Settant'anni fa, il 1 gennaio 1948 entrava in vigore la Carta, i cui principi sono spesso inattuati o a rischio, come è accaduto nel 2016 con la riforma Renzi Boschi. Ma è la bussola per il futuro, soprattutto per la laicità. E anche per decidere chi votare alle elezioni

Il 2018 inizia con un anniversario importante: i 70 anni della Costituzione. Era infatti il 1 gennaio del 1948 il giorno in cui la Carta entrò in vigore. Dopo 1163 emendamenti  presentati sui 139 articoli, 1090 interventi di relatori, 109 scrutini segreti, 40 ordini del giorno votati , 1409 interrogazioni presentate. Un lavoro immenso in pochi mesi, dopo che a febbraio 1947 era arrivata in aula la bozza della Carta messa a punto dal Comitato dei 75.

Settant’anni sono molti. Soprattutto se riflettiamo a quanti di quei principi sanciti dalla Costituzione sono rimasti inattuati o sono a rischio.  Il principio dell’uguaglianza, della laicità, della libertà d’insegnamento e della ricerca scientifica, il diritto ad avere una vita dignitosa, il diritto ad avere un lavoro, cure mediche gratuite, il welfare per tutti, il diritto d’asilo, insomma, potremo continuare a lungo. Se Piero Calamandrei negli anni 50 era preoccupato, oggi, chissà cosa penserebbe. Nel 1955 già diceva parole chiarissime: “La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità”.

Quella Carta che un anno fa ha rischiato di essere calpestata dallo “scarpone” della riforma costituzionale Renzi-Boschi oggi si ritrova ancora in bilico, tra la ricchezza dei suoi principi e l’assenza dei legislatori che quei principi proprio non li vogliono applicare. Lo ius soli è solo l’ultimo esempio. Il diritto di cittadinanza negato a ragazzi uguali in tutto e per tutto ai loro coetanei italiani a cui una bella fetta di parlamentari – anche di quel partito, il Pd, che su quel tema aveva impostato la propria campagna elettorale – ha voltato le spalle facendo finta che non esistesse. Perché le elezioni incombono e allora bisogna rincorrere il consenso e allora… addio diritti e principi.

Che la Costituzione rimanga inattuata lo hanno constatato anche i giuristi che hanno partecipato al Senato nei giorni scorsi alla cerimonia per i 70 anni della promulgazione della Carta, avvenuta il 27 dicembre 1947. Ma ci sono elementi, dentro la Carta, che ne fanno un documento vivo, una sorta di bussola valida per il domani. E non si tratta di retorica. No, i principi enunciati nella Carta, per come sono stati scritti e soprattutto per lo sforzo costato da parte di chi, di opposte tendenze politiche, ha fatto parte della Costituente, sono efficaci, se applicati. E lo sono ancora di più in una situazione difficile come quella che stiamo attraversando. Domenico Gallo, che fa parte del Coordinamento per la democrazia costituzionale, ne mette in evidenza uno, fondamentale: la laicità.

“Esistono nella Costituzione dei valori supremi, ma il metro per giudicarli è la persona umana; il che significa che non ci possono essere esigenze, anche fondate su valori, su interessi, su dogmi religiosi o su calcoli di utilità che consentano di attentare al valore fondante costituito dai diritti inviolabili della persona”, ha scritto in un post su facebook. Viene citato tra l’altro, l’intervento della Corte costituzionale che cancellò anni fa, il divieto assurdo di matrimonio tra un cittadino italiano e uno straniero che non era in possesso del permesso di soggiorno. Un intervento importante, nel 2011, che annullava il pacchetto sicurezza dell’allora ministro Maroni. Per la Costituzione, permesso di soggiorno o no, non esiste differenza tra persone che vogliono sposarsi. E se qualche sindaco ci ha provato ad emettere una ordinanza che imponeva l’esibizione del permesso di soggiorno ai futuri sposti, i giuristi l’hanno smontata. In nome della Costituzione. Questo è solo un esempio che ci fa capire quello che dice Domenico Gallo.

Mentre infuria la xenofobia, mentre il problema dell’immigrazione viene sventolato come stendardo al vento in battaglie elettorali false nei contenuti (perché non c’è nessuna invasione ecc. ecc.), mentre si approvano missioni militari all’estero avallando politiche di Stati che violano i diritti umani, gli articoli della Costituzione, stanno lì ad avvertire che un’altra politica è possibile. In nome della laicità. Perché “si fonda sul riconoscimento che il valore uomo non è bilanciabile con altri valori, perché è un valore fondante”, scrive Gallo. Prima di tutto vengono i diritti della persona, dice il giurista, e “non si può fare nessun bilanciamento fra i diritti inviolabili della persona e le esigenze delle culture, delle religioni, dell’etica. La laicità spoglia dell’onnipotenza la politica e la religione”. Quindi attenzione alla campagna elettorale, ai toni usati dalle varie forze politiche, sostiene l’Alleanza per la democrazia e l’uguaglianza, proprio in merito ai principi sanciti dalla Carta. Quella Costituzione che delinea una società più umana, come ha detto al Senato la costituzionalista Lorenza Carlassare. Se applicata, naturalmente.
Attenzione quindi perché quei principi devono rappresentare la cartina al tornasole. Gli articoli della Costituzione sono reagenti di pensiero che entrano in azione quando i diritti vengono negati. Quindi occhio a chi dare il voto.