Nelle motivazioni della sentenza che ha condannato l'ex ad di Rfi Mauro Moretti a 7 anni si legge: «Una concatenazione di accadimenti strettamente consequenziali tra loro che sarebbe stato possibile evitare attraverso il rispetto di consolidate regole tecniche create proprio al fine di garantire la sicurezza del trasporto ferroviario»

La strage di Viareggio, 32 persone morte tra le fiamme, «non è stato un fatto imprevedibile», lo scrivono i giudici del tribunale di Lucca nelle motivazioni della sentenza del processo di primo grado che si è concluso lo scorso gennaio. Durante il terribile incidente di Viareggio, accaduto il 29 giugno 2009, alle 23:50 un treno merci che stava trasportando gpl, deraglia e si squarcia. La rottura delle cisterne cariche di gpl provoca una “nube esplosiva”. A causa del gas fuoriuscito si verifica un’esplosione gigantesca che si propaga nelle strade e nelle abitazioni vicino alla ferrovia. La maggior parte delle vittime muoiono bruciate nei loro letti.
Secondo i giudici l’incidente di Viareggio «costituisce un evento derivato da una concatenazione di accadimenti strettamente consequenziali tra loro che sarebbe stato possibile evitare attraverso il rispetto di consolidate regole tecniche create proprio al fine di garantire la sicurezza del trasporto ferroviario, e soprattutto, prestando massima attenzione ai diversi segnali di allarme che si erano manifestati già prima del fatto e che preludevano al disastro». Se infatti la rottura dell’assile del carro è stato «il fattore originario» da cui poi si è scatenato il disastro, causando il deragliamento del treno e la successiva fuoriuscita di gas, la «causa originaria ed il verificarsi dei fattori successivi debbono essere considerati concause tutte riferibili al medesimo contesto di gestione del rischio che è quello connesso al trasporto ferroviario». Secondo i giudici di Lucca le società coinvolte nel processo hanno «ottenuto vantaggi consistenti nel risparmio economico derivato dalla omissione di interventi di carattere tecnico».
Nel processo, concluso lo scorso 31 gennaio, c’erano 33 imputati. Fra i condannati: Mauro Moretti, l’ex amministratore delegato di Fs e Rfi, condannato a 7 anni  e Michele Mario Elia, ex amministratore delegato di Rfi condannato a 7 anni e mezzo. L’accusa per tutti gli imputati era di disastro ferroviario, incendio colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni personali. In totale ci sono stati dieci assolti, mentre pene pesanti sono andate anche al responsabile sistema manutenzioni di Gatx Rail, la società tedesca che aveva affittato i carri cisterna, condannato a 9 anni e mezzo.