Grande cinema a Trastevere per 60 giorni. Con il premio Oscar Farhadi, Claudio Giovannesi, Edoardo De Angelis e moltissimi altri.

I ragazzi dell’America ce l’hanno fatta! La rassegna di cinema, tra le più attese nella Capitale, il primo giugno ha acceso schermo e audio, per il terzo anno, per sessanta giorni, nel meraviglioso scenario di piazza San Cosimato. Grazie all’impegno di Sabrina Alfonsi, presidente del I Municipio e al suo staff tecnico, ma anche al sostegno di una sfilza di registi, attori e artisti che hanno firmato una lettera per tenere in vita la rassegna trasteverina. Dunque la programmazione sotto lo stelle si farà con un nutrito cartellone è consultabile sul sito: www.trasteverecinema.it.
Abbiamo chiesto a Valerio Carocci, tra i promotori degli eventi nati a sostegno dell’ex Cinema America, lo storico locale di via Natale del Grande fruibile solo in parte, quali intralci burocratici rischiavano di bloccare la manifestazione e quali ancora tengono in stallo l’apertura della Sala Troisi, di via Induno, per la cui rinascita operativa gli stessi ragazzi hanno vinto un bando più di un anno fa. «La questione è molto semplice – racconta – c’è una consigliera del M5S che abita in Piazza San Cosimato, Gemma Guerrini, che da anni protesta per tutte le manifestazioni che avvengono nella piazza» Negli anni scorsi, però, il Comune di Roma aveva sostenuto la rassegna. «Sì prima con il sindaco Marino, poi- aggiunge Carocci – lo scorso anno l’autorizzazione per l’occupazione del suolo pubblico è stata rilasciata, addirittura, dal gabinetto di Tronca, sotto commissariamento». Dopo l’autorizzazione del I Municipio, però, «il Comune ha messo nero su bianco che la manifestazione andava ridotta da 60 a 3 giorni.
Per una petizione, firmata da 22 residenti, su 3063 che abitano nei pressi della piazza, che sostengono di non riuscire a dormire a causa della proiezione del film. Il Campidoglio, dopo questa diffida, ha chiesto un esame dei pareri e Questura, Asl, Polizia municipale hanno dichiarato che non c’è stata alcuna problematica a riguardo. Il problema non esiste: abbiamo investito sull’audio, abbiamo sempre fatto attenzione a mantenere basso il volume e a programmare esclusivamente film che finiscono entro la mezzanotte. Né si può dire che abbiamo creato problemi igienico-sanitari e di pubblica sicurezza. Quella piazza, è riconosciuto anche dall’Ama, è mantenuta più pulita quando ci siamo noi perché la puliamo ogni sera, dopo la proiezione. Queste persone vorrebbero una piazza vuota, che potrebbe essere appannaggio della movida violenta, dello spaccio, ma prima di tutto senza iniziative culturali.
E il sindaco Virginia Raggi?
Abbiamo incontrato, più volte, per circa sei mesi, il vice sindaco Luca Bergamo. Ma una settimana fa è arrivata la richiesta di riduzione drastica della manifestazione. Ci siamo anche resi disponibili a spostare il progetto nei territori periferici, come loro hanno richiesto pubblicamente.
Forse questo non rientrava nei vostri programmi.
In realtà, abbiamo risposto che se c’era la volontà politica di andare in periferia, e noi siamo tutti ragazzi che vivono là, eravamo disponibilissimi, come abbiamo fatto a Casal Palocco o a Corviale.
Quanto alla Sala Troisi perché non lo avete ancora, materialmente, in mano?
Per un, chiamiamolo così, problema amministrativo (nel bando non c’era l’agibilità della sala, ma era un bando di servizio), nonostante la disponibilità economica a ristrutturarlo e le garanzie bancarie necessarie, sostenute anche dalla Indigo e da  Carlo Degli Esposti, mancherebbero trentamila euro per sbloccare la situazione, comunque aspettiamo un movimento da parte dell’amministrazione comunale.
Un altro spazio chiuso, come tante altre realtà a Roma.
Come poteva un’amministrazione comunale, pur in crisi di liquidità, rinunciare a una rassegna di cinema di sessanta giorni, a ingresso gratuito, sostenuta senza fondi comunali?
La nostra lettura è che ci sia la volontà di spazzare via tutto quello che non sia organico del M5S, anche se noi non abbiamo legami politici. Nonostante ci siamo posti con la volontà di aprire un dialogo con loro, la risposta non arriva, il dialogo ci viene negato, allora sì, chiamiamo Almodóvar e gli chiediamo di sostenerci, come dopo di lui hanno fatto tanti altri registi, immediatamente.
Sono tanti i cineasti, infatti, a sostenervi e che saranno ospiti della rassegna.
Avremo registi importantissimi: dal premio Oscar Farhadi ai giovanissimi italiani, Claudio Giovannesi, Edoardo De Angelis e moltissimi altri. E poi varie rassegne, di Antonioni, di Magni; la domenica sarà dedicata a Kubrick!
Piazza San Cosimato per Left ha un significato importante perché proprio lì, esattamente in via Roma Libera, si tenevano i seminari dello psichiatra Massimo Fagioli, che su queste pagine ha tenuto, fin dalla nascita del settimanale, una rubrica fondamentale, dal titolo Trasformazione. Come ha reagito il quartiere alla sua scomparsa?
Trastevere, nella accezione più positiva, è stato “colonizzato” da questa esperienza (dell’Analisi collettiva ndr) e credo che molte persone che andavano ai seminari si sentano legate a questo quartiere. La storia di Fagioli ha fatto parte e fa parte di Trastevere, lo sanno tutti.