«Serve un nuovo modello economico, che rimpiazzi i dogmi falliti del neoliberismo». Lo ha dichiarato oggi il leader Jeremy Corbyn a Brighton, dove è intervenuto in occasione della giornata conclusiva del congresso del Partito laburista inglese iniziato domenica. Un intervento, spezzato di frequente da calorosi applausi e standing ovation, dove Corbyn ha toccato svariati temi, dal welfare alla scuola, dai tagli dei servizi pubblici alla Brexit. Secondo il leader laburista, i conservatori in modo «spietato» hanno «calcolato che rendere più povere le persone in nome dell’austerità avrebbe permesso forti tagli alle tasse per i ricchi e per i potenti». Questi tagli hanno fatto sì che il Regno Unito sia stato persino ripreso dalle Nazioni unite per «aver violato i diritti delle persone disabili». L’economia inglese - accusa Corbyn - non si occupa più della questione abitativa, di garantire un lavoro alle persone e di innalzare gli standard qualitativi della vita. Bisogna cambiare modello economico, aggiunge, perché «in Gran Bretagna stiamo assistendo ad un aumento di senza tetto e di poveri senza precedenti». Bisogna puntare su servizi pubblici, sull'istruzione, sulla sanità e su un nuovo piano di investimenti per creare lavoro, argomenta con decisione il capo del Labour party. «Se vuoi vedere come i poveri muoiono, vieni a vedere la Grenfell Tower», dice il leader, citando una poesia di Ben Okri ispirata alla catastrofe di giugno nella quale sono morte almeno 87 persone nel quartiere North Kensington di Londra. Il partito laburista, ammonisce Corbyn, non deve inoltre giocare sulla contrapposizione tra giovani e vecchi, ma anzi unire le generazioni, perché «soltanto uniti si può arrivare alla vittoria». Sulla Brexit, «il partito laburista accetta il risultato del referendum», ma questo non deve per forza portare a mettere a rischio posti di lavoro. «I tre milioni di cittadini dell’Unione europea che vivono e lavorano in Gran Bretagna - prosegue - sono i benvenuti qui». «E il loro futuro - aggiunge appellandosi alla premier May - deve essere garantito». Lo scopo malcelato della manovra di fuoriuscita dall’Ue - secondo Corbyn - è il trasformare il Paese in un paradiso fiscale senza regole, nel quale poche aziende al top possono fare profitti, mentre tutti gli altri cittadini soffriranno sempre di più. I Tories, inoltre, sarebbero colpevoli di «spendere più tempo a negoziare con tutti meno che con l’Unione europea». Il partito laburista - spiega - è pronto a governare, e i risultati elettorali positivi lo confermano. Idee estremiste? No, «il labour - si difende - è il partito del nuovo senso comune».                        

«Serve un nuovo modello economico, che rimpiazzi i dogmi falliti del neoliberismo». Lo ha dichiarato oggi il leader Jeremy Corbyn a Brighton, dove è intervenuto in occasione della giornata conclusiva del congresso del Partito laburista inglese iniziato domenica. Un intervento, spezzato di frequente da calorosi applausi e standing ovation, dove Corbyn ha toccato svariati temi, dal welfare alla scuola, dai tagli dei servizi pubblici alla Brexit.

Secondo il leader laburista, i conservatori in modo «spietato» hanno «calcolato che rendere più povere le persone in nome dell’austerità avrebbe permesso forti tagli alle tasse per i ricchi e per i potenti». Questi tagli hanno fatto sì che il Regno Unito sia stato persino ripreso dalle Nazioni unite per «aver violato i diritti delle persone disabili».

L’economia inglese – accusa Corbyn – non si occupa più della questione abitativa, di garantire un lavoro alle persone e di innalzare gli standard qualitativi della vita. Bisogna cambiare modello economico, aggiunge, perché «in Gran Bretagna stiamo assistendo ad un aumento di senza tetto e di poveri senza precedenti». Bisogna puntare su servizi pubblici, sull’istruzione, sulla sanità e su un nuovo piano di investimenti per creare lavoro, argomenta con decisione il capo del Labour party.

«Se vuoi vedere come i poveri muoiono, vieni a vedere la Grenfell Tower», dice il leader, citando una poesia di Ben Okri ispirata alla catastrofe di giugno nella quale sono morte almeno 87 persone nel quartiere North Kensington di Londra.

Il partito laburista, ammonisce Corbyn, non deve inoltre giocare sulla contrapposizione tra giovani e vecchi, ma anzi unire le generazioni, perché «soltanto uniti si può arrivare alla vittoria».

Sulla Brexit, «il partito laburista accetta il risultato del referendum», ma questo non deve per forza portare a mettere a rischio posti di lavoro. «I tre milioni di cittadini dell’Unione europea che vivono e lavorano in Gran Bretagna – prosegue – sono i benvenuti qui». «E il loro futuro – aggiunge appellandosi alla premier May – deve essere garantito».

Lo scopo malcelato della manovra di fuoriuscita dall’Ue – secondo Corbyn – è il trasformare il Paese in un paradiso fiscale senza regole, nel quale poche aziende al top possono fare profitti, mentre tutti gli altri cittadini soffriranno sempre di più. I Tories, inoltre, sarebbero colpevoli di «spendere più tempo a negoziare con tutti meno che con l’Unione europea».

Il partito laburista – spiega – è pronto a governare, e i risultati elettorali positivi lo confermano. Idee estremiste? No, «il labour – si difende – è il partito del nuovo senso comune».