenze (fino all'arrivo di Renzi…). A Left, che ho amato fin dall'inizio, ci sono dal 2009. Mi occupo di: scuola, welfare, diritti, ma anche di cultura.