Aveva 16 anni quando venne arrestata nel Tennessee per aver sparato al suo aggressore. Niente legittima difesa per lei, ma solo il carcere. Ora c'è una grande mobilitazione per farla liberare ma la sua storia dimostra quanto l'America sia invasa dai pregiudizi contro le donne

Aveva 16 anni, la ragazzina dai grandi occhi neri, quando l’hanno condannata a una vita in prigione per aver ucciso un uomo con cui è stata costretta a prostituirsi. Aveva 16 anni, oggi 13 anni sono già passati, ma solo ora la sua storia diventa sempre più nota. È bastato un hashtag di qualche star di Hollywood e gli scandali sessuali che scuotono la mecca del cinema. Razzismo, minori sfruttati, violenza contro le donne: i pregiudizi d’America tutti nel corpo e sulla faccia di Cyntoia Brown.

All’età di due anni, Cyntoia è stata data in adozione. La madre naturale, Georgina Mitchell, un’alcolista, è finita lei stessa in prigione e avrebbe rivisto la figlia solo una volta dietro le sbarre. Prima la Brown è stata adottata da Ellenette Brown, un’insegnante, per finire, una volta compiuti i 16 anni, dopo essere stata abusata nell’infanzia sessualmente e fisicamente, tra le braccia di un uomo di 24 anni, che tutti chiamavano “Cut throat”, taglia gola.

Nell’agosto 2004 Tagliagola le chiede dei soldi: deve prostituirsi per guadagnarli, così lui potrà drogarsi. Cyntoia sale sull’auto dell’agente immobiliare Johnny Allen, di 43 anni, davanti a un fast food di Nashville. Nelle due settimane prima di salire su quell’auto, Cyntoia aveva abusato di cocaina per sua stessa ammissione. L’agente immobiliare le fa delle avance, ma poi prende una pistola. Anche Cyntoia la prende, è l’arma che le ha dato Cut Throat e la ragazzina spara per legittima difesa.

Poi prende le due pistole, i soldi e parcheggia in un super mercato Walmart. Poi fu arrestata e processata.

Al processo la giuria rigettò la teoria di legittima difesa per la minorenne, fu ritenuta colpevole di omicidio e prostituzione, la sentenza della Corte condannò alla prigione la ragazzina di 16 anni, che sarebbe uscita solo una volta compiuti i 70 anni.

Cyntoia negli anni ha studiato e si è diplomata in prigione. Nel 2011 Daniel Birman ha fatto un documentario su di lei: Me facing life, Cyntoia’s Story, “io che affronto la vita, la storia di Cyntoia”. «Questa ragazza viene da tre generazioni di violenze sulle donne, non aveva possibilità», ha detto il regista. Il Tennessee, lo Stato in cui è stata condannata, ha cambiato la legge nel 2011: le minorenni costrette alla prostituzione sono vittime e non colpevoli. Secondo questa legge, oggi Cyntoia sarebbe innocente, una vittima del traffico infantile, non un’assassina. Ci vogliono 250mila firme perché il caso venga riaperto e finora ne sono state raccolte 200mila.

I prigionieri americani sono tutti unforgiving, imperdonabili, per loro non c’è riabilitazione che tenga. Nel sistema giudiziario americano, se si analizzano i casi e non si bada alla teoria, se sono neri, i minori colpevoli possono essere adulti e ricevere pene da adulti. Se sono bianchi, vengono giudicati da minori, da bambini. Razzismo, minori sfruttati e violenza contro le donne: i pregiudizi d’America tutti nel corpo e sulla faccia di Cytonia.