«Il successo di Alexandria Ocasio-Cortez dimostra che negli Usa c’è una domanda di alternativa», spiega il vicepresidente dei Democratic socialist Bhaskar Sunkara. Che rilancia l’idea di costruire un’organizzazione forte. E autonoma rispetto ai dem. Perché la sinistra vince quando si misura nelle lotte concrete

La notizia ha fatto in fretta il giro del globo. A sfidare i repubblicani nelle elezioni per il Congresso di mid-term a novembre nel collegio dove è nato Donald Trump sarà Alexandria Ocasio-Cortez. Latina, socialista, fresca di laurea in Economia e relazioni internazionali. Alexandria, 28 anni, ha sconfitto nelle primarie un boss del Partito democratico newyorkese come Joseph Crowley, che era stato eletto per la prima volta deputato proprio nel collegio di Queen-Bronx, quando lei andava ancora alle scuole elementari.

«Non si tratta solo dell’onda lunga della campagna per le primarie di Bernie Sanders», afferma Bhaskar Sunkara, vice presidente dei Democratic socialist of America (l’organizzazione di cui Ocasio-Cortez fa parte) e direttore di Jacobin, il sito internet di sinistra più popolare al mondo, con oltre 1 milione e 200mila visite al mese. «Si tratta prima di tutto di una candidata credibile: è donna, lavoratrice, latina e non si fa finanziare dalle lobby», sottolinea Sunkara. E propone un programma per cui stanno già lottando in migliaia in ogni angolo degli Stati Uniti: paga oraria minima a 15 dollari orari, istruzione e ospedali gratuiti, pari diritti tra donne, uomini e Lgbt.

Secondo Sunkara «il successo di Alexandria dimostra che le idee socialiste possono attecchire negli Stati Uniti e che esiste una domanda di alternativa. I candidati di sinistra vincenti su una piattaforma socialdemocratica saranno sempre di più in questo Paese, negli anni a venire. Si tratta di un avvenimento estremamente importante». Resta aperta la questione di…

L’intervista di Yurii Colombo a Bhaskar Sunkara prosegue su Left in edicola


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