Polemiche per come il governo sta trattando il problema dell'immigrazione. La sindaca di Parigi Anne Hidalgo lancia un appello al ministro dell'Interno: «Lo Stato deve proporre soluzioni»

La nuova Calais si trova a Parigi, scrive le Parisien. Due migranti sono morti annegati nelle ultime 48 ore nel territorio della capitale, lungo le rive dei canali del XIX arrondissement.
Dopo essere sopravvissuti alle onde buie del Mediterraneo, i rifugiati sono morti nelle acque illuminate dalle luci della città: nel canale Saint Martin il primo, un giovane afgano, nel canale di Saint Denis il secondo. Il cadavere ritrovato è probabilmente di un uomo di origine somala. Il suo corpo è stato avvistato mentre la corrente lo stava portando via.
Mentre le tendopoli crescono a Nord est della capitale francese, dove le stoffe e la plastica sono gli unici tetti per più di 3mila migranti, Parigi ha rinnovato il suo appello allo Stato. Con un flusso di 500 nuovi arrivi alla settimana, Anne Hidalgo, sindaco della città, ha scritto al ministro dell’Interno Gerard Collomb: «Siamo pronti ad aiutare, ma lo Stato deve assumere la sua missione e proporre soluzioni». La Hidalgo ha proposto che un rifugio venisse aperto nel XVIesimo arrondissement, dove abita Nicolas Sarkozy, o tycoon come Xavier Niel.
Due annegamenti in 48 ore. «Le condizioni di vita dei migranti lungo il canale lasciavano presagire questo dramma», ha detto Pierre Henry, direttore dell’associazione France terre d’asile. Da settimane si temeva il peggio e “il peggio è successo”.
Lungo il canale di Saint Denis ci sono centinaia di eritrei e somali, sopravvissuti al gelo invernale senza acqua o elettricità negli igloo di stoffa colorati, un “disastro umanitario”, per il sindaco socialista del XIX arrondissement Francois Dagnaud.
«Ipocrisia: di cosa è sintomo questo accampamento? Della violenza e del disprezzo con cui lo Stato tratta i migranti: dispersione, molestie, pratiche di applicazione della legge hanno l’effetto di costringerli all’invisibilità. Sono tollerati solo una volta sufficientemente lontani, sufficientemente nascosti» scrive Francoise Sivignon, presidente di Medicine du monde, sul quotidiano le Monde. Le tendopoli di Parigi sono «l’illustrazione del fallimento della politica statale»: 1.500 persone sono rimaste in totale indigenza, in condizioni sanitarie catastrofiche, senza alcuna informazione sui loro diritti e su come ottenerli». La Francia è uno Stato che «lascia per le strade chi viene a cercare tregua e protezione».