La riforma del Sistema di accoglienza prevista nel decreto Sicurezza costerà diecimila posti di lavoro e rappresenta una seria minaccia per la salute psicofisica di persone che hanno già subito torture e soprusi. L’allarme di Msf, Medici contro la tortura, Emergency e altre Ong

«I 35 euro al giorno per i migranti diventeranno molti di meno, abbiamo messo a punto un documento d’intesa con l’Autorità nazionale anticorruzione e il presidente Cantone». In diretta Facebook dal suo ufficio al Viminale lo scorso 2 novembre il ministro Salvini ha annunciato in questo modo un provvedimento che può dare il colpo di grazia al più efficace e virtuoso sistema di accoglienza per profughi: il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar).

Alcune ore dopo il ministero ha lasciato filtrare i dati relativi al taglio: la spesa pro capite giornaliera per l’accoglienza dei migranti potrà oscillare da 19.33 a 26 euro. La cifra, riportata dal portale stranieriinitalia.it, varierà a seconda del numero di migranti ospitati nei centri. Il documento è stato presentato il 7 novembre (quando noi saremo andati in stampa da qualche ora, ndr) in un tavolo ad hoc presieduto dal ministro con Regioni, Province, Comuni ed esperti del settore.

Il mantra che circola sui social amplificato dalla propaganda del ministro dell’Interno è che il taglio dei fondi al sistema Sprar serve per colpire chi lucra sulla pelle dei rifugiati e dei richiedenti asilo. Un mantra che è arrivato il 6 novembre anche in Senato. Durante la discussione sul decreto “Sicurezza e immigrazione” di Salvini, il sottosegretario leghista all’Interno Nicola Molteni ha portato come esempio le cooperative di Mafia capitale. In realtà accadrà esattamente il contrario. Se qualcuno…

L’articolo di Federico Tulli è tratto da Left in edicola dal 9 novembre 2018


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