Siamo sicuri che ci sia una sostanziale differenza fra la visione misogina e razzista del sindaco leghista di Pontida, che rilascia permessi di parcheggio alle donne incinte solo se italiane, e quella del sindaco Pd di Firenze che commentando lo stupro denunciato da due studentesse americane di cui sono accusati due carabinieri, ha detto: «E’ importante che imparino che Firenze non è Disneyland dello sballo»?
A fine estate, ricorderete, Dario Nardella, delfino di Matteo Renzi, era andato al meeting di Comunione e liberazione per presentare un manifesto dei sindaci a favore di politiche peo crescita demografica (auspicando due figli per donna!).
Nel frattempo si mostrava in posa da sceriffo trionfante accanto a cumuli di borse requisite a venditori ambulanti senza licenza. Dettagli? Solo folclore? Il primo cittadino di Firenze, come quello di qualsiasi altro comune, è una figura pubblica e i suoi discorsi e le sue azioni sono legittimamente criticabili dai cittadini che dovrebbe rappresentare (anche se non l’hanno votato).
La campagna elettorale con tutta evidenza è già iniziata e il Pd al pari delle destre la sta giocando sulla pelle delle donne e dei migranti. Beninteso non sono solo gli amministratori locali a renderlo evidente dalla sindaca Pd di Codigoro che alza le tasse a chi affitta ai migranti al sindaco di Nereto che stava per concedere la sala Allende a dei neofascisti per un convegno su Salò. Ma lo si evince chiaramente dall’operato del governo Gentiloni.
Al codice Minniti che va alla guerra contro i migranti e le Ong, colpevoli di fare tutto il possibile per salvare vite umane, Left ha dedicato una storia di copertina di aperta denuncia. Ci torniamo in questo sfoglio esaminando le opacità nella gestione di Cie e Cara e raccogliendo la testimonianza di Gino Strada che non esita a denunciare le politiche «razziste e neonaziste» di questo governo che lucidamente soffia sul fuoco della paura paventando un’invasione di immigrati che non c’è. I media, accusa il medico e fondatore di Emergency, fanno da cassa di risonanza, riportando in modo falso e tendenzioso le notizie su casi di stupro alimentando la paura dello straniero violentatore, quando tutte le statistiche dicono che purtroppo le violenze sulle donne avvengono soprattutto in famiglia da parte di mariti e parenti italianissimi. L’obiettivo è chiaro: criminalizzare i migranti e ricacciare in casa le donne. A spingere in questa direzione non sono solo i manifesti di Forza Nuova esemplati su quelli di epoca fascista, ma contribuiscono anche vademecum per signorine come quello stilato sul Messaggero Lucetta Scaraffia (già collaboratrice dell’Osservatore Romano) candidata a Roma con una lista civica pro Rutelli nel 2008 e che dal 2007, interrottamente siede nel Comitato nazionale per la bioetica, organo consultivo del governo. L’imbarazzante Fertility day varato esattamente un anno fa dal ministro per la Salute, Beatrice Lorenzin, ora pare niente rispetto alla proposta di Scaraffia che dispensa consigli e insegnamenti rivolti alle giovani donne su come non farsi stuprare e su come mettersi al riparo dalla violenza maschile. Sul Messaggero ha scritto che per le donne è meglio «evitare le situazioni pericolose», rassegnandosi alla «necessità di riconoscere i rischi e le debolezze del destino femminile» e di accettare protezione. «Educare le ragazze alla diffidenza» consiglia cattolicamente alle madri e alle figlie comportamenti castigati. Pena l’essere additata come una che se l’è andata a cercare!
In questo Paese, che fino al 1996 giudicava lo stupro un reato contro la morale e che fino al 1981 accettava il delitto d’onore e l’infame “matrimonio riparatore”, il centrosinistra invece di lavorare alacremente per l’evoluzione della società e per il superamento degli ultimi residui della politica patriarcale, per un calcolo politico (sbagliato) e per ideologia (cattolica) rischia di riportare l’orologio indietro di cinquant’anni, annullando le conquiste degli anni Settanta.
Cosa aspetta la sinistra, laica e progressista, a scendere in piazza?
Siamo sicuri che ci sia una sostanziale differenza fra la visione misogina e razzista del sindaco leghista di Pontida, che rilascia permessi di parcheggio alle donne incinte solo se italiane, e quella del sindaco Pd di Firenze che commentando lo stupro denunciato da due studentesse americane di cui sono accusati due carabinieri, ha detto: «E' importante che imparino che Firenze non è Disneyland dello sballo»?
A fine estate, ricorderete, Dario Nardella, delfino di Matteo Renzi, era andato al meeting di Comunione e liberazione per presentare un manifesto dei sindaci a favore di politiche peo crescita demografica (auspicando due figli per donna!).
Nel frattempo si mostrava in posa da sceriffo trionfante accanto a cumuli di borse requisite a venditori ambulanti senza licenza. Dettagli? Solo folclore? Il primo cittadino di Firenze, come quello di qualsiasi altro comune, è una figura pubblica e i suoi discorsi e le sue azioni sono legittimamente criticabili dai cittadini che dovrebbe rappresentare (anche se non l’hanno votato).
La campagna elettorale con tutta evidenza è già iniziata e il Pd al pari delle destre la sta giocando sulla pelle delle donne e dei migranti. Beninteso non sono solo gli amministratori locali a renderlo evidente dalla sindaca Pd di Codigoro che alza le tasse a chi affitta ai migranti al sindaco di Nereto che stava per concedere la sala Allende a dei neofascisti per un convegno su Salò. Ma lo si evince chiaramente dall’operato del governo Gentiloni.
Al codice Minniti che va alla guerra contro i migranti e le Ong, colpevoli di fare tutto il possibile per salvare vite umane, Left ha dedicato una storia di copertina di aperta denuncia. Ci torniamo in questo sfoglio esaminando le opacità nella gestione di Cie e Cara e raccogliendo la testimonianza di Gino Strada che non esita a denunciare le politiche «razziste e neonaziste» di questo governo che lucidamente soffia sul fuoco della paura paventando un’invasione di immigrati che non c’è. I media, accusa il medico e fondatore di Emergency, fanno da cassa di risonanza, riportando in modo falso e tendenzioso le notizie su casi di stupro alimentando la paura dello straniero violentatore, quando tutte le statistiche dicono che purtroppo le violenze sulle donne avvengono soprattutto in famiglia da parte di mariti e parenti italianissimi. L’obiettivo è chiaro: criminalizzare i migranti e ricacciare in casa le donne. A spingere in questa direzione non sono solo i manifesti di Forza Nuova esemplati su quelli di epoca fascista, ma contribuiscono anche vademecum per signorine come quello stilato sul Messaggero Lucetta Scaraffia (già collaboratrice dell’Osservatore Romano) candidata a Roma con una lista civica pro Rutelli nel 2008 e che dal 2007, interrottamente siede nel Comitato nazionale per la bioetica, organo consultivo del governo. L’imbarazzante Fertility day varato esattamente un anno fa dal ministro per la Salute, Beatrice Lorenzin, ora pare niente rispetto alla proposta di Scaraffia che dispensa consigli e insegnamenti rivolti alle giovani donne su come non farsi stuprare e su come mettersi al riparo dalla violenza maschile. Sul Messaggero ha scritto che per le donne è meglio «evitare le situazioni pericolose», rassegnandosi alla «necessità di riconoscere i rischi e le debolezze del destino femminile» e di accettare protezione. «Educare le ragazze alla diffidenza» consiglia cattolicamente alle madri e alle figlie comportamenti castigati. Pena l’essere additata come una che se l’è andata a cercare!
In questo Paese, che fino al 1996 giudicava lo stupro un reato contro la morale e che fino al 1981 accettava il delitto d’onore e l’infame “matrimonio riparatore”, il centrosinistra invece di lavorare alacremente per l’evoluzione della società e per il superamento degli ultimi residui della politica patriarcale, per un calcolo politico (sbagliato) e per ideologia (cattolica) rischia di riportare l’orologio indietro di cinquant’anni, annullando le conquiste degli anni Settanta.
Cosa aspetta la sinistra, laica e progressista, a scendere in piazza?