L’annuncio di lavoro proviene da Bari e lo ha scovato Marta Fana, che di diritti e di lavoro se ne occupa da tempo: si tratta di uno studio di contabilità e di affari legali. Poche righe, secche. Si “cerca collaboratori baresi o domiciliati a Bari, con laurea specialistica o magistrale in economia che debbano svolgere il praticantato o l’abbiano già svolto o che siano già iscritti all’albo dei Dottori commercialisti di Bari”, si specificano le norme di legge (“Il presente annuncio è rivolto ad entrambi i sessi, ai sensi delle leggi 903/77 e 125/91, e a persone di tutte le età e tutte le nazionalità, ai sensi dei decreti legislativi 215/03 e 216/03”) si offre un contratto di lavoro “tempo pieno” e si richiede una laurea magistrale.
Ciò che colpisce però è una frase: “Astenersi fuori piazza di qualunque distanza e cercatori di stipendio e posto fisso”.
Smettetela quindi, voi neolaureati, di non capire che il lavoro, il posto di lavoro, è una donazione che vi viene concessa in un mondo già saturo non per mancanza di posti ma per l’ingordigia dei già presenti. La progressiva perdita dei diritti (e della cultura dei diritti, che è ancora peggio) ha trasformato il lavoro in un’elemosina concessa su cui non è possibile discutere.
Firmiamo un patto di ecologia lessicale: se non permette di programmare più del fine mese, se non è buono nemmeno per un’illusione di casa o di famiglia, se non concede un infortunio, se se ne fotte della dignità delle persone, se considera inefficienza il riposo non è un lavoro.
Buon martedì.