Oltre 450 personalità del mondo culturale latinoamericano hanno sottoscritto una importante iniziativa in sostegno ai giornalisti dell'agenzia di Stato argentina Télam licenziati dall'amministrazione del presidente Macri alla fine di giugno. Sabato 21 luglio alle 17 ora italiana, Elsa Osorio, Mempo Girdinelli e molti altri scrittori, editori, giornalisti, librai, danno vita a una particolare forma di protesta davanti alla sede in cui lavoravano gli oltre 350 giornalisti che hanno perso il lavoro. Per bucare più che simbolicamente la sordina di Stato imposta a questo importante organo di informazione pluralista e per tutelare la libertà di stampa ed espressione, insieme ad altri manifestanti doneranno i loro libri a chi vorrà prenderli. Come riporta Maurizio Del Bufalo su articolo21, praticamente l'unico organo di stampa italiano che si è occupato della vicenda, la mannaia di Macri è stata calata sulla Télam poche ore prima della partita dei mondiali di Russia, da dentro o fuori, che avrebbe impegnato l'Argentina contro la Nigeria. Con gli argentini distratti e con il pretesto di modernizzare e professionalizzare l'agenzia statale, poiché essa non risponde al nuovo profilo deciso dal Governo ed è ancora presumibilmente legata al Kirchnerismo, Macri ha mandato a casa da un giorno all'altro 354 persone. Molti dei lavoratori licenziati hanno più di 20 anni di servizio alle spalle, ma non è solo per questo che il colpo è stato durissimo. In pratica, il 40% dei lavoratori del giornalismo pubblico sono stati epurati lasciando fuori dai canali d’informazione intere regioni del grande Paese latinoamericano.

Oltre 450 personalità del mondo culturale latinoamericano hanno sottoscritto una importante iniziativa in sostegno ai giornalisti dell’agenzia di Stato argentina Télam licenziati dall’amministrazione del presidente Macri alla fine di giugno. Sabato 21 luglio alle 17 ora italiana, Elsa Osorio, Mempo Girdinelli e molti altri scrittori, editori, giornalisti, librai, danno vita a una particolare forma di protesta davanti alla sede in cui lavoravano gli oltre 350 giornalisti che hanno perso il lavoro. Per bucare più che simbolicamente la sordina di Stato imposta a questo importante organo di informazione pluralista e per tutelare la libertà di stampa ed espressione, insieme ad altri manifestanti doneranno i loro libri a chi vorrà prenderli.

Come riporta Maurizio Del Bufalo su articolo21, praticamente l’unico organo di stampa italiano che si è occupato della vicenda, la mannaia di Macri è stata calata sulla Télam poche ore prima della partita dei mondiali di Russia, da dentro o fuori, che avrebbe impegnato l’Argentina contro la Nigeria. Con gli argentini distratti e con il pretesto di modernizzare e professionalizzare l’agenzia statale, poiché essa non risponde al nuovo profilo deciso dal Governo ed è ancora presumibilmente legata al Kirchnerismo, Macri ha mandato a casa da un giorno all’altro 354 persone. Molti dei lavoratori licenziati hanno più di 20 anni di servizio alle spalle, ma non è solo per questo che il colpo è stato durissimo. In pratica, il 40% dei lavoratori del giornalismo pubblico sono stati epurati lasciando fuori dai canali d’informazione intere regioni del grande Paese latinoamericano.