Sì, lo so. Ci sono cose più importanti e gravi. Funziona sempre così: quando si discute di diritti e di parità di generi c’è sempre qualcuno che ci accusa di non occuparci d’altro. Forse davvero dovremmo accontentarci delle desinenze e non rompere. Quindi sgomberiamo il campo: ci sono cose più importanti ma ho il privilegio di scrivere qui un po’ di quello che ci pare, di incaponirci anche sulle cose minime. De presto se avessimo aspettato che i diritti fossero mainstream per poterne parlare saremmo ancora al secolo scorso. E, a proposito di secolo scorso, ecco una foto:
Siamo all’abbazia di Sulmona e va in scena una due giorni di “idee per lo sviluppo dell’Abruzzo” organizzata dalla Regione Abruzzo (nella persona del governatore Luciano D’Alfonso) e che ha visto la partecipazione del ministro alla Coesione territoriale Claudio De Vincenti.
Cotante teste di cotante idee sono tutte formalmente piantate in corpi maschili (tutti, tutti uomini) che discettano amorevolmente con alcune donne (tutte donne) utilizzate nel sontuoso ruolo di copri teste. Sembra la partenza di una Gran Premio di Formula 1 solo che questi, a differenza dei piloti, dovrebbero (e vorrebbero) cambiare in meglio il Paese. Mica puntare al podio.
Il (cattivo) gusto della foto l’ha descritto bene Alexandra Coppola (badate bene: dirigente del PD locale) che ha scritto: «Troviamo queste foto che ritraggono delle ragazze in funzione parasole e parapioggia che agevolano il dibattito di uomini beatamente seduti. Mi chiedo ma dove vogliamo arrivare?? Nella mia militanza ho fatto di tutto, attaccato manifesti, preparato sale che avrebbero ospitato ospiti importanti, ecc. ma mai nessuno mi ha chiesto di riparare dal sole compagni di partito. Queste immagini sono raccapriccianti. Mi fanno male vederle e mi fa male pensare che nel mio partito nessuna donna dirà nulla. Ora voglio capire chi è responsabile di questo messaggio maschilista».
Ma non è finita qui. Se volete inorridire potete leggere il comunicato stampa che ha sciorinato il portavoce del presidente: «Il presunto “caso degli ombrelli” accaduto a Fonderia Abruzzo è davvero una non-notizia, una boutade estiva giustificabile solo da una domenica senza la possibilità di andare in spiaggia. Nel dettaglio: durante due dei dibattiti svoltisi ieri alla Badia celestiniana di Sulmona, nel corso di Fonderia Abruzzo 2017, è stato necessario l’improvviso utilizzo di ombrelli per riparare i relatori dalla pioggia (al mattino) e dal sole (nel pomeriggio) poiché il palco era scoperto. Non appena si è verificata l’emergenza, alcuni volontari dotati di ombrello si sono attivati autonomamente. Giampiero Leombroni ha provato a coprire il ministro De Vincenti – presente al dibattito del mattino – con i fogli di un giornale locale ma non sono stati resistenti. Nell’apprendere di queste polemiche, per la prossima edizione di Fonderia Abruzzo D’Alfonso ha ironicamente pensato ad un capitolato d’appalto nel quale sia prevista una voce riguardante i portatori di ombrelli in caso di sole e di pioggia, tutti rigorosamente di sesso maschile, magari capitanàti da Leombroni. Il Presidente ha anche confidato: “Disponevo di un cappuccio nella giacca ma non l’ho usato per non passare per affiliato alla massoneria”. Scherzi a parte, la natura strumentale di questa polemica è lampante. I commenti di chi ha visto in questa vicenda un affronto alla parità di genere sono davvero fuori luogo o comunque frutto di disinformazione. Per il resto, c’è chi si attacca ad un ombrello pur di avere un po’ di visibilità mediatica».
Che ridere. Vero?
Buon lunedì.