Ci sono storie che iniziano lontano, in Eritrea precisamente, e parlano di guerre, fame, carestie, sete, camminate di mesi in mezzo al deserto per arrivare nei lager libici e poi di nuovo in viaggio, per mare, stipati su mezzi di fortuna da scafisti/schiavisti.
Storie che raccontano di un rimpallo politico, che costringe 150 persone per giorni, ferme in un porto a Catania, all’aperto, sotto al sole, con due soli bagni chimici, senza docce e senza vestiti di ricambio, mangiando sul ponte.
Storie di violenze, abusi fisici e sessuali, trattamenti inumani e degradanti
Quella che voglio raccontare oggi però non è la storia dell’accoglienza in Italia, del ministro degli interni che continua a fare campagna elettorale, sulla pelle dei migranti, mesi dopo le elezioni, dell’accordo di Dublino e la latitanza italiana quando si è trattato di modificarlo, delle strizzate d’occhio ad Orban e degli accordi con la Libia.
La storia di oggi è a lieto fine ed inizia con il viaggio di ore di due pullman che, da Catania, portano 100, delle persone bloccate sulla nave Diciotti, fino ad un centro religioso alle porte di Roma, dal profetico nome di “Mondo Migliore”.
Anche in questa storia però, come in tutte quelle che si rispettino, ci sono i cattivi.
Cattivi deboli, che se la prendono con i disperati, che chiamano rinforzi da tutta Roma, spingendosi fino a noti personaggi della destra estrema di Ostia, per sventolare nella notte le loro bandiere sulla faccia dei migranti e dire loro che non sono accetti, che devono tornare indietro, non importa dove e come, perché quello che importa è che vengano “prima gli italiani”.
Ma nelle storie ci sono anche gli eroi e qualche volta arrivano addirittura prima dei cattivi.
Glie eroi hanno facce sorridenti e cartelli con scritto WELCOME.
Nessuna bandiera, perché quello che li unisce non è un vessillo ma l’umanità.
E l’umanità vince e viene ripagata.
Vince le ore di sonno perse; la sete; il darsi il cambio per non far sentire i fratelli dentro il centro soli; il caldo; i microfoni delle TV messi sotto il naso di gente che non è abituata a questo, perché non è li per farsi pubblicità o per strumentalizzare una vicenda terribile e disumana, è lì per dire che un’altra strada è possibile.
Un’altra Italia, quella dei 60.000.000 meno uno, quella che ai metodi di Salvini dice “no”, quella che il 28 e il 29 agosto, in modo spontaneo, si è organizzata per abbracciare, quella che, ai Castelli Romani, ha una storia di antifascismo solida e profonda, una storia che vuole rivendicare e difendere.
Le lunghe giornate finiscono con un premio, con i migranti che sollevano i bambini oltre la recinzione di Mondo Migliore, con mani che si stringono, “grazie” gridati oltre il cordone di polizia ed un cartello che spunta da dentro il centro, con la scritta WELCOME ed il simbolo della pace al posto della O.
Ogni storia ha una morale, e forse, quella di questa che ho provato a raccontarvi oggi è che nel 2018, bisogna vivere ricordando le “scarpe rotte eppur bisogna andar”, anche se, le scarpe rotte non sono le nostre, ma quelle di qualcuno che viene da lontan…
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Elena Mazzoni è responsabile nazionale ambiente Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea