La scalata del nuovo presidente è stata favorita dalle classi dirigenti nazionali, dalla mobilitazione delle potenti reti evangeliche e da tanti imprenditori, interessati a sfruttare i vantaggi di una politica economica di mercato a favore di privatizzazioni selvagge e leggi antipopolari

La vittoria di Bolsonaro è l’epilogo di un lungo processo in tre atti: il primo è un golpe istituzionale, il secondo è un golpe giudiziario, il terzo è il momento elettorale, con il quale si è data parvenza di legittimità democratica ai primi due, dopo aver utilizzato ogni mezzo necessario a raggiungere questo scopo. Anzitutto il Parlamento ha disarcionato Dilma Rousseff dalla presidenza della Repubblica con un procedimento di impeachment per il quale mancava qualsiasi presupposto giuridico-costituzionale; poi il Supremo tribunale federale ha reso possibile l’arresto di Lula, in modo da impedire la sua partecipazione per il Pt al voto delle presidenziali, nelle quali era dato vincente da tutti i sondaggi.

Come nel caso di Dilma, ciò è avvenuto in totale assenza di prove, dopo un processo imbastito su indizi e una campagna mediatica sistematicamente realizzata con un preciso scopo: generare riprovazione generale e preparare l’opinione pubblica a una profonda svolta politica nel Paese. Le elezioni sono state precedute da una campagna martellante dei mezzi di comunicazione di massa che, in tutti questi anni, ha diffuso a piene mani odio “antipetista”, manipolando e avvelenando l’opinione pubblica offrendo una unica narrazione della realtà. In un quadro segnato dalla profonda crisi di egemonia delle forze politiche tradizionali, Bolsonaro, nella sua scalata, ha potuto contare sulle complicità e l’appoggio diretto delle classi dirigenti nazionali, sulla mobilitazione capillare delle potentissime reti evangeliche e, infine, sul sostegno diretto di tanti “imprenditori”, interessati a sfruttare egoisticamente i vantaggi di una politica economica di mercato a favore di privatizzazioni selvagge e leggi antipopolari.

Crisi liberale e moderno cesarismo
Per leggere la crisi brasiliana, ma più in generale, questa fase di riflusso democratico a livello internazionale, torna molto utile l’analisi di Antonio Gramsci e…

*

Gli altri articoli dello SPECIALE BRASILE

Contro l’onda nera una nuova sinistra internazionalista
Intervista di Giuliano Granato al vignettista satirico Carlos Latuff

La sinistra erede di Gramsci nel mirino del presidente
di Yuri Brunello – da Fortaleza

Il fascista Bolsonaro minaccia gli indios
Intervista di Simona Maggiorelli a Yurij Castelfranchi, docente dell’Universitade federal de minas Gerais

 

Lo SPECIALE BRASILE prosegue su Left in edicola dal 9 novembre 2018


SOMMARIO ACQUISTA