Artista visivo e ingegnere ambientale con questa sua nuova installazione presenta in chiave artistica l’innalzamento del livello medio del mare provocato dal surriscaldamento globale, da qui al 2200

Un progetto artistico che ha la forza della denuncia sociale, la rigorosità della pratica scientifica e la passione dell’attivismo ambientalista. Ecco cosa colpisce del wall painting lungo cento metri e alto sei, in cui ci si imbatte passeggiando lungo le rive del Canal Grande a Venezia, in Fondamenta Santa Lucia, sul lato della stazione che guarda Piazzale Roma.
Il murales realizzato da Andreco, artista visivo e ingegnere ambientale, rappresenta in chiave artistica l’innalzamento del livello medio del mare provocato dal surriscaldamento globale, da qui al 2200, e nella parte superiore le onde estreme, sulla base dei dati pubblicati dalle ricerche condotte da organizzazioni internazionali come l’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), il German advisory council on global change (Wbgu), oltre che dagli studi del climatologo Stefan Rahmstorf.
Su tutta la superficie, sono riportate le variabili che contribuiscono al fenomeno di innalzamento delle acque, utilizzando le formule matematiche che le descrivono.
Al wall painting si affianca un’installazione che ospita alcune piante dell’ecosistema lagunare, sovrastate da una struttura reticolare in ferro, alta 7 metri, che ha la funzione di attirare l’attenzione su quello che c’è sotto: gli endemismi vegetali, che hanno un ruolo fondamentale nella mitigazione degli effetti del cambiamento climatico e anche nella salvaguardia della laguna e della città di Venezia. L’installazione prende inspirazione da uno studio sulla condizione delle piante autoctone in laguna in caso di innalzamento del medio mare, firmato da Debora Bellafiore dell’Istituto di scienze marine (Ismar) del Cnr.
Le due opere fanno parte di Climate 04 Sea Level Rise, un progetto tra arte e scienza sulle conseguenze dei cambiamenti climatici e in particolare sull’innalzamento del livello del mare realizzato da Andreco in collaborazione, tra gli altri, con l’Università Cà Foscari e l’Università Iuav di Venezia, il Cnr – Ismar, la Regione Veneto, le gallerie Studio La città e One Contemporary Art e le aziende private De Castelli partner per la realizzazione della scultura e Spring Color che ha fornito colori con pigmenti naturali a basso impatto ambientale per il wall painting.

«Quella di Venezia è la quarta tappa di un progetto più ampio: Climate – spiega Andreco, che porta avanti ricerca artistica e formazione scientifica sviluppando il rapporto tra spazio urbano e paesaggio naturale in tutte le sue declinazioni – un progetto ispirato alla ricerche su cause ed effetti del cambiamento climatico, che ho presentato per la prima volta a Parigi nel novembre 2015, in occasione della Cop21 delle Nazioni Unite, e proseguito, poi, nelle città di Bologna e Bari».
Climate porta alla luce le vulnerabilità dei territori in cui si inserisce: se a Bari il tema principale è stato l’accelerazione dei fenomeni di desertificazione dovuti all’innalzamento delle temperature, a Venezia Andreco si è concentrato sull’innalzamento del livello del mare, dato che la città è una di quelle maggiormente esposte al rischio di essere sommersa.
«L’arte – prosegue Andreco – riesce a colpire e far pensare a cose cui di solito non prestiamo attenzione, o semplicemente non vogliamo pensare. Questo lavoro mette sotto gli occhi dei veneziani l’immagine del pericolo che corre la città e la possibilità concreta della sua misurazione, utilizzando dati scientifici ufficiali. L’arte può creare un punto di rottura con la percezione esistente che, a volte, può generare un motore di consapevolezza collettiva ed è di questo credo, della consapevolezza e della volontà di cambiamento, che abbiamo bisogno per arrestare l’aumento delle temperature in corso».
Installazioni, performance, video, pittura murale, scultura e progetti d’arte pubblica. Andreco utilizza linguaggi diversi per dare occasione di riflettere e coinvolgere un pubblico più ampio possibile su temi che chiamano in causa tutti noi, se è vero che c’è bisogno di attuare una rivoluzione climatica veloce e ambiziosa per invertire l’attuale tendenza del global warming.
Mentre arte e scienza lanciano allarmi e segnali, i rappresentanti dei Paesi che partecipano in questi giorni alla Conferenza sui cambiamenti climatici di Bonn, COP23, hanno il compito di tradurre in pratica gli obiettivi stabiliti a Parigi di contenimento delle emissioni, principali responsabili del surriscaldamento globale. E gli Stati Uniti della presidenza Trump, uno dei maggiori produttori di CO2, escono dagli Accordi di Parigi.

Tutte le informazioni sul progetto climate sul sito www.climateartproject.com e sul sito personale dell’artista www.andreco.org