Il sesso, il gioco d’azzardo e la bomba nucleare nordcoreana. Tutto può finire incastrato nelle maglie della censura digitale cinese. Si chiama Great Firewall, grande muro di fuoco, il sistema di controllo di internet del Dragone asiatico. Non più solo temi politici, idee libertarie, notizie sui dissidenti e giornalisti in prigione. Ora in Cina una nuova ondata di divieti sembra riportare il Paese «ad un’era precedente, di pubblica moralità, rafforzata dal partito comunista al potere», scrive il New York Times.
Ci sono 68 diverse nuove categorie da censurare, scoprire e vietare sul web, in quella fetta di mondo che ha più utenti connessi online di qualsiasi altro Paese. Le recenti linee guida dettate dal governo hanno bannato qualsiasi materiale che riguardi le bevute eccessive o il gioco d’azzardo, casi criminali bizzarri o eccessivamente grotteschi, oltre tutto ciò che ridicolizza i leader della rivoluzione cinese o i membri attuali delle istituzioni e della polizia. Inoltre, anche tutto quello che potrebbe pubblicizzare o riguardare una vita agiata trascorsa nel lusso. Continuiamo: masturbazione, stupro, prostituzione sono temi vietati, perché fanno diffondere “valori morali insani”, esattamente come quasi tutto ciò che riguarda il sesso. Song Jie, una scrittrice cinese che pubblica i suoi romanzi online, sa esattamente cosa può scrivere e cosa deve omettere per evitare di essere censurata: tra le parole vietate ci sono gli organi sessuali o il sesso esplicito. I filtri della censura si attiveranno anche se si usano parole che riguardano la tematica in altri contesti.
Il nuovo corso disciplinare del presidente Xi JinPing è stato trasmesso e verrà eseguito alla lettera da tutti, dalla China Net Casting Services Association ai giganti dei social network, come Sina e Tencent, fino all’aggregatore di notizie Jinri Toutiao. Le autorità cinesi temono ripercussioni per il prossimo congresso del partito ad ottobre, è per quello che, pensano in molti, le maglie del controllo si stringono proprio adesso. Per i giornalisti si tratta di libertà di parola, per gli scrittori della libertà di creazione. Per tutti gli altri di libertà di comunicazione, ma se qualcuno si ribella sui social vede ovviamente cancellati i suoi post. Sul popolare sito di microblogging Sina Weibo o su Wechat vengono censurate le barzellette sui test dei missili nordcoreani. Anche l’espressione “bomba all’idrogeno” è stata censurata. Secondo il sito di monitoraggio della censura, Freeweibo, le parole più censurate su Weibo ultimamente sono Nord Corea, bomba all’idrogeno e Brics. È l’emanazione di un’ideologia paternalistica voluta dal presidente, scrivono gli ultimi ribelli online, per quello che lui chiama il “sogno cinese”.