I licenziamenti per i lavoratori in esubero di Tirreno Power, società nata a seguito della liberalizzazione del mercato elettrico, sono arrivati negli stabilimenti una volta di proprietà Enel, di Vado Ligure, Civitavecchia e Napoli. Rispettivamente cinque nella centrale ligure e in quella civitavecchiese, due nello stabilimento di Napoli - Levante.
Ernesto Tarallo ha passato tutta la notte sotto la sede Enel di viale Regina Margherita di Roma e non ha intenzione di andarsene. Cinquantenne di Civitavecchia e con due figli, è uno dei lavoratori di Tirreno Power che ha ricevuto la lettera di licenziamento e che per protesta ha annunciato uno sciopero della fame, anche se è diabetico: «Sono stato assunto in Enel dopo aver vinto un regolare concorso, ma sono stato ceduto a Tirreno Power e adesso, dopo 15 anni, mi ritrovo alla mia età senza un lavoro», ci spiega mentre fuori dalla sede, con la giacca della società Tirreno Power, distribuisce i volantini di protesta ai dipendenti che escono dall’azienda. «Li ho stampati io – prosegue – ho speso 10 euro di fotocopie anche se ho perso il lavoro». Vuole che vengano rispettati gli accordi del 2004 dal Comune di Civitavecchia, l’Enel, la Tirreno Power, la Regione Lazio e dalle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali di categoria, presso la presidenza del Consiglio dei ministri e stipulato in occasione della riconversione a carbone della vicina centrale Enel di Torrevaldaliga Nord come risarcimento verso la città, dove Enel si impegnava a favorire manodopera locale con particolare riferimento al personale della centrale di Torrevaldaliga Sud (Tirreno Power) che dovesse essere in esubero: «Voglio solo che si rispettino gli accordi e voglio essere riassorbito nella centrale Enel di Torrevaldaliga Nord».
In realtà, il 2 dicembre del 2016 è stato stipulato un altro accordo tra le organizzazioni sindacali e la Tirreno Power per la gestione dei lavoratori in esubero, poi ratificato presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, che prevede per i lavoratori di Civitavecchia la cassa integrazione straordinaria, il licenziamento collettivo tramite mobilità volontaria, in seguito obbligatoria, e iniziative a supporto di ricollocazione.
Nasce tutto a Vado Ligure nel 2014 con il sequestro per presunto disastro ambientale dei gruppi a carbone della Tirreno Power. L’azienda allora nel 2016 ha avviato la procedura di mobilità per 181 lavoratori: «La chiusura dei gruppi a carbone di Vado Ligure e la situazione di crisi del mercato energetico hanno reso necessaria la riduzione del personale prevista dal piano industriale, asseverato e omologato dal tribunale di Roma nel novembre 2015 dopo una trattativa con le banche. L'approvazione del piano, presentato a istituzioni e parti sociali, ha consentito la continuità aziendale assicurando il lavoro a 196 persone e all'indotto», comunicava la società.
La chiusura dei gruppi di Vado è stata disposta dal Gip di Savona l'11 marzo 2014 per il mancato rispetto delle norme ambientali, ciò ha aggravato la crisi finanziaria. La mobilità ha interessato un centinaio di lavoratori proprio della centrale di Vado, dopo anni di cassa integrazione, mentre gli altri riguardano le centrali di Civitavecchia, Napoli e gli uffici di Roma. Quindi gli incentivi statali con la cassa integrazione a dicembre 2016 e terminata il 18 dicembre scorso, adesso i licenziamenti. Le soluzioni proposte dall’azienda attraverso l’accordo sindacale erano tre: il prepensionamento anticipato, il ricollocamento attraverso aziende del territorio e del settore elettrico o l’incentivazione economica a cui si è aggiunto il reintegro per 41 persone. «Una situazione quasi totalmente assorbita» spiega Giorgio Tedeschi, responsabile delle relazioni con i media di Tirreno Power di Vado Ligure. «Anche chi non ha accettato il ricollocamento oggi, ne avrà certamente l’opportunità dopo la fine della cassa integrazione di dicembre e il nostro obiettivo è quello di far scendere il numero dei lavoratori licenziati a zero».
Un regalo di Natale che riguarda la maggior parte dei dipendenti con un’età compresa tra i 40 e i 50 anni. Intanto su Facebook e Twitter sono stati creati gli hashtag #tirrenopower, #solidarietàdisettore e #noailicenziamenti dove viene espressa la vicinanza e la solidarietà ai lavoratori dei tre stabilimenti colpiti dai licenziamenti: «Non posso fare molto, ma sono vicino ai colleghi e ai lavoratori di Tirreno Power. Speriamo che la magia di Natale possa portare la soluzione e risolvere tutti i problemi», scriveva Diego su Facebook pochi giorni prima l’arrivo dei licenziamenti. «Si tratta della fascia d’età più esposta alla crisi del mercato del lavoro – spiega Mauro Cosimi, Rsu Tirreno Power Civitavecchia-responsabile Ugl chimici-energia - vuol dire che quando ne esci se non sei rovinato poco ci manca».
A Civitavecchia la situazione è diversa, e le opportunità di lavoro che offre il territorio sono più limitate. Molti, hanno scelto di licenziarsi volontariamente: «Si tratta di persone ancora molto lontane dal prepensionamento, e soprattutto ci chiediamo come sia possibile che un sito attivo come quello di Civitavecchia non riesca a garantire il posto di lavoro a 5 dipendenti» conclude Mauro Cosimi. Molto simile è la situazione di Napoli dove i dipendenti licenziati sono due: «Si tratta di una situazione drammatica viste le problematiche del mondo del lavoro nel nostro territorio. – spiega Luciano Pagliara, Rsu Flaei-Cisl dello stabilimento Tirreno Power di Napoli-Levante – Si tratta di famiglie monoreddito e uno dei lavoratori licenziati ha tre figli a carico».
Intanto Ernesto Tarallo è ancora sotto la sede di Enel a Roma: «Ho passato la notte qui - racconta - gli addetti alle pulizie mi hanno offerto dei cappuccini. Ora però dall’azienda mi hanno detto che se voglio rimanere devo spostarmi dall’altra parte del marciapiede».
Aggiornamento del 22 dicembre 2017 ore 10:40
«Con riferimento alla vicenda del licenziamento di sei dipendenti di Tirreno Power a Civitavecchia e in particolare alla situazione del signor Tarallo, che ha richiesto ad Enel la ricollocazione in azienda in base al Verbale di Accordo del 2004», Enel precisa in una nota che «gli accordi erano riferiti allo specifico momento della messa in esercizio di Torrevaldaliga Nord, e pertanto non applicabili alla situazione attuale». Enel, prosegue la nota, «si è fatta parte attiva per favorire il dialogo tra Tirreno Power e il signor Tarallo, che, secondo quanto appreso informalmente, sarebbe stato contattato da Tirreno Power».
I licenziamenti per i lavoratori in esubero di Tirreno Power, società nata a seguito della liberalizzazione del mercato elettrico, sono arrivati negli stabilimenti una volta di proprietà Enel, di Vado Ligure, Civitavecchia e Napoli. Rispettivamente cinque nella centrale ligure e in quella civitavecchiese, due nello stabilimento di Napoli – Levante.
Ernesto Tarallo ha passato tutta la notte sotto la sede Enel di viale Regina Margherita di Roma e non ha intenzione di andarsene. Cinquantenne di Civitavecchia e con due figli, è uno dei lavoratori di Tirreno Power che ha ricevuto la lettera di licenziamento e che per protesta ha annunciato uno sciopero della fame, anche se è diabetico: «Sono stato assunto in Enel dopo aver vinto un regolare concorso, ma sono stato ceduto a Tirreno Power e adesso, dopo 15 anni, mi ritrovo alla mia età senza un lavoro», ci spiega mentre fuori dalla sede, con la giacca della società Tirreno Power, distribuisce i volantini di protesta ai dipendenti che escono dall’azienda. «Li ho stampati io – prosegue – ho speso 10 euro di fotocopie anche se ho perso il lavoro». Vuole che vengano rispettati gli accordi del 2004 dal Comune di Civitavecchia, l’Enel, la Tirreno Power, la Regione Lazio e dalle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali di categoria, presso la presidenza del Consiglio dei ministri e stipulato in occasione della riconversione a carbone della vicina centrale Enel di Torrevaldaliga Nord come risarcimento verso la città, dove Enel si impegnava a favorire manodopera locale con particolare riferimento al personale della centrale di Torrevaldaliga Sud (Tirreno Power) che dovesse essere in esubero: «Voglio solo che si rispettino gli accordi e voglio essere riassorbito nella centrale Enel di Torrevaldaliga Nord».
In realtà, il 2 dicembre del 2016 è stato stipulato un altro accordo tra le organizzazioni sindacali e la Tirreno Power per la gestione dei lavoratori in esubero, poi ratificato presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, che prevede per i lavoratori di Civitavecchia la cassa integrazione straordinaria, il licenziamento collettivo tramite mobilità volontaria, in seguito obbligatoria, e iniziative a supporto di ricollocazione.
Nasce tutto a Vado Ligure nel 2014 con il sequestro per presunto disastro ambientale dei gruppi a carbone della Tirreno Power. L’azienda allora nel 2016 ha avviato la procedura di mobilità per 181 lavoratori: «La chiusura dei gruppi a carbone di Vado Ligure e la situazione di crisi del mercato energetico hanno reso necessaria la riduzione del personale prevista dal piano industriale, asseverato e omologato dal tribunale di Roma nel novembre 2015 dopo una trattativa con le banche. L’approvazione del piano, presentato a istituzioni e parti sociali, ha consentito la continuità aziendale assicurando il lavoro a 196 persone e all’indotto», comunicava la società.
La chiusura dei gruppi di Vado è stata disposta dal Gip di Savona l’11 marzo 2014 per il mancato rispetto delle norme ambientali, ciò ha aggravato la crisi finanziaria. La mobilità ha interessato un centinaio di lavoratori proprio della centrale di Vado, dopo anni di cassa integrazione, mentre gli altri riguardano le centrali di Civitavecchia, Napoli e gli uffici di Roma. Quindi gli incentivi statali con la cassa integrazione a dicembre 2016 e terminata il 18 dicembre scorso, adesso i licenziamenti. Le soluzioni proposte dall’azienda attraverso l’accordo sindacale erano tre: il prepensionamento anticipato, il ricollocamento attraverso aziende del territorio e del settore elettrico o l’incentivazione economica a cui si è aggiunto il reintegro per 41 persone. «Una situazione quasi totalmente assorbita» spiega Giorgio Tedeschi, responsabile delle relazioni con i media di Tirreno Power di Vado Ligure. «Anche chi non ha accettato il ricollocamento oggi, ne avrà certamente l’opportunità dopo la fine della cassa integrazione di dicembre e il nostro obiettivo è quello di far scendere il numero dei lavoratori licenziati a zero».
Un regalo di Natale che riguarda la maggior parte dei dipendenti con un’età compresa tra i 40 e i 50 anni. Intanto su Facebook e Twitter sono stati creati gli hashtag #tirrenopower, #solidarietàdisettore e #noailicenziamenti dove viene espressa la vicinanza e la solidarietà ai lavoratori dei tre stabilimenti colpiti dai licenziamenti: «Non posso fare molto, ma sono vicino ai colleghi e ai lavoratori di Tirreno Power. Speriamo che la magia di Natale possa portare la soluzione e risolvere tutti i problemi», scriveva Diego su Facebook pochi giorni prima l’arrivo dei licenziamenti. «Si tratta della fascia d’età più esposta alla crisi del mercato del lavoro – spiega Mauro Cosimi, Rsu Tirreno Power Civitavecchia-responsabile Ugl chimici-energia – vuol dire che quando ne esci se non sei rovinato poco ci manca».
A Civitavecchia la situazione è diversa, e le opportunità di lavoro che offre il territorio sono più limitate. Molti, hanno scelto di licenziarsi volontariamente: «Si tratta di persone ancora molto lontane dal prepensionamento, e soprattutto ci chiediamo come sia possibile che un sito attivo come quello di Civitavecchia non riesca a garantire il posto di lavoro a 5 dipendenti» conclude Mauro Cosimi. Molto simile è la situazione di Napoli dove i dipendenti licenziati sono due: «Si tratta di una situazione drammatica viste le problematiche del mondo del lavoro nel nostro territorio. – spiega Luciano Pagliara, Rsu Flaei-Cisl dello stabilimento Tirreno Power di Napoli-Levante – Si tratta di famiglie monoreddito e uno dei lavoratori licenziati ha tre figli a carico».
Intanto Ernesto Tarallo è ancora sotto la sede di Enel a Roma: «Ho passato la notte qui – racconta – gli addetti alle pulizie mi hanno offerto dei cappuccini. Ora però dall’azienda mi hanno detto che se voglio rimanere devo spostarmi dall’altra parte del marciapiede».
Aggiornamento del 22 dicembre 2017 ore 10:40
«Con riferimento alla vicenda del licenziamento di sei dipendenti di Tirreno Power a Civitavecchia e in particolare alla situazione del signor Tarallo, che ha richiesto ad Enel la ricollocazione in azienda in base al Verbale di Accordo del 2004», Enel precisa in una nota che «gli accordi erano riferiti allo specifico momento della messa in esercizio di Torrevaldaliga Nord, e pertanto non applicabili alla situazione attuale». Enel, prosegue la nota, «si è fatta parte attiva per favorire il dialogo tra Tirreno Power e il signor Tarallo, che, secondo quanto appreso informalmente, sarebbe stato contattato da Tirreno Power».