Gli ultimi sono i tecnici della ragioneria dello Stato, colpevoli, a dar retta al leghista Rixi, del ritardo del decreto per la ricostruzione del ponte Morandi, che aspettano tutti da quarantadue giorni ma in compenso ha avuto più annunci della Salerno-Reggio Calabria. Colpa dei tecnici che non trovano i soldi per declinare la propaganda in reale azione di governo.
Ieri (ma anche domani) è colpa dei negri: i negri che stuprano, i negri che spacciano, i negri che devono perdere i diritti se condannati in primo grado. L’ha deciso un condannato in via definitiva (per oltraggio a pubblico ufficiale) e indagato per reati gravissimi a cui ha risposto perculando i magistrati. L’ha deciso lui che giusto qualche giorno fa ha reso omaggio con una bella cenetta al pluricondannato numero uno d’Italia, Silvio Berlusconi, con cui ha deciso le prossime nomine Rai.
È colpa dell’Europa se siamo poveri. È colpa del Pd. È colpa di Renzi. È colpa della Boldrini. È colpa di Macron. È colpa della Ong. È colpa della Bonino. È colpa di Soros. È colpa dei gay. È colpa delle donne che vogliono abortire. È colpa dei giovani rammolliti che non vogliono il servizio militare. È colpa della scuola. È colpa del gender. È colpa delle femministe.
Ma attenzione, non è una pratica di questi ultimi mesi, no: prima era colpa dell’Anpi, colpe dei professoroni, colpa di bandiera rossa, colpa di Bersani, colpa dei sindacati, colpa del telefono a gettoni, colpa delle minoranze, colpa dei partitini, colpa di chi si opponeva al cambiamento, colpa della rete.
E, pensateci, prima ancora: colpa dei giudici, colpa dei comunisti, colpa della Rai, colpa dei pentiti, colpa dei sedicenti antimafiosi, colpa di D’Alema, colpa di Prodi, colpa di De Benedetti, colpa dei terroni.
Decenni passati, ogni giorno, a partorire colpevoli. Ogni giorno un colpevole da buttare in pasto alla folla. Ogni giorno qualcosa o qualcuno o una categoria da additare come causa dello sfacelo. E da decenni, intanto, sfaceli.
Poi ci si stupisce della rabbia che c’è in giro. Hanno impiantato una catena di montaggio di colpevoli pronti all’uso e ci danno lezioni di Nazione (se non addirittura di Patria) e di coesione sociale.
Merito loro.
Buon mercoledì.