Non in Siria ieri, non in Corea del Nord domani. La guerra uccide centinaia di persone ogni giorno e in Yemen in milioni moriranno, se l’embargo non finirà.
«Ci sarà una carestia in Yemen. Non sarà come la carestia che abbiamo visto in Sud Sudan all’inizio dell’anno, con decine di migliaia di vittime. Non sarà come la carestia a cui abbiamo assistito in Somalia, con 250mila vittime nel 2011. Questa sarà la più grande carestia che il mondo abbia mai visto da decenni. Ci saranno milioni di vittime». Lo ha detto in conferenza stampa Mark Lowcock, segretario agli Affari umanitari delle Nazioni Unite, in seguito all’incontro del segretario generale Antonio Guterres e Adel al Jubeir, ministro degli Esteri saudita, dopo un dialogo tentato “per salvare la vita di quelle persone”e far terminare l’embargo almeno sugli aiuti alimentari, il cui accesso è impedito dalla coalizione guidata da Ryad.
Sarà la più grande carestia degli ultimi decenni, quella che si abbatterà sul Paese, se la coalizione militare non deciderà di mettere fine all’assedio che ha già ucciso diecimila persone e lasciato senza cibo e senza assistenza medica sette milioni di yemeniti. Le bombe continuano a cadere da ormai oltre due anni, quando i ribelli Houthi, sciiti che l’Arabia Saudita accusa di essere supportati dall’Iran, hanno conquistato Sanaa, la capitale, costringendo alla fuga il governo del presidente Abd Rabbu Mansour.
Ma da tre giorni, non solo via mare e via terra, ma anche via aerea, né nei porti, né negli aeroporti, è concesso di trasbordare i beni di prima necessità. Il segretario Lowcock ha chiesto l’immediata ripresa degli accessi alle zone di smistamento del cibo e delle medicine, per la fine del blocco che impedisce l’ingresso nel Paese.
Il blocco delle vie di uscita ed entrata acutizzerà non solo la carestia, ma anche l’epidemia di colera in corso. «Milioni di bambini in Yemen sono ancora vivi solo grazie agli aiuti alimentari e ai medicinali entrati nel paese attraverso i porti. Finora è stato molto difficile, per anni siamo stati costretti ad utilizzare vie d’accesso impervie. Ma se i punti verranno chiusi completamente, anche solo per una settimana, ci troveremo di fronte a un vero e proprio disastro, uno scenario da incubo, milioni di bambini perderanno la vita” ha detto Tamer Kirolas, direttore di Save the Children a Saana.