Nuove sanzioni in arrivo per il Qatar, lo ha deciso l'Arabia Saudita. L'ambasciatore di Riad a Mosca, Omar Ghobash ha riferito che potrebbe chiedere agli altri Paesi del blocco anti-Doha «di fare una scelta commerciale: tra loro e noi». Il braccio di ferro che ha imposto l'embargo al Qatar dal cinque giugno scorso va avanti e procede severo, con una lista di tredici punti da rispettare se Doha vuole davvero mettere fine alle sanzioni.

Per decidere il Qatar ha solo dieci giorni. Tra le richieste degli Emirati Arabia, Bahrein, Arabia Saudita c'è la rinuncia all'unità militare turca che è arrivata sul territorio per volere e su pressione di Erdogan pochi giorni fa e la chiusura del colosso mediatico multilingua, Al Jazeera.

Al Jazeera ha chiesto al diplomatico Ghobash se il diktat contro la all-news fosse una richiesta equa e lui ha risposto: «Noi non promuoviamo l'idea della libertà di stampa». Libertà, parole e paura. Se la voce verrà zittita, si fermerà l'escalation militare: «Il Golfo vive in un contesto particolare e quel contesto può trasformarsi da pacifico a violento solo e semplicemente per le parole che vengono pronunciate».

Nuove sanzioni in arrivo per il Qatar, lo ha deciso l’Arabia Saudita. L’ambasciatore di Riad a Mosca, Omar Ghobash ha riferito che potrebbe chiedere agli altri Paesi del blocco anti-Doha «di fare una scelta commerciale: tra loro e noi». Il braccio di ferro che ha imposto l’embargo al Qatar dal cinque giugno scorso va avanti e procede severo, con una lista di tredici punti da rispettare se Doha vuole davvero mettere fine alle sanzioni.

Per decidere il Qatar ha solo dieci giorni. Tra le richieste degli Emirati Arabia, Bahrein, Arabia Saudita c’è la rinuncia all’unità militare turca che è arrivata sul territorio per volere e su pressione di Erdogan pochi giorni fa e la chiusura del colosso mediatico multilingua, Al Jazeera.

Al Jazeera ha chiesto al diplomatico Ghobash se il diktat contro la all-news fosse una richiesta equa e lui ha risposto: «Noi non promuoviamo l’idea della libertà di stampa». Libertà, parole e paura. Se la voce verrà zittita, si fermerà l’escalation militare: «Il Golfo vive in un contesto particolare e quel contesto può trasformarsi da pacifico a violento solo e semplicemente per le parole che vengono pronunciate».