Non ci sarà un secondo referendum sulla Brexit. Lo ha detto Corbyn all'ultimo congresso del Labour. Ma promette una lotta aperta alla politica di May, a partire dalle prossime elezioni amministrative. «Lavoreremo sodo, per Londra vogliamo il diritto alla casa per tutti»

Le ultime parole di Jeremy il rosso nel 2017. No al secondo referendum sulla Brexit, si solo alla battaglia. «We will take battle out there». Noi daremo battaglia lì fuori. Corbyn forever. Fino al 2022. E lo dice lui.

Mangiando barrette energetiche ed evitando l’alcol e la carne, a 68 anni, – ed è lui stesso a dirlo-, combatterà la May, col porridge a colazione. «Il governo May è così instabile che potrebbe crollare nei prossimi 12 mesi», ma lui è disposto ad «aspettare fino al 2022», se la minoranza sugli scranni dei Tories dovesse durare. Lo ha detto al Congresso dei Labour del 28 dicembre, prima della fine di un anno che per lui è stato l’apogeo della carriera politica: continuerà così e potrebbe continuare così per altri cinque anni.

«Ho energia, abbiamo tanta energia». Solo un anno fa il partito di Jeremy il rosso era 21 punti dietro quello della May, che governava con una maggioranza solida che non si registrava dal 1983, poco prima della vittoria di Margaret Thatcher. Adesso, a fine anno, è tempo di tirare le somme e quelle di Corbyn tornano più che mai: lo share dei Labour è cresciuto con il 68enne di 9.6 punti, raggiungendo percentuali non registrate più dopo Clement Attlee, dopo la Seconda guerra mondiale.

«È stato un anno interessante, questo è certo, ho partecipato a 100 eventi, durante la campagna elettorale, ho viaggiato in lungo e largo questa terra. Non abbiamo vinto alle elezioni, questo è il mio rimorso. Ma abbiamo avuto il più grosso voto dei Labour in Gran Bretagna dal 1970, il più diffuso dalla Seconda guerra mondiale. Ed è stato raggiunto durante la campagna elettorale, e questo è insolito».

La sua campagna è stata lanciata solo a maggio scorso, il 16, all’università di Bradford. «Distribuivo copie del manifesto, sembrava strano, le persone premevano contro i vetri mentre parlavano, sembrava una scena del Laureato». Ora Corbyn deve affrontare le sfide del nuovo anno, come le prossime elezioni amministrative.

«Le elezioni più grosse ci saranno a Londra, Birmingham, Newcastle e lavoreremo sodo. A Londra ci concentreremo sulle abitazioni per tutti». Sulla Brexit non torna indietro: «facciamo parte dello stesso continente europeo, dobbiamo mantenere una relazione economica, le relazioni tra università, l’Erasmus. Ma non stiamo indicendo un secondo referendum. Accettiamo i risultati del primo, il referendum c’è stato, il Leave ha vinto».

L’ultima di Corbyn è questa: aspettare. Il leader laburista è pronto a combattere alle elezioni anytime, anche se il tempo per lui tarderà ad arrivare e il governo dovesse sopravvivere a se stesso. E aspettare – sarà capace, dice – fino al 2022.