Oliviero Ponte di Pino: «Gli algoritmi dei motori di ricerca e dei social conoscono i nostri gusti meglio di noi, e ci inondano di consigli per gli acquisti. La critica invece costruisce scale di valori»

Come autore, devo molto alla critica teatrale in rete. Da quando mosse i primi passi al Premio scenario il nostro fortunatissimo L’uomo nel diluvio, nell’ormai lontano 2013, io e il mio socio Valerio (Malorni) abbiamo ricevuto una grandissima eco dalla rete. Forse l’ottanta per cento delle recensioni sono arrivate da lì e con esse un grosso interesse per il nostro lavoro, che è rimasto anche per lo spettacolo successivo.

Quella dei critici online è una realtà talmente concreta e strutturata, che in qualche maniera,  quando il lavoro viene fatto con passione, può già decretare la storicizzazione di un testo o di uno spettacolo. Di contro, come ironicamente faceva notare l’attore/autore Oscar De Summa: « una volta dovevi avere paura solo delle grandi città, in cui c’erano i critici importanti… oggi in qualunque provincia vai sei costretto a dare il massimo, perché potresti trovare un blogger che ti smonta in cinque minuti...». La questione è dunque più viva che mai e il capolavoro del 1977 di John Cassavetes, Opening Night/ La sera della prima, nel 2018 andrebbe forse ripensato sulla base di questa riflessione. Per capire meglio che cosa significhi oggi occuparsi di teatro in rete, e non morire di “Mi piace”, hanno condotto una riflessione sul tema due studiosi: Giulia Alonzo, giovane appassionata critica, e Oliviero Ponte di Pino, una lunga carriera nell’editoria, nel giornalismo e curatore della manifestazione milanese Bookcity.

Dal loro dialogo – e dalle loro discussioni – è nato Dioniso e la nuvola. L’informazione e la critica teatrale in rete: nuovi sguardi, nuove forme, nuovi pubblici pubblicato da FrancoAngeli.

Venerdì 19 gennaio gli autori scenderanno a Roma per presentare il loro volume come evento di riapertura di Blue Desk (www.bluedesk.it). Dalle 18,30.

A parlarne con loro ci saranno tre ospiti che proveranno ad intrecciare punti vista paralleli e convergenti: il critico teatrale Sergio Lo Gatto, il regista e autore  Jacopo Gassman e lo scrittore Paolo Di Paolo.

In attesa di incontrarli dal vivo, abbiamo provato a farci dare un assaggio della loro ricerca:

Giulia Alonzo, come è nato questo libro?

Dalla mia tesi di laurea, dedicata alla critica teatrale online. Forse non si è mai scritto tanto di teatro come oggi: la rete offre una tribuna straordinariamente democratica. Però alla fine della ricerca restavano per me tante questioni irrisolte. Qual è la preparazione necessaria a un critico? Da dove viene la sua autorevolezza, se “uno vale uno”? E come può essere sostenibile, se in rete è tutto gratis? Se i critici vengono pagati da teatri e festival, emergono subito i conflitti di interesse…

Oliviero Ponte di Pino, in questo scenario quale può essere il ruolo della critica?

Siamo partiti dal teatro per una riflessione di carattere generale sulla mediazione critica, ovvero l’attività che mette in contatto i creatori con il loro pubblico. Nell’apparente democrazia della rete, contano solo i numeri: i contatti, e le visualizzazioni, i “mi piace”. Gli algoritmi dei motori di ricerca e dei social conoscono i nostri gusti meglio di noi, e ci inondano di consigli per gli acquisti. La critica invece costruisce scale di valori. Non calcola ma giudica. Non offre la verità, ma pone domande, inizia a dialogare con le opere e con gli autori. In  questo percorso la rete offre una opportunità straordinaria di discussione e di incontro.

E la critica del futuro?

Non saranno i consigli degli acquisiti. Assistenti digitali come Siri o Alexia sono molto più bravi di noi, come sanno quelli di Amazon: con le loro statistiche decidono quello che ci piace e ce lo fanno comperare. La critica del futuro dovrà suscitare curiosità, contagiare con la sorpresa. Dovrà emancipare l’opera dal “presente continuo” in cui ci immerge la rete, restituendo il contesto in cui è nata. Non dovrà fare l’ufficio marketing di un prodotto, ma sarà testimone di un processo creativo e di un’esperienza estetica. Dovrà lottare contro le false verità, per trovare punti di vista ogni volta diversi.

Per chi fosse interessato, l’incontro con loro e con i loro ospiti sarà venerdì 19, ore 18.30, presso Blue Desk (Roma, via Orazio Coclite, 5).