Come quella portoghese, la sinistra spagnola persegue la strada del superamento delle divisioni con l’accordo per un governo tra Psoe e Podemos. È questa la strada da seguire anche in Italia. Senza escludere anche l’idea di nuova formazione che punti sulla dimensione ambientale e dei diritti umani come in Baviera

La sinistra italiana è malata nei comportamenti da provincialismo, ma sempre pronta a innamorarsi di modelli esteri vincenti, anche se sviluppati in contesti irriproducibili in Italia. Può cosi spaziare indifferentemente dagli zapatisti del sub-comandante Marcos a Podemos di Iglesias, da Syriza di Tsipras a En marche di Macron, da France Insoumise di Mélenchon ai Verdi bavaresi di Katharina Schulze gli ultimi arrivati nell’empireo accanto al mito Corbyn. Per gli Usa bisognerà aspettare il risultato delle elezioni di Midterm per sapere se Sanders avrà come erede Elizabeth Warren o Alexandria Ocasio-Cortez.

Due eventi dovrebbero attirare l’attenzione e le riflessioni del popolo della sinistra, se non si è appassionati dalle candidature al congresso del Pd o da quel che succederà di LeU o da quel che è successo a PaP: l’accordo per un governo tra Psoe e Podemos alle prossime elezioni spagnole e i risultati delle elezioni regionali bavaresi.
La sinistra deve seguire la strada del superamento delle sue divisioni come ieri in Portogallo e domani in Spagna o trovare una nuova formazione, che rompa con le antiche divisioni e punti sulla dimensione ambientale e dei diritti umani come in Baviera?

Una prima notazione preliminare: in Italia…

L’articolo di Felice Besostri prosegue su Left in edicola dal 19 ottobre 2019


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