Un film può destabilizzare uno Stato? Un cinema può diventare teatro della protesta? Forse no. O forse si. Il ministro della Cultura in Russia sta decidendo se vietare la diffusione di una commedia straniera nel Paese, perché “è opera compiuta dall’Ovest per destabilizzare la Russia”. Il film in questione è La morte di Stalin, la cui proiezione in Russia potrebbe generare un’ondata di manifestazioni, ma soprattutto, far arrabbiare i comunisti russi, che hanno già definito l’opera “rivoltante”.
Basato su un fumetto dallo stesso titolo, il film avrà per protagonisti Nikita Khrusev, interpretato da Steve Bushemi, e Vyacheslav Molotov, che sarà Michael Palin. La morte del capo supremo dell’Urss è l’inizio della storia che riguarda la lotta per il potere dopo, appunto, la sua morte. La produzione del film è britannica e francese, l’autore ha un nome italiano e nazionalità scozzese: si chiama Armando Iannucci, ed è l’uomo che sta dietro le satire politiche in onda nel Regno Unito, come Veep e The Thick of it.
Pavel Pozhigailo, ufficiale della camera pubblica statale, ha riferito che il ministero della Cultura russo non permetterà la proiezione del film se deciderà che si tratta di un potenziale “incitamento all’odio”. Ormai è questione di Stato, cioè di Cremlino. Anche Dimitry Peskov, il portavoce del presidente, ha rinnovato la sua fiducia nella scelta e nella decisione del ministro, da cui dipenderà la possibile o la mancata distribuzione del film, già in uscita in Europa e Nord America il prossimo mese.
Film si, film no: in Russia proiettare film è tornata ad essere questione di Stato da quando nelle sale cinematografiche è arrivato Matilda, ovvero la storia di una ballerina polacca amante dello zar Nicola II, giustiziato dai comunisti e poi canonizzato come santo dalla chiesa russa. Film e fiamme: gli ortodossi di tutto il Paese hanno minacciato di bruciare i cinema che non si sarebbero rifiutati di proiettare Matilda. “Se quello di Stalin è provocatorio come Matilda, allora non bisognerà proiettarlo, se ci sarà pericolo, allora insisteremo affinché non attenga la licenza di proiezione” ha detto Pozhigailo.