I partiti dell'opposizione alle elezioni del 24 giugno si presenteranno uniti, eccetto l'Hdp, il cui candidato, Demirtas, è in carcere dal 2016 e parteciperà da lì alla campagna elettorale

Mentre il giorno della festa dei lavoratori la Turchia che si ribella scende in piazza cantando Bella ciao, per manifestare contro Erdogan – centinaia gli arrestati – l’opposizione prepara la contromossa in vista delle elezioni. Sarà ufficiale solo il 3 maggio, quando lo annunceranno in conferenza stampa, ma fonti anonime lo hanno già reso noto alla stampa: tutti uniti contro Erdogan. Il partito popolare repubblicano, il Chp, insieme ad altri tre raggruppamenti d’opposizione – Iyi, il partito islamista Saadet e il partito democratico – hanno raggiunto un accordo per correre uniti alle elezioni del prossimo 24 giugno in Turchia contro l’Ak, il partito del presidente, al potere dal 2002, e che si alleerà invece con l’Mhp, partito del movimento nazionalista.
Tutti uniti contro Erdogan: o meglio, quasi tutti. Non farà parte di questa nuova unione d’opposizione l’Hdp, partito popolare democratico, diventato terzo partito in Parlamento alle ultime elezioni del 2015. La campagna di Selahattin Demirtas, appena nominato candidato presidenziale dell’Hdp, comincerà dalla cella in cui è rinchiuso dal novembre 2016 per “propaganda al terrorismo del Pkk”, il partito dei lavori curdo fondato da Ocalan.

«Non c’è nessun ostacolo legale che gli impedisce di essere il candidato del partito pro-curdo alle elezioni, nonostante correrà dall’interno di una cella del carcere. Il suo stato di prigioniero evidenzierà la campagna in corso del governo turco contro i curdi in generale, contro l’Hdp in particolare. Numerosi membri di questo partito sono stati arrestati con diverse accuse da quando hanno raggiunto un risultato storico alle ultime elezioni» scrive l’agenzia Nrt. Domenica scorsa 40 membri dell’Hdp sono stati arrestati durante un meeting elettorale. Secondo i dati forniti dal partito, in generale, nelle celle turche, rimarrebbero 10mila persone vicine all’Hdp, tra loro ci sono 100 sindaci eletti e 9 deputati parlamentari.
Demirtas rischia in totale 142 anni di prigione,  anche per un presunto insulto ad Erdogan, che Demirtas avrebbe rivolto al presidente durante un discorso compiuto a marzo di cinque anni fa durante il Newroz, il capodanno curdo, ad Instabul. Il procuratore di Istanbul, intanto, ha chiesto 5 anni di carcere, secondo l’agenzia Anadolu. La prossima udienza del suo processo è stata rimandata all’otto giugno, solo due settimane prima delle elezioni. Fuori dalla corte due giorni fa c’erano però i suoi sostenitori a chiedere urlando la liberazione “del presidente Selo”, soprannome di Demirtas.
«Prendere il tuo rivale come ostaggio, non è politica, è fascismo. Vi sbagliate se pensate che le persone si arrenderanno se terrete Demirtas in prigione» ha detto Meral Danis Bestas, deputata Hdp. «Non mischiate la politica e la legge. La politica viene fatta nelle piazze, non nei tribunali, se volete vedere Demirtas in piazza, allora rilasciatelo».