Il Baobab è stato sgomberato di nuovo ed è la ventesima volta in due anni. È accaduto questa mattina, alle 7.30, a Piazzale Maslax. Ormai è routine: i migranti vengono portati via e i volontari rimangono lì, senza sapere più che fare e qualcuno smonta le tende. Ma questa volta c’è una notizia in più: alcuni parlamentari si sono decisi a intervenire rispondendo ad un appello dello stesso Baobab. Hanno “adottato” una tenda che ospitava i migranti e in questo modo ne hanno impedito la distruzione da parte dell’Ama. Ma cosa è diventato il Baobab? Mentre c’è un leader di partito che a proposito dei migranti sbraita, tirando fuori la massoneria, i banchieri e tesi di complotto, nel mondo Baobab c’è ben altro. Persone che arrivano in Italia stremate, dalla fame e dalla povertà, e altre che spendono le loro giornate, senza percepire uno stipendio, ad aiutare chi arriva. C’è un’organizzazione, tutta retta da volontari, che dimostra che l’accoglienza dei migranti a Roma è possibile. Ecco, questo è il Baobab. E il Baobab viene sgomberato, senza sosta e senza tregua, ininterrottamente da quando ha cominciato a funzionare. Il Baobab di Via Cupa era un centro di accoglienza per migranti, una struttura retta da volontari, che riusciva a dare accoglienza a un gran numero di migranti in arrivo e in transito nella Capitale. Il Centro è stato fatto sgomberare nel dicembre 2015 dopo i fatti di Mafia Capitale, ufficialmente è stato chiuso per riconsegnare l’edificio al suo legittimo proprietario. Nella realtà dei fatti però nessuno della giunta successiva si è impegnato per ricollocare il Centro e ora i volontari, con l’aiuto dei cittadini romani, stanno ospitando i migranti sempre in zona Tiburtina facendo quanto possono con tende e sacchi a pelo. La sindaca, che aveva promesso all’inizio del suo mandato, nel 2016, di risolvere il problema dell’accoglienza nella capitale entro ferragosto, non ha mantenuto le promesse. La Raggi che aveva fatto del dialogo uno dei suoi cavalli di battaglia in campagna elettorale, sembra però avere poca voglia di dialogare con i volontari del Baobab. Se il Movimento 5 stelle calca sempre più la mano sulla questione dei migranti, la Raggi non è da meno. La sindaca ha dichiarato diverse volte che la risposta a questa emergenza deve essere quella del pugno di ferro: Roma non è più in grado di accogliere migranti. Il 13 giugno infatti, con una lettera al Ministero dell’interno e al prefetto ha chiesto una moratoria all’arrivo di migranti nella capitale e all’apertura di nuovi centri a causa della “forte presenza migratoria e il continuo flusso di cittadini stranieri”. Temo che gli sgomberi continueranno. Temo che, fra politiche nazionali, politiche locali e quello che dice la Raggi, il segnale sia chiaro, tant’è che non a caso oggi stesso c’è stato l’ennesimo sgombero”, dice Andrea Costa, responsabile del Centro, che si dice pessimista sugli sgomberi odierni e quelli futuri. Ma qualcosa forse sta cambiando. Costa, che ieri è stato ospite al Teatro Brancaccio durante l’assemblea promossa dall’appello di Anna Falcone e Tomaso Montanari per una sinistra unita, afferma di aver visto una sinistra aperta a risolvere questa emergenza umanitaria. Una sinistra che ha capito di “potersi distinguere dagli altri partiti politici. Una sinistra che si fa riconoscere non solo perché rispetto alla tematica migranti dice cose diverse, ma anche perché pratica a tutti gli effetti una solidarietà concreta, che vuol dire stare lì a aiutare, aiutare di persona a trovare acqua e beni di prima necessità per i migranti”, afferma. “Mi sembra che la sinistra abbia deciso di mettere il punto sulla solidarietà agli immigrati. Siamo più che soddisfatti, dato che oggi allo sgombero sono venuti alcuni parlamentari di Sinistra Italiana e ci sembra quindi di ricevere un segnale positivo in questo senso”. Stamattina sono infatti intervenuti i senatori Luigi Manconi (PD) e Massimo Cervellini (SI) e il deputato Stefano Fassina (SI). Mentre invece altri parlamentari hanno partecipato all’iniziativa di “adottare una tenda”. Luigi Manconi, Stefano Fassina, Nicola Fratoianni (SI), Corradino Mineo (PD) e Maurizio Acerbo (RC) risultano infatti ora proprietari di alcune delle tende in cui trovano rifugio i migranti. In questo modo allo sgombero di questa mattina i volontari sono riusciti a scongiurare l’intervento dell’Ama, che avrebbe dovuto, come l’ultima volta, bruciare tutto ciò che era presente nell’area, compresi i pochi beni dei migranti, che l’ultima volta sono stati distrutti durante lo sgombero. Con l’iniziativa di “adotta una tenda”, lanciata dal Baobab, ora ogni tenda ha un proprietario e l’Ama non può più procedere con la distruzione. Secondo quanto racconta una volontaria del Baobab, l’ennesimo sgombero è dovuto ad un rimpallo di responsabilità tra la polizia municipale, le Ferrovie e la Questura. Mentre scriviamo alcuni parlamentari di Sinistra italiana starebbero trattando con le Ferrovie. Ancora una volta non si è compreso che dare un tetto sopra la testa e servizi di prima necessità ai migranti è anche il sistema migliore per stemperare le tensioni sociali che l’emergenza migranti ha generato a Roma.

Il Baobab è stato sgomberato di nuovo ed è la ventesima volta in due anni. È accaduto questa mattina, alle 7.30, a Piazzale Maslax.

Ormai è routine: i migranti vengono portati via e i volontari rimangono lì, senza sapere più che fare e qualcuno smonta le tende. Ma questa volta c’è una notizia in più: alcuni parlamentari si sono decisi a intervenire rispondendo ad un appello dello stesso Baobab. Hanno “adottato” una tenda che ospitava i migranti e in questo modo ne hanno impedito la distruzione da parte dell’Ama.

Ma cosa è diventato il Baobab? Mentre c’è un leader di partito che a proposito dei migranti sbraita, tirando fuori la massoneria, i banchieri e tesi di complotto, nel mondo Baobab c’è ben altro. Persone che arrivano in Italia stremate, dalla fame e dalla povertà, e altre che spendono le loro giornate, senza percepire uno stipendio, ad aiutare chi arriva. C’è un’organizzazione, tutta retta da volontari, che dimostra che l’accoglienza dei migranti a Roma è possibile. Ecco, questo è il Baobab.

E il Baobab viene sgomberato, senza sosta e senza tregua, ininterrottamente da quando ha cominciato a funzionare.

Il Baobab di Via Cupa era un centro di accoglienza per migranti, una struttura retta da volontari, che riusciva a dare accoglienza a un gran numero di migranti in arrivo e in transito nella Capitale. Il Centro è stato fatto sgomberare nel dicembre 2015 dopo i fatti di Mafia Capitale, ufficialmente è stato chiuso per riconsegnare l’edificio al suo legittimo proprietario. Nella realtà dei fatti però nessuno della giunta successiva si è impegnato per ricollocare il Centro e ora i volontari, con l’aiuto dei cittadini romani, stanno ospitando i migranti sempre in zona Tiburtina facendo quanto possono con tende e sacchi a pelo.

La sindaca, che aveva promesso all’inizio del suo mandato, nel 2016, di risolvere il problema dell’accoglienza nella capitale entro ferragosto, non ha mantenuto le promesse. La Raggi che aveva fatto del dialogo uno dei suoi cavalli di battaglia in campagna elettorale, sembra però avere poca voglia di dialogare con i volontari del Baobab. Se il Movimento 5 stelle calca sempre più la mano sulla questione dei migranti, la Raggi non è da meno. La sindaca ha dichiarato diverse volte che la risposta a questa emergenza deve essere quella del pugno di ferro: Roma non è più in grado di accogliere migranti. Il 13 giugno infatti, con una lettera al Ministero dell’interno e al prefetto ha chiesto una moratoria all’arrivo di migranti nella capitale e all’apertura di nuovi centri a causa della “forte presenza migratoria e il continuo flusso di cittadini stranieri”.

Temo che gli sgomberi continueranno. Temo che, fra politiche nazionali, politiche locali e quello che dice la Raggi, il segnale sia chiaro, tant’è che non a caso oggi stesso c’è stato l’ennesimo sgombero”, dice Andrea Costa, responsabile del Centro, che si dice pessimista sugli sgomberi odierni e quelli futuri. Ma qualcosa forse sta cambiando. Costa, che ieri è stato ospite al Teatro Brancaccio durante l’assemblea promossa dall’appello di Anna Falcone e Tomaso Montanari per una sinistra unita, afferma di aver visto una sinistra aperta a risolvere questa emergenza umanitaria. Una sinistra che ha capito di “potersi distinguere dagli altri partiti politici. Una sinistra che si fa riconoscere non solo perché rispetto alla tematica migranti dice cose diverse, ma anche perché pratica a tutti gli effetti una solidarietà concreta, che vuol dire stare lì a aiutare, aiutare di persona a trovare acqua e beni di prima necessità per i migranti”, afferma. “Mi sembra che la sinistra abbia deciso di mettere il punto sulla solidarietà agli immigrati. Siamo più che soddisfatti, dato che oggi allo sgombero sono venuti alcuni parlamentari di Sinistra Italiana e ci sembra quindi di ricevere un segnale positivo in questo senso”.

Stamattina sono infatti intervenuti i senatori Luigi Manconi (PD) e Massimo Cervellini (SI) e il deputato Stefano Fassina (SI). Mentre invece altri parlamentari hanno partecipato all’iniziativa di “adottare una tenda”. Luigi Manconi, Stefano Fassina, Nicola Fratoianni (SI), Corradino Mineo (PD) e Maurizio Acerbo (RC) risultano infatti ora proprietari di alcune delle tende in cui trovano rifugio i migranti. In questo modo allo sgombero di questa mattina i volontari sono riusciti a scongiurare l’intervento dell’Ama, che avrebbe dovuto, come l’ultima volta, bruciare tutto ciò che era presente nell’area, compresi i pochi beni dei migranti, che l’ultima volta sono stati distrutti durante lo sgombero. Con l’iniziativa di “adotta una tenda”, lanciata dal Baobab, ora ogni tenda ha un proprietario e l’Ama non può più procedere con la distruzione.

Secondo quanto racconta una volontaria del Baobab, l’ennesimo sgombero è dovuto ad un rimpallo di responsabilità tra la polizia municipale, le Ferrovie e la Questura. Mentre scriviamo alcuni parlamentari di Sinistra italiana starebbero trattando con le Ferrovie.

Ancora una volta non si è compreso che dare un tetto sopra la testa e servizi di prima necessità ai migranti è anche il sistema migliore per stemperare le tensioni sociali che l’emergenza migranti ha generato a Roma.