Festa della Liberazione con i liberatori in disparte. A Todi, in provincia di Perugia, il Comune ha tolto il patrocinio e il logo dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) dalle celebrazioni per il 25 Aprile. È la prima volta che succede nella storia della città e forse anche in Italia. «L’imprevedibile e sconcertante presa di distanza avviene a soli cinque giorni dalla ricorrenza e lascia tutti senza parole» racconta l’Anpi in una nota emessa subito dopo aver preso atto dell’esclusione.
«L’amministrazione comunale ha inteso predisporre un programma delle celebrazioni, che sia quanto più istituzionale possibile, evitando, quindi, di aderire a programmi e celebrazioni che abbiano una impostazione di parte» questa la motivazione con cui il Comune di Todi ha giustificato il no all’assegnazione del patrocinio. Una scelta assolutamente inaspettata, stando alla ricostruzione dell’Anpi.
Tutto ha inizio il 27 marzo, quando la sezione locale dell’Anpi ha presentato all’amministrazione comunale il programma delle celebrazioni e fatto richiesta di spazi, patrocinio e di poter apporre il proprio logo. Il 5 aprile, il presidente, Camilla Todini, si è incontrata in comune con il sindaco Antonino Ruggiano e con il consigliere comunale Claudio Ranchicchio per discutere del programma proposto. Da quell’incontro «nulla ha lasciato intendere che la condivisione della celebrazione fosse in qualche modo o per qualche motivo a rischio e, non essendosi mai verificato tale fatto, niente poteva farlo supporre» si legge nel comunicato. Tutto si è svolto come sempre, infatti il Sindaco aveva già incaricato la sua segretaria di invitare le autorità per partecipare alla commemorazione.
Convinti della collaborazione del Comune, i membri dell’Anpi avevano già cominciato ad affiggere manifesti e locandine in giro per la città e per le frazioni. Il sindaco era al corrente del fatto che i manifesti e le locandine fossero già state stampate, in quanto si era coordinato con l’associazione dei partigiani affinché su manifesti e locandine comparisse anche il logo dell’orchestra che avrebbe suonato alla festa.
L’amara sorpresa arriva nel tardo pomeriggio del 19 aprile, quando il Comune decide di negare il patrocinio. L’Anpi, continua il comunicato, definisce «a dir poco grave» la decisione del Comune, e non esita a chiamarla «un attacco alla storia e alla memoria di questo Paese, un oltraggio alla Costituzione». «Certo, siamo di parte, siamo partigiani, siamo e saremo sempre dalla parte dell’antifascismo» si legge ancora nella nota, ma «si può celebrare il 25 Aprile stando da un’altra parte?». «Le istituzioni devono essere pienamente antifasciste come chiesto dalla Costituzione italiana, – ricorda l’associazione dei partigiani – una celebrazione istituzionale non può che essere pertanto antifascista anch’essa». Questa è la parte da cui si schiera l’Anpi, dalla parte dell’antifascismo, della Costituzione, della pace e dell’uguaglianza, temi che verranno affrontati nel corso delle celebrazioni. Quale di queste quindi è «la “parte” a cui l’amministrazione comunale non vuole aderire?». Considerare “sbagliata” la parte da cui si schiera l’Anpi, «la dice lunga sulle idee dei nostri amministratori» osserva l’associazione dei partigiani. «Mancare di rispetto all’Anpi equivale a mancare di rispetto alle istituzioni.» Quando l’associazione dei partigiani fu invitata alla Camera, in occasione del 70esimo anniversario della liberazione dal nazifascismo, l’ex presidente della Camera Laura Boldrini si rivolse così ai partigiani presenti: «Voi non siete qui come ospiti ma siete qui come padroni di casa». Nonostante lo sconcerto, l’Anpi sarà comunque in piazza del Popolo a festeggiare.
Ricordiamo che in tutte le iniziative organizzate dall’Anpi nazionale per la festa della Liberazione sarà possibile firmare in favore della campagna “Mai più fascismi”, un appello alle istituzioni affinché si attivino contro le manifestazioni di razzismo e gli atti di violenza a sfondo neofascista che si stanno moltiplicando in Italia.
Tra i principali eventi del 25 Aprile, segnaliamo il corteo che sfilerà a Roma fino a Porta San Paolo, e quello di Milano, a cui parteciperà Carla Nespolo, presidente nazionale dell’Anpi.