La nuova eroina antifascista scandinava ha ottanta anni, fa la spesa tutti i giorni da sola e gli svedesi l'hanno conosciuta con un video virale che il giornalista del quotidiano di sinistra Etc ha condiviso su Twitter. «È troppo triste», dice la donna - di cui non si conosce il nome - guardando i neonazisti in marcia nei pressi del supermercato Ica Maxi a Molndal, a sud di Gothenburg. «Sono arrabbiata, vengono qui a distruggere, ora ci vado dritta contro, ci vado dritta contro e li investo», dice la donna anziana. «Con il carrello della spesa?» chiede il giornalista. «Si. Con il carrello. Sarebbe giusto, no? Penso che sia troppo triste».

La donna dai capelli bianchi aveva di fronte le teste pelate dei membri del Nmr, il “movimento nordico di resistenza”. In svedese: Nordiska Motståndsrörelsen. In norvegese: Nordiske motstandsbevegelsen. In finlandese: Pohjoismainen vastarintaliike. In danese: Nordiske modstandsbevægelse. In una parola sola: neonazisti.

I neonazisti scandinavi stavano predicando la «rivoluzione nordica», la violenza per «ripristinare la purezza della razza ariana nella società», la deportazione di tutti i «non-nordici», la fine della collaborazione militare con la Nato per combattere «per una società nazionalsocialista», quando la donna anziana ha deciso di opporsi a loro.

Intervistata dopo da tutti i media, ha detto che non «pensava al rischio, perché la sua rabbia contro i neonazisti era così forte che aveva preso il sopravvento». Così con il carrello della spesa ha affrontato i membri dell'Nmr, un movimento nato nel 1997 dal gruppo della “resistenza ariana bianca”, ovvero un gruppo di giornalisti del Folktribunen, un magazine nazionalista, apertamente razzista, che pubblicava articoli sulla «cospirazione ebraica», che voleva far sparire dalla terra «la razza settentrionale».

Il gruppo promuove oggi idee antisemite, si oppone non alla migrazione, ma alla migrazione dei «non bianchi» ed è la testa d'ariete di tutti i movimenti del suprematismo bianco che si sta diffondendo da Helsinki a Stoccolma. Ha dipartimenti nazionali diversi, dalla Norvegia alla Finlandia, sotto l'effige nera e minacciosa dei nazisti scandinavi uniti. Membri dell'Nmr sono legati alle esplosioni nelle strutture che ospitano rifugiati arrivati in Nord Europa, alcuni di loro per quelle bombe sono finiti in manette, ma poi sono stati rilasciati. Sono 200mila i migranti che sono riusciti a raggiungere la Svezia, - il numero pro capite più alto d'Europa -, nel 2016. 

Lo scorso novembre 2016 a Stoccolma 600 energumeni in nero si sono scontrati, bastoni alla mano, con gli antifascisti, armati solo di palle di neve. I neonazisti erano scesi in strada per celebrare la vittoria alle elezioni di Donald Trump nello storico distretto di Gamla Stan per raggiungere il Parlamento. Perché con l'elezione dell'uomo del muro e delle fake news al potere, il gruppo aveva capito «che la rivoluzione mondiale stava iniziando». Tra i membri, c’era Vera Oredsson, della gioventù hitleriana, tra ragazzi di 20 e 30 anni che marciavano cantando «impiccali, impiccali». Gli slogan di morte erano rivolti contro la famiglia Bonnier, che possiede l'impero mediatico svedese ed è tra le famiglie ebraiche più ricche d'Europa. Gli antifascisti e antirazzisti uniti sono riusciti a fermarli.

I sedicenti membri del movimento di resistenza nordica vogliono «rimpatriare i non europei» e «riprendere il potere dall'élite globale sionista», rinnegano l'olocausto, guardano ad Hitler come un modello politico, ma anche dell'agitatore razzista rumeno Corneliu Codreanu, il fondatore della Guardia di ferro, un'organizzazione ultra-nazionalistica. Negli ultimi 18 mesi le manifestazioni dell'Nrm sono aumentate, ma i gruppi di sinistra della regione hanno sempre risposto prontamente. Colpo su colpo, bandiera contro bandiera.

Questo purtroppo non è bastato ad evitare che i neonazisti scandinavi il 9 novembre riuscissero a celebrare la Kristallnacht, la notte dei cristalli, in cui le SS arrestarono 30mila ebrei e bruciarono i loro negozi, le loro case, le loro sinagoghe in tutta la Germania. In Finlandia, Nrm è stato dichiarato illegale, ma dopo pochi giorni, per il giorno dell’indipendenza del Paese, nonostante il divieto, i neo-nazisti finlandesi sono tornati a camminare per la capitale, Helsinki, con le loro bandiere. È la prima volta in quaranta anni che un gruppo viene estromesso dalle autorità ed è accaduto dopo che un membro dell'estrema destra ha attaccato un passante che lo aveva criticato, ferendolo gravemente. L'uomo è morto in ospedale di emorragia interna, all'assalitore gli altri membri del gruppo nero hanno dato un premio. Da quando il sangue di un innocente che si opponeva a loro è stato versato, la società civile si sta facendo bastione contro “i neri”.

L'ultimo ad aver versato sangue contro le bandiere con le svastiche è un poliziotto svedese della capitale scandinava, colpito nel tentativo di bloccare una rissa tra il ragazzo di estrema destra e un anarchico lo scorso 2 dicembre. Se le autorità di Helsinki hanno legiferato che il gruppo non può riunirsi e manifestare, in Svezia si interrogano sulla democrazia e sulla libertà di parola, anche per loro, i “neri” nazisti del 2017, che sono i primi a combatterla.

Solo pochi giorni fa, al festival letterario più grande di tutta la Scandinavia, a Stoccolma, i palchi degli autori sono diventati come quelli del ring del pugilato, quando gli organizzatori della fiera hanno deciso che per la libertà di parola, anche la destra estrema del paese meritava di dire la sua e organizzare conferenze. Per la Fiera del libro di Gothenburg i neonazisti hanno organizzato una marcia per supportare una loro pubblicazione, la Nya Tider, e per capitalizzare visibilità. “Nya tider” vuol dire in svedese “tempi nuovi”, quelli che i neri credono stiano arrivando per loro.

Non la pensa così il primo ministro Stefan Lofven che ha dichiarato: «Con migliaia di cittadini una linea netta è stata tracciata contro i nazisti». Non la pensano così molti svedesi, dai giovani antifascisti alle nonne di Svezia che fanno la spesa. Molti hanno paragonato l'anziana con il carrello del supermercato alla foto storica di Hans Runesson, dove una donna colpisce un nazista con una busta della spesa a Vaxjo, Svezia, il 13 aprile 1985, cioè trent'anni fa. Segno che in Scandinavia invece i tempi non sono cambiati e l'onda nera non bagnerà più niente, mai più.

La nuova eroina antifascista scandinava ha ottanta anni, fa la spesa tutti i giorni da sola e gli svedesi l’hanno conosciuta con un video virale che il giornalista del quotidiano di sinistra Etc ha condiviso su Twitter. «È troppo triste», dice la donna – di cui non si conosce il nome – guardando i neonazisti in marcia nei pressi del supermercato Ica Maxi a Molndal, a sud di Gothenburg. «Sono arrabbiata, vengono qui a distruggere, ora ci vado dritta contro, ci vado dritta contro e li investo», dice la donna anziana. «Con il carrello della spesa?» chiede il giornalista. «Si. Con il carrello. Sarebbe giusto, no? Penso che sia troppo triste».

La donna dai capelli bianchi aveva di fronte le teste pelate dei membri del Nmr, il “movimento nordico di resistenza”. In svedese: Nordiska Motståndsrörelsen. In norvegese: Nordiske motstandsbevegelsen. In finlandese: Pohjoismainen vastarintaliike. In danese: Nordiske modstandsbevægelse. In una parola sola: neonazisti.

I neonazisti scandinavi stavano predicando la «rivoluzione nordica», la violenza per «ripristinare la purezza della razza ariana nella società», la deportazione di tutti i «non-nordici», la fine della collaborazione militare con la Nato per combattere «per una società nazionalsocialista», quando la donna anziana ha deciso di opporsi a loro.

Intervistata dopo da tutti i media, ha detto che non «pensava al rischio, perché la sua rabbia contro i neonazisti era così forte che aveva preso il sopravvento». Così con il carrello della spesa ha affrontato i membri dell’Nmr, un movimento nato nel 1997 dal gruppo della “resistenza ariana bianca”, ovvero un gruppo di giornalisti del Folktribunen, un magazine nazionalista, apertamente razzista, che pubblicava articoli sulla «cospirazione ebraica», che voleva far sparire dalla terra «la razza settentrionale».

Il gruppo promuove oggi idee antisemite, si oppone non alla migrazione, ma alla migrazione dei «non bianchi» ed è la testa d’ariete di tutti i movimenti del suprematismo bianco che si sta diffondendo da Helsinki a Stoccolma. Ha dipartimenti nazionali diversi, dalla Norvegia alla Finlandia, sotto l’effige nera e minacciosa dei nazisti scandinavi uniti. Membri dell’Nmr sono legati alle esplosioni nelle strutture che ospitano rifugiati arrivati in Nord Europa, alcuni di loro per quelle bombe sono finiti in manette, ma poi sono stati rilasciati. Sono 200mila i migranti che sono riusciti a raggiungere la Svezia, – il numero pro capite più alto d’Europa -, nel 2016. 

Lo scorso novembre 2016 a Stoccolma 600 energumeni in nero si sono scontrati, bastoni alla mano, con gli antifascisti, armati solo di palle di neve. I neonazisti erano scesi in strada per celebrare la vittoria alle elezioni di Donald Trump nello storico distretto di Gamla Stan per raggiungere il Parlamento. Perché con l’elezione dell’uomo del muro e delle fake news al potere, il gruppo aveva capito «che la rivoluzione mondiale stava iniziando». Tra i membri, c’era Vera Oredsson, della gioventù hitleriana, tra ragazzi di 20 e 30 anni che marciavano cantando «impiccali, impiccali». Gli slogan di morte erano rivolti contro la famiglia Bonnier, che possiede l’impero mediatico svedese ed è tra le famiglie ebraiche più ricche d’Europa. Gli antifascisti e antirazzisti uniti sono riusciti a fermarli.

I sedicenti membri del movimento di resistenza nordica vogliono «rimpatriare i non europei» e «riprendere il potere dall’élite globale sionista», rinnegano l’olocausto, guardano ad Hitler come un modello politico, ma anche dell’agitatore razzista rumeno Corneliu Codreanu, il fondatore della Guardia di ferro, un’organizzazione ultra-nazionalistica. Negli ultimi 18 mesi le manifestazioni dell’Nrm sono aumentate, ma i gruppi di sinistra della regione hanno sempre risposto prontamente. Colpo su colpo, bandiera contro bandiera.

Questo purtroppo non è bastato ad evitare che i neonazisti scandinavi il 9 novembre riuscissero a celebrare la Kristallnacht, la notte dei cristalli, in cui le SS arrestarono 30mila ebrei e bruciarono i loro negozi, le loro case, le loro sinagoghe in tutta la Germania. In Finlandia, Nrm è stato dichiarato illegale, ma dopo pochi giorni, per il giorno dell’indipendenza del Paese, nonostante il divieto, i neo-nazisti finlandesi sono tornati a camminare per la capitale, Helsinki, con le loro bandiere. È la prima volta in quaranta anni che un gruppo viene estromesso dalle autorità ed è accaduto dopo che un membro dell’estrema destra ha attaccato un passante che lo aveva criticato, ferendolo gravemente. L’uomo è morto in ospedale di emorragia interna, all’assalitore gli altri membri del gruppo nero hanno dato un premio. Da quando il sangue di un innocente che si opponeva a loro è stato versato, la società civile si sta facendo bastione contro “i neri”.

L’ultimo ad aver versato sangue contro le bandiere con le svastiche è un poliziotto svedese della capitale scandinava, colpito nel tentativo di bloccare una rissa tra il ragazzo di estrema destra e un anarchico lo scorso 2 dicembre. Se le autorità di Helsinki hanno legiferato che il gruppo non può riunirsi e manifestare, in Svezia si interrogano sulla democrazia e sulla libertà di parola, anche per loro, i “neri” nazisti del 2017, che sono i primi a combatterla.

Solo pochi giorni fa, al festival letterario più grande di tutta la Scandinavia, a Stoccolma, i palchi degli autori sono diventati come quelli del ring del pugilato, quando gli organizzatori della fiera hanno deciso che per la libertà di parola, anche la destra estrema del paese meritava di dire la sua e organizzare conferenze. Per la Fiera del libro di Gothenburg i neonazisti hanno organizzato una marcia per supportare una loro pubblicazione, la Nya Tider, e per capitalizzare visibilità. “Nya tider” vuol dire in svedese “tempi nuovi”, quelli che i neri credono stiano arrivando per loro.

Non la pensa così il primo ministro Stefan Lofven che ha dichiarato: «Con migliaia di cittadini una linea netta è stata tracciata contro i nazisti». Non la pensano così molti svedesi, dai giovani antifascisti alle nonne di Svezia che fanno la spesa. Molti hanno paragonato l’anziana con il carrello del supermercato alla foto storica di Hans Runesson, dove una donna colpisce un nazista con una busta della spesa a Vaxjo, Svezia, il 13 aprile 1985, cioè trent’anni fa. Segno che in Scandinavia invece i tempi non sono cambiati e l’onda nera non bagnerà più niente, mai più.