Lui si chiama Wesley Goodman, ha 33 anni e in Ohio è considerato una giovane promessa politica tra i repubblicani. Wesley è uno di quelli che ha capito bene come in politica (ma non solo) in mancanza di seri contenuti l’importante sia trovare un nemico che sia riconoscibile e intestarsi la battaglia. Una sorta di “moralizzatore specializzato” che decide di dedicare tutte le sue energie per scagliarsi contro una particolare categoria umana: per Goodman il nemico numero uno erano i gay.
Centinaia di interviste, pagine, discorsi consumate per negare qualsiasi diritto e qualsiasi apertura al mondo Lgbt: Goodman (parlamentare della Camera dei rappresentanti dello stato del Midwest) è il nemico numero uno. Per non parlare poi della moglie: vicepresidente di un’associazione ultra conservatrice è, con Goodman, tutti gli anni in testa al corteo contro l’aborto. Insomma: conservatori e moralisti come va di moda ultimamente anche qui dalle nostre parti.
Ora invece si scopre che l’inossidabile Goodman è stato sorpreso mentre nel suo ufficio si intratteneva sessualmente con un uomo. E potete immaginare che tonfo ci sia stato, dopo una notizia del genere. Aggiungeteci che, lo scrive il Washington Post, molti componenti del Partito Repubblicano dichiarano di essere stati a conoscenza della sua condotta, di questo moralismo 2.0 in cui patetici conservatori vorrebbero stabile regole che nemmeno loro sono in grado di rispettare.
Simulare, simulare, simulare. Convinti che il giudizio non arrivi. Mentre s’ammorba tutto intorno, tutti gli altri, del proprio giudizio.
Buon lunedì.