In fondo rimane la consolazione che forse un po’ se ne vergognano anche loro di lucrare sul terrorismo xenofobo che inietta paure senza nemmeno bisogno di bombe. Mi illudo di credere che Grillo, quello che girava i teatri per aprirci gli occhi sul mondo, sappia in cuor suo di avere deciso di cavalcare una “cagata pazzesca” solo per uno’ di autopreservazione, buttandosi mani e piedi tra le braccia di un salvinismo che per sua natura ora gli chiederà ogni giorno di essere un po’ peggio, di urlare un po’ più forte, di sputare un po’ di bava.
E mi piacerebbe vedere l’orda di analisti politici della domenica pomeriggio che insistevano nel dirci che lì, dentro il M5S, ci sarebbero i voti della “sinistra delusa” oppure chi metteva il broncio ogni volta che si faceva notare come il Movimento 5 Stelle (com’è nella natura delle cose in politica) nonostante si sforzi di apparire al di sopra delle parti ogni volta che deve ritornare con i piedi per terra si sieda a destra.
Mi viene da pensare che questi, almeno, non sono fieramente razzisti come quelle quattro teste rasate che rimestano nei conati della nostalgia o come quei leghisti lepenisti da discount che strisciano da leoni da tastiera. Ma mi sbaglio, temo: essendo all’inizio del disvelamento i toni bassi potrebbero essere semplicemente l’inizio di un crescendo che non tarderà di passare dall’osceno al pubblicamente rivendicato.
Beppe Grillo dopo le elezioni amministrative (che dice di avere vinto, come tutti, ogni volta, così allineato anche in questo) ha sparato in sequenza strali contro i migranti, i rom, il Regolamento di Dublino e le solite multinazionali cattive. Il francescano che con l’acqua alla gola non trova di meglio che scalciare contro i deboli è la fotografia perfetta di una fede che più attenta al valore elettorale che ai valori. Quelli che volevano liberare i deboli dalle prepotenze dei potenti ora hanno deciso di dedicarsi alla liberazione degli sfoghi dei prepotenti deboli con i forti che fanno i forti con i deboli. Dentro, tanto per non farsi mancare nulla, ci hanno buttato anche una legge (quella sullo ius soli) che non ha nulla a che vedere con l’immigrazione ma torna utile per un po’ di propaganda sulla razza.
Chissà che ne direbbe, san Francesco. E chissà cosa direbbe, se potesse, Di Battista a guardarsi a braccetto con i beceri che ci aveva promesso di stanare.
Bene. Avanti così.
Buon giovedì.