Il 4 aprile è stato usato il gas sarin contro i civili. Lo ha confermato l’Opac, l’Organizzazione per la proibizione di armi chimiche, premio Nobel per la Pace 2013. È accaduto a Khan Sheikhun, nella provincia di Idlib.
Secondo il Report appena pubblicato sul sito dell’Opac, il punto d’origine da cui l’arma chimica si è diffusa, uccidendo oltre cento persone, contaminandone oltre trecento, è un cratere lungo la strada della cittadina che si trova a metà strada tra Aleppo e Homs. La versione del governo siriano e di quello russo, secondo cui tutto sarebbe avvenuto a causa dell’esplosione di un deposito di armi chimiche dei ribelli – di cui non c’è alcuna menzione nel rapporto Opac – non reggerebbe. Grazie al ritrovamento del cratere c’è invece la conferma della versione di vittime e testimoni secondo i quali il bombardamento con il sarin è stata opera di un aereo siriano che sorvolava la città ribelle il mattino del 4 aprile.
Washington lunedì scorso aveva dichiarato che la Siria «pagherà un prezzo altissimo» se dovesse utilizzare di nuovo agenti chimici proibiti, ricordando che ad aprile la risposta della Casa Bianca all’attacco con il sarin sono stati i 59 missili da crociera Tomahawk.
Saranno le Nazioni Unite ora a dover investigare per individuare i responsabili degli eventi di aprile, responsabili i cui nomi per il momento mancano nel rapporto dell’Opac. Ahmet Uzumcu, direttore generale dell’organizzazione non governativa, ha detto di «condannare profondamente questa atrocità, i perpetratori di questo attacco orribile devono essere riportati alla responsabilità dei loro crimini».