Come si fa a lottare per i diritti delle donne, a parlare e scrivere di autodeterminazione, a mobilitarsi per la piena applicazione della legge 194 e al contempo riferirsi al papa come leader ideale della sinistra? Basterebbe questa domanda per mostrare la feroce contraddizione che c’è nel dirsi di sinistra e seguaci di Bergoglio. Che continua a fare il proprio mestiere lanciando anatemi e additando come assassine le donne che decidono di interrompere una gravidanza. «Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito, ha il volto del Signore che, prima ancora di nascere, e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo». Queste parole di papa Francesco si trovano in una nota pastorale in cui il pontefice parla della Chiesa come di un ospedale da campo per esseri umani derelitti, resi tali da «ferite spirituali» e colpe tra cui l’aborto. In questi anni Bergoglio - oggi osannato come leader, non solo dai vertici del Pd, ma anche da nuove formazioni di sinistra e perfino dalla radicale Emma Bonino - non si è limitato a predicare, ma è intervenuto a gamba tesa (come si diceva della Cei ai tempi della battaglia contro la legge 40) in questioni che riguardano la politica e la legislazione italiana, pontificando sulla vita umana, che comincerebbe dal concepimento, sul fine vita, negando la possibilità di poter morire con dignità ai malati terminali perché la vita è un dono di dio. I risultati si sono visti chiaramente in questi anni, la legge 40, voluta trasversalmente da cattolici di destra e di sinistra è una legge antiscientifica e crudele che confonde la realtà del bambino con quella dell’embrione e del feto e per questo l’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti umani. E che ancora oggi, nonostante sia stata smantellata pezzo dopo pezzo nelle aule dei tribunali impedisce di utilizzare gli embrioni congelati e non più idonei all’impianto in utero per ricerche scientifiche che potrebbero in futuro portare a terapie di malattie oggi incurabili. Come si fa a definire di sinistra e a considerare un faro un papa che vuole far ammalare di depressione le donne, inculcando in chi ha abortito l’idea di aver ucciso un bambino. Un’idea medievale, che va contro ogni evidenza scientifica, dal momento che come è ampiamente accertato dalla moderna neonatologia, «prima delle 23-24 settimane il feto, se nasce, non ha nessuna possibilità di vita in quanto le connessioni cerebrali fra organi sensoriali e corteccia non sono formati». Ma il papa e i cattolici intignano. Controllare la sessualità femminile, coartare il desiderio, impedire la realizzazione dell’identità femminile nel rapporto intimo e profondo con il maschile è sempre stata la fissa dei cristiani. E papa Francesco tiene “alta” questa tradizione, seguito da esponenti del Pd che in Europa hanno fatto crociate in difesa dell’embrione che a loro dire sarebbe uno di noi. Il ministro della Salute del governo Renzi e Gentiloni, ispirata dal “santo” papa ha lanciato - ricorderete - un inaccettabile fertility day in cui, si esortavano le donne, come ai tempi di Mussolini di dare figli alla patria... e a dio. Incredibile ma vero, tutto questo è stato cancellato con un colpo di spugna dai tanti compagni di strada con i quali abbiamo lottato contro una legge anti scientifica e crudele come la legge sulla fecondazione assistita. è tristissimo vedere chi ha speso la vita per la legalizzazione dell’aborto oggi genuflettersi al papa. “Per un posto in Papamento”, abbiamo scritto qualche mese fa. Per tornare a fare il ministro con Pisapia, Prodi, Gentiloni, Letta, Calenda. E con la benedizione del pontefice. Infischiandosene di una questione per noi irrinunciabile, che si può riassumere in due parole: onestà e coerenza. Da qui la scelta del tema di copertina di questa settimana: l’ateismo. Ancora una volta guardando oltre la prospettiva retriva di questa classe politica italiana, guardando oltre il minuscolo Vaticano si scopre che il mondo è grande e che essere atei non è qualcosa di strano o di esotico, ma la condizione naturale, spontanea, responsabile, pienamente consapevole e serena di miliardi di esseri umani. Con buona pace dei compagni che si aggrappano a Bergoglio. [su_divider text="In edicola " style="dotted" divider_color="#d3cfcf"]

L'editoriale di Simona Maggiorelli è tratto da Left in edicola

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Come si fa a lottare per i diritti delle donne, a parlare e scrivere di autodeterminazione, a mobilitarsi per la piena applicazione della legge 194 e al contempo riferirsi al papa come leader ideale della sinistra? Basterebbe questa domanda per mostrare la feroce contraddizione che c’è nel dirsi di sinistra e seguaci di Bergoglio. Che continua a fare il proprio mestiere lanciando anatemi e additando come assassine le donne che decidono di interrompere una gravidanza. «Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito, ha il volto del Signore che, prima ancora di nascere, e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo». Queste parole di papa Francesco si trovano in una nota pastorale in cui il pontefice parla della Chiesa come di un ospedale da campo per esseri umani derelitti, resi tali da «ferite spirituali» e colpe tra cui l’aborto.

In questi anni Bergoglio – oggi osannato come leader, non solo dai vertici del Pd, ma anche da nuove formazioni di sinistra e perfino dalla radicale Emma Bonino – non si è limitato a predicare, ma è intervenuto a gamba tesa (come si diceva della Cei ai tempi della battaglia contro la legge 40) in questioni che riguardano la politica e la legislazione italiana, pontificando sulla vita umana, che comincerebbe dal concepimento, sul fine vita, negando la possibilità di poter morire con dignità ai malati terminali perché la vita è un dono di dio. I risultati si sono visti chiaramente in questi anni, la legge 40, voluta trasversalmente da cattolici di destra e di sinistra è una legge antiscientifica e crudele che confonde la realtà del bambino con quella dell’embrione e del feto e per questo l’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti umani. E che ancora oggi, nonostante sia stata smantellata pezzo dopo pezzo nelle aule dei tribunali impedisce di utilizzare gli embrioni congelati e non più idonei all’impianto in utero per ricerche scientifiche che potrebbero in futuro portare a terapie di malattie oggi incurabili.

Come si fa a definire di sinistra e a considerare un faro un papa che vuole far ammalare di depressione le donne, inculcando in chi ha abortito l’idea di aver ucciso un bambino. Un’idea medievale, che va contro ogni evidenza scientifica, dal momento che come è ampiamente accertato dalla moderna neonatologia, «prima delle 23-24 settimane il feto, se nasce, non ha nessuna possibilità di vita in quanto le connessioni cerebrali fra organi sensoriali e corteccia non sono formati». Ma il papa e i cattolici intignano. Controllare la sessualità femminile, coartare il desiderio, impedire la realizzazione dell’identità femminile nel rapporto intimo e profondo con il maschile è sempre stata la fissa dei cristiani. E papa Francesco tiene “alta” questa tradizione, seguito da esponenti del Pd che in Europa hanno fatto crociate in difesa dell’embrione che a loro dire sarebbe uno di noi. Il ministro della Salute del governo Renzi e Gentiloni, ispirata dal “santo” papa ha lanciato – ricorderete – un inaccettabile fertility day in cui, si esortavano le donne, come ai tempi di Mussolini di dare figli alla patria… e a dio.

Incredibile ma vero, tutto questo è stato cancellato con un colpo di spugna dai tanti compagni di strada con i quali abbiamo lottato contro una legge anti scientifica e crudele come la legge sulla fecondazione assistita. è tristissimo vedere chi ha speso la vita per la legalizzazione dell’aborto oggi genuflettersi al papa. “Per un posto in Papamento”, abbiamo scritto qualche mese fa. Per tornare a fare il ministro con Pisapia, Prodi, Gentiloni, Letta, Calenda. E con la benedizione del pontefice. Infischiandosene di una questione per noi irrinunciabile, che si può riassumere in due parole: onestà e coerenza. Da qui la scelta del tema di copertina di questa settimana: l’ateismo. Ancora una volta guardando oltre la prospettiva retriva di questa classe politica italiana, guardando oltre il minuscolo Vaticano si scopre che il mondo è grande e che essere atei non è qualcosa di strano o di esotico, ma la condizione naturale, spontanea, responsabile, pienamente consapevole e serena di miliardi di esseri umani. Con buona pace dei compagni che si aggrappano a Bergoglio.

L’editoriale di Simona Maggiorelli è tratto da Left in edicola


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