Come ha fatto osservare Civati, Paolo Mieli poco tempo fa sul Correre della Sera scriveva così:
«Un mese fa l’esponente democratico Roberto Giachetti è stato sconfitto alle elezioni per la conquista del Campidoglio. Adesso potrebbe essere risarcito con la titolarità di qualcosa probabilmente più importante, comunque destinata a restare nella storia del nostro Paese. Oggi infatti la Camera inizia la discussione sul disegno di legge per la legalizzazione della cannabis promosso dal sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova (oltreché da Giachetti, entrambi «nati» nel Partito radicale), firmato da 221 deputati e 73 senatori appartenenti a tutti gli schieramenti politici (anche se il voto non ci sarà prima di settembre)».
Giachetti è il primo firmatario di una proposta di legge a cui oggi, in Parlamento, ha votato contro. Giachetti, tra l’altro, è proprio uno di quelli che negli ultimi mesi ha girato l’Italia tra convegni, comizi e tavole rotonde per spiegarci quanto questa legge avrebbe potuto fare bene all’Italia (3-5 miliardi di euro di entrate all’anno, che sarebbero state utili per sanità, scuola, prevenzione e tutto il resto) e quanto avrebbe potuto fare male alla criminalità organizzata (checché ne dicano alcuni, che poi sono gli stessi che ancora ritengono sia credibile il luogo comune del parallelo spinello-droghe pesanti, oppure la questione sanitaria nel Paese che vive grazie alle accise sul tabacco e sull’alcol).
«Mi rendo conto che il Movimento cinque stelle e altri colleghi non possano capire questo mio gesto, perché sono abituati a eseguire solo quel che ordina il loro capo», scrive Giachetti nel profilo Facebook. Lui. Nel partito di quel segretario fiorentino che per calcolo elettorale solo nelle ultime settimane ha affondato lo ius soli, Bankitalia e ora la legalizzazione della cannabis. Quel partito che dice di “fare cose di sinistra” e che si lamenta di essere semplicemente boicottato dalla destra, con cui si allea. E che ha scritto una legge elettorale che lo spingerà a allearsi di nuovo con il centrodestra.
Buon giovedì.