Sta diventando un simbolo della violenza contro le donne la storia di Sara, uccisa e bruciata il 29 maggio 2016 dal suo ex fidanzato, e il film che la racconta suscita reazioni forti. Anche il 24 novembre, nella Sala della Regina della Camera, dalla platea affollata di studenti delle scuole superiori saliva durante tutta la proiezione un’emozione unanime, rotta nel finale da un lungo applauso. Nessun dibattito, naturalmente, solo le presentazioni da parte delle Istituzioni, la Presidente della Camera e il procuratore aggiunto Maria Monteleone (per anni magistrato in prima linea e oggi coordinatore del pool per i reati contro donne e minori), della madre di Sara, di Marinella Soldi, Amministratore Delegato di Discovery Italia (che trasmetterà il film dal 25 novembre su Real Time) e degli autori. E tra tutti proprio il discorso di Daniele Autieri (che insieme a Stefano Pistolini e a Giuseppe Scarpa ha ideato e realizzato il film), ha toccato punti di fondamentale importanza, uscendo dal tono e dai temi tipici del cerimoniale per dire che se si vuole davvero fare prevenzione, bisogna cercare gli strumenti per scoprire la violenza invisibile di uomini come Paduano, l’assassino di Sara, che perseguono lucidamente lo scopo di annullare l’identità della donna, uccidendola due volte, ancor prima e anche senza passare all’atto, quando la storia non finisce in tragedia. Seguendo questo docufilm nella sua breve vita, dalla prima al Maxxi, (per la Festa del Cinema di Roma), passando per il Teatro Tor Bella Monaca, fino a ieri, se ne scopre l’innegabile pregio di suscitare una ricerca necessaria e urgente: quella sulle cause più profonde e sulla natura stessa della violenza nel rapporto uomo-donna. E - sarà forse per la forza del linguaggio per immagini - le domande vengono proprio dal pubblico, quando lo si ascolta com’è accaduto il 3 novembre a Tor Bella Monaca, dove gli spettatori, giovani e adulti, ciascuno a proprio modo, si ribellavano all’idea che il male, nella sua “normalità”, sia la causa della violenza. Dal 25 novembre “Sara” entrerà nelle case di tantissime persone che andranno a dormire con le loro domande, alle quali non si può più negare una risposta.
L’appuntamento è alle 21:15 su Real Time (Digitale terrestre free: canale 31 - Sky: canale 131 e 132)Guarda il trailer
https://www.youtube.com/watch?v=2w5TaMN284A
Sta diventando un simbolo della violenza contro le donne la storia di Sara, uccisa e bruciata il 29 maggio 2016 dal suo ex fidanzato, e il film che la racconta suscita reazioni forti. Anche il 24 novembre, nella Sala della Regina della Camera, dalla platea affollata di studenti delle scuole superiori saliva durante tutta la proiezione un’emozione unanime, rotta nel finale da un lungo applauso. Nessun dibattito, naturalmente, solo le presentazioni da parte delle Istituzioni, la Presidente della Camera e il procuratore aggiunto Maria Monteleone (per anni magistrato in prima linea e oggi coordinatore del pool per i reati contro donne e minori), della madre di Sara, di Marinella Soldi, Amministratore Delegato di Discovery Italia (che trasmetterà il film dal 25 novembre su Real Time) e degli autori. E tra tutti proprio il discorso di Daniele Autieri (che insieme a Stefano Pistolini e a Giuseppe Scarpa ha ideato e realizzato il film), ha toccato punti di fondamentale importanza, uscendo dal tono e dai temi tipici del cerimoniale per dire che se si vuole davvero fare prevenzione, bisogna cercare gli strumenti per scoprire la violenza invisibile di uomini come Paduano, l’assassino di Sara, che perseguono lucidamente lo scopo di annullare l’identità della donna, uccidendola due volte, ancor prima e anche senza passare all’atto, quando la storia non finisce in tragedia. Seguendo questo docufilm nella sua breve vita, dalla prima al Maxxi, (per la Festa del Cinema di Roma), passando per il Teatro Tor Bella Monaca, fino a ieri, se ne scopre l’innegabile pregio di suscitare una ricerca necessaria e urgente: quella sulle cause più profonde e sulla natura stessa della violenza nel rapporto uomo-donna. E – sarà forse per la forza del linguaggio per immagini – le domande vengono proprio dal pubblico, quando lo si ascolta com’è accaduto il 3 novembre a Tor Bella Monaca, dove gli spettatori, giovani e adulti, ciascuno a proprio modo, si ribellavano all’idea che il male, nella sua “normalità”, sia la causa della violenza. Dal 25 novembre “Sara” entrerà nelle case di tantissime persone che andranno a dormire con le loro domande, alle quali non si può più negare una risposta.
L’appuntamento è alle 21:15 su Real Time (Digitale terrestre free: canale 31 – Sky: canale 131 e 132)