Dal 31 agosto la maratona di 140 concerti in quattro centri colpiti dai terremoti del 2009 e del 2016, tra Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo. Con Paolo Fresu direttore artistico e 700 musicisti che danno il loro contributo per la ricostruzione

«Il jazz è un linguaggio che può adattarsi ai centri storici feriti, non ha bisogno per forza di grandi palcoscenici, puoi avere un piano solo o un quintetto in una basilica, è una musica della scoperta che si guarda intorno e costruisce – e mi pare un termine calzante», dice Paolo Fresu. Tra jam session e progetti solistici, dal duo alla banda di paese alle orchestre, dai nomi più noti ai giovani emergenti anche del luogo, Il jazz italiano per le terre del sisma 2017 con la direzione artistica del grande trombettista coinvolge con concerti pomeridiani e serali Scheggino in Umbria (31 agosto), Camerino nelle Marche (1° settembre), Amatrice nel Lazio (2 settembre, nel piazzale dell’ex Istituto Alberghiero), e per l’intero 3 settembre L’Aquila con appuntamenti finanche per strada e dai balconi oltre che a Collemaggio.
Con il Mibact in testa e i quattro sindaci come promotori, Left tra i media partner, Ada Montellanico presidente di Midj – Midj è tra gli organizzatori insieme all’associazione I-Jazz e alla Casa del Jazz di Roma – evidenzia il sostegno forte della Rai, tra Rainews 24, i tre canali radio e altro, e cita l’impegno di Gianni Pini di I-Jazz (e Music Pool) tra gli organizzatori. Distribuiti in oltre 140 concerti suonano oltre 700 musicisti di cui 600 nel capoluogo abruzzese dove ha dato il suo apporto il comitato per la ricorrenza della Perdonanza. La maratona musicale collabora con Io ci sono Onlus per costruire il Centro polifunzionale di Amatrice. Vanno citate le associazioni Visioni in Musica (Scheggino), Musicamdo Jazz e Tam-Tutta un’altra musica (Camerino) e Fara Music (Amatrice). Info: italiajazz.it

Nel prossimo numero di Left in uscita sabato 2 settembre ampio sfoglio su Il Jazz italiano per le terre del sisma 

Foto di Paolo Soriani