Lo scandalo dei centri di detenzione in Libia, la xenofobia, le complicità di parte del terzo settore e l’etica politica smarrita. Il fondatore di Emergency, espone a Left il suo punto di vista sul tema dell’immigrazione. Senza tanti giri di parole

È finito su tutti i giornali per avere definito il ministro Minniti “sbirro” eppure Gino Strada, fondatore di Emergency, da tempo sta provando a denunciare ben altro che un semplice aggettivo: la situazione libica adottata dal governo miete, giorno dopo giorno, le sue vittime nel silenzio di un pezzo d’informazione e della politica. Per questo abbiamo voluto sentirlo cercando di andare oltre la polemica buona per qualche articolo indignato.

Gino Strada, si è parlato dello “sbirro Minniti” ma sembra che si sia perso il cuore del suo discorso sulla questione umanitaria in Libia. Che ne pensa?
Ovvio, perché ai media non interessa quello che dico ma preferiscono fermarsi sullo “sbirro”. Noi abbiamo fatto un comunicato stampa, tre settimane prima, in cui dicevamo che la politica di Minniti era un atto di guerra contro i migranti. Abbiamo usato esattamente queste parole: “atto di guerra contro i migranti” e quel comunicato non lo ha ripreso nemmeno il giornale delle focolarine… è bastato dire “sbirro”. Questa è la cosa più deprimente dell’informazione italiana.
Ma cosa manca, al di là della politica, per riuscire a raccontare le dimensioni del dramma che si sta vivendo? Mancano gli intellettuali?
Manca l’etica. Mancano i valori e mancano quelle che una volta si chiamavano “le palle”. Mancano etica e valori perché la politica non segue più il principio che poi dovrebbe plasmare la sua azione: in base ai principi si dovrebbero prendere certe scelte. Il caso dei migranti (che ha segnato di fatto la fine dell’Europa: possono andare avanti per vent’anni, gettare centinaia di milioni di euro ma l’Europa è sostanzialmente finita) è un esempio paradigmatico: si è messa in atto la politica “a prescindere”. Se le mie scelte politiche determinano il fatto che alcune persone ci lascino la vita o vengano torturate o vengano stuprate e io non mi occupo di queste cose, che modello di società sto proponendo? La mia visione sociale diventa quella di Pablo Escobar, capisci? Anche lui ha fatto ammazzare non so quante persone in Colombia eppure Medellin in dieci anni si è trasformata da case di fieno e paglia a una città decine di volte più ricca. Non si può prescindere dai principi!

L’intervista di Giulio Cavalli a Gino Strada prosegue su Left in edicola


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