La pellicola sul ventenne teorico del comunismo - Il giovane Karl Marx - ha aperto un vivace dibattito a sinistra. A #LeftOnAir, le considerazioni di Don Pasta, Alessandro Portelli, e Francesco Valerio della Croce

Da giorni, è sbarcata nelle sale italiane una pellicola che ha aperto un vivace dibattito a sinistra: Il giovane Karl Marx, primo film dedicato alla vita e al pensiero del ventenne filosofo, teorico del comunismo.
Un film diretto dal regista e documentarista haitiano Raoul Peck – tra le sue ultime opere, I’m not your Negro, 2016, con cui ha affrontato in modo magistrale la questione della genesi del razzismo negli Stati uniti – che arriva a 200 anni dalla nascita di Marx, e a 170 dalla pubblicazione del Manifesto del Partito comunista, in un momento di crisi della sinistra.

Un film che mostra quanto siano attuali le intuizioni del primo Marx, il Marx romantico, ancora profondamente legato alla critica della alienazione religiosa, quello appassionato e voglioso di trasformare il mondo oltre che interpretarlo, parafrasando le celebri Tesi su Feuerbach.

Left è stato invitato dal distributore, Wanted, ad intervenire alla prima romana del film al cinema Farnese. Al termine della proiezione, sono intervenuti lo chef e scrittore Don Pasta, Alessandro Portelli, professore di letteratura angloamericana e giornalista, e Francesco Valerio della Croce, Segretario nazionale della Federazione giovanile comunista italiana. A Left on air, vi proponiamo i loro tre interventi, le loro letture a caldo del film, incalzati dalle domande di Alessandro Tiberio, organizzatore della serata e distributore della pellicola.

Buon ascolto