Scriviamo a caldo della tragedia immensa del crollo del viadotto sul Polcevera a Genova progettato dall’ingegner Riccardo Morandi. Tutti conosciamo l’entità della tragedia. Forse non tutti sanno che ormai gran parte del nostro patrimonio autostradale corre lo stesso rischio. Il cemento armato anche se realizzato a regola d’arte, anche se non avvengono episodi drammatici e inaspettati (una nave andò a sbattere anni fa su un altro viadotto di Morandi in Venezuela facendone crollare tre enormi campate), anche se non arriva l’esplosione di un Tir di combustile che lo fa squagliare come successo a Bologna l’altro giorno, insomma anche senza nessun evento eccezionale (terremoti, maremoti, alluvioni, eccetera) siccome sono ormai passati più di cinquanta anni i nostri ponti e viadotti sono a rischio crollo. È successo e succederà ancora ed ancora. Chiaro? Siamo ormai nella fascia di rischio. Il calcestruzzo si sgretola, i tondini di ferro si ossidano, i sistemi di precompressione (la tecnica messa in atto a Genova) perdono di potenza. Si immagini poi se vi è anche scarsa o nulla manutenzione. Un canale di uscita dell’acqua ostruito per anni determina infiltrazioni, immaginate che succede nel tempo. Oppure la vegetazione si infiltra tra gli impalcati e poi? A questo punto uno si domanda ma come mai interpellanze, pressioni, azioni, perizie e contro perizie (per esempio il viadotto della Magliana a Roma è veramente a rischio crollo da un momento o all’altro) non determina azioni concrete e soprattutto che c’entrano mai i vaccini? Ecco vedete sono assolutamente fenomeni identici. Nel nostro Paese la manutenzione non si fa “di norma” (vorrei dire di default) come dovrebbe avvenire normalmente. Cioè non si mantengono le strutture come sistema ovvio e soprattutto “indipendente” dalle scelte e dalle amministrazioni politiche. No! La politica in Italia ha allungato la sua mano anche su queste pratiche che non dovrebbero assolutamente entrare nella sua sfera competenza. Sono pratiche “ovvie” di buon senso amministrativo, gestionale. Pulire una casa, mantenerla in ordine, riparare una lampadina, portare la spazzatura nei bidoni mica ha bisogno di una discussione generale: sono cose che si fanno e basta! E invece no. In Italia è la politica che decide della manutenzione! Ma ecco il punto: come tutti sanno e misurano quotidianamente la manutenzione non rende nulla alla politica. Tutto il contrario. Che vantaggio ha il politico di turno a iniettare resine, a sostituire le parti ammalorate, a inserire sensori per capire come va giornalmente la situazione nel cemento armato, a pulire da erbacce gli scoli per evitare infiltrazioni che negli anni porteranno a catastrofici crolli. Non ha alcuno vantaggio elettorale. Quindi tende a non farlo.. semplicissimo anche perché sempre più spesso il personale tecnico è ridotto all’osso, demotivato, depotenziato tecnologicamente, a volte addirittura corrotto o asservito alla politica. Il personale politico invece, e scusatemi la brutalità, ha la tendenza fare un sopralluogo dove è crollato un viadotto e a promettere che lo rifarà e magari ad inaugurarlo, cosi si incassano consensi. La tragedia paga la manutenzione no. Se posso decidere, tenderò a non fare manutenzione. E i vaccini che c’entrano? Siamo in un Paese in cui la politica vuole entrare e lucrare in tutto. Anche in una cosa cosi ovvia e palese come la situazione sanitaria. Ci sono i politici che vogliono dire la loro anche su quando e come vaccinare. Come se non esistesse un dibattito scientifico e medico che consiglia o ordina, come in questo caso, quello che si deve fare. Insomma la assenza di manutenzione (con crolli e tragedie molte delle quali assolutamente evitabili) e le assurdità sui vaccini sono due aspetti dello stesso degrado. Vi è un palese conflitto di interessi: la politica deve stare fuori da alcune aree, se vi entra è la fine. E ahimè è difficile non pensare che ci stiamo velocemente avvicinando. * Antonino Saggio è architetto e urbanista, docente di Progettazione architettonica e urbana all'università La Sapienza di Roma. Qui alcuni suoi lavori su Morandi l'autore del progetto del viadotto autostradale di Genova

Scriviamo a caldo della tragedia immensa del crollo del viadotto sul Polcevera a Genova progettato dall’ingegner Riccardo Morandi. Tutti conosciamo l’entità della tragedia. Forse non tutti sanno che ormai gran parte del nostro patrimonio autostradale corre lo stesso rischio. Il cemento armato anche se realizzato a regola d’arte, anche se non avvengono episodi drammatici e inaspettati (una nave andò a sbattere anni fa su un altro viadotto di Morandi in Venezuela facendone crollare tre enormi campate), anche se non arriva l’esplosione di un Tir di combustile che lo fa squagliare come successo a Bologna l’altro giorno, insomma anche senza nessun evento eccezionale (terremoti, maremoti, alluvioni, eccetera) siccome sono ormai passati più di cinquanta anni i nostri ponti e viadotti sono a rischio crollo. È successo e succederà ancora ed ancora. Chiaro? Siamo ormai nella fascia di rischio. Il calcestruzzo si sgretola, i tondini di ferro si ossidano, i sistemi di precompressione (la tecnica messa in atto a Genova) perdono di potenza. Si immagini poi se vi è anche scarsa o nulla manutenzione. Un canale di uscita dell’acqua ostruito per anni determina infiltrazioni, immaginate che succede nel tempo. Oppure la vegetazione si infiltra tra gli impalcati e poi?

A questo punto uno si domanda ma come mai interpellanze, pressioni, azioni, perizie e contro perizie (per esempio il viadotto della Magliana a Roma è veramente a rischio crollo da un momento o all’altro) non determina azioni concrete e soprattutto che c’entrano mai i vaccini? Ecco vedete sono assolutamente fenomeni identici.

Nel nostro Paese la manutenzione non si fa “di norma” (vorrei dire di default) come dovrebbe avvenire normalmente. Cioè non si mantengono le strutture come sistema ovvio e soprattutto “indipendente” dalle scelte e dalle amministrazioni politiche. No! La politica in Italia ha allungato la sua mano anche su queste pratiche che non dovrebbero assolutamente entrare nella sua sfera competenza. Sono pratiche “ovvie” di buon senso amministrativo, gestionale. Pulire una casa, mantenerla in ordine, riparare una lampadina, portare la spazzatura nei bidoni mica ha bisogno di una discussione generale: sono cose che si fanno e basta!

E invece no. In Italia è la politica che decide della manutenzione! Ma ecco il punto: come tutti sanno e misurano quotidianamente la manutenzione non rende nulla alla politica. Tutto il contrario. Che vantaggio ha il politico di turno a iniettare resine, a sostituire le parti ammalorate, a inserire sensori per capire come va giornalmente la situazione nel cemento armato, a pulire da erbacce gli scoli per evitare infiltrazioni che negli anni porteranno a catastrofici crolli. Non ha alcuno vantaggio elettorale. Quindi tende a non farlo.. semplicissimo anche perché sempre più spesso il personale tecnico è ridotto all’osso, demotivato, depotenziato tecnologicamente, a volte addirittura corrotto o asservito alla politica.

Il personale politico invece, e scusatemi la brutalità, ha la tendenza fare un sopralluogo dove è crollato un viadotto e a promettere che lo rifarà e magari ad inaugurarlo, cosi si incassano consensi.

La tragedia paga la manutenzione no. Se posso decidere, tenderò a non fare manutenzione.

E i vaccini che c’entrano? Siamo in un Paese in cui la politica vuole entrare e lucrare in tutto. Anche in una cosa cosi ovvia e palese come la situazione sanitaria. Ci sono i politici che vogliono dire la loro anche su quando e come vaccinare. Come se non esistesse un dibattito scientifico e medico che consiglia o ordina, come in questo caso, quello che si deve fare.

Insomma la assenza di manutenzione (con crolli e tragedie molte delle quali assolutamente evitabili) e le assurdità sui vaccini sono due aspetti dello stesso degrado. Vi è un palese conflitto di interessi: la politica deve stare fuori da alcune aree, se vi entra è la fine. E ahimè è difficile non pensare che ci stiamo velocemente avvicinando.

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Antonino Saggio è architetto e urbanista, docente di Progettazione architettonica e urbana all’università La Sapienza di Roma. Qui alcuni suoi lavori su Morandi l’autore del progetto del viadotto autostradale di Genova